Canta “Mamma Roma” e “i suoi difetti”, con una canzone scritta durante il lockdown in cui con un po’ di fantasia ‘cantano’ anche statue e monumenti della citta’.
Torna Tommaso Zanella, per tutti ‘Piotta’, con un classico della tradizione orale della Capitale (quel famoso e popolare ‘Vengo da Primavalle’) e ne crea una nuova instant song dal titolo ‘Vengo dal Colosseo 20.20 edition’, disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Se nel 2000 parlava della calda estate del Giubileo, ora racconta un periodo cosi’ particolare, tra la quarantena e il ritorno a una parvenza di normalita’, in piena fase 2. “Ho pensato ad un piano B in queste settimane di lockdown- racconta all’agenzia Dire – Di tempo ce n’e’ stato parecchio. Mi ronzava in testa questa canzone romana, popolare, che avevo gia’ preso in prestito venti anni fa per una instant song sul Giubileo” e cosi’ “sono riuscito a far cantare persino le statue”. Nel videoclip, il visual artist Angelo Di Nicola attraverso una tecnica di animazione digitale 3D, riesce a far esibire a tempo di musica le piu’ celebri statue della Capitale: dalla Bocca della Verita’ a Ottaviano Augusto, dal Giordano Bruno di Campo de’ Fiori al San Paolo Apostolo di Piazza San Pietro, fino a Giulio Cesare. “Il
mio rapporto con Roma e’ splendido, girarla e’ splendido –
continua – Ha i suoi difetti, che riconosco, ma e’ sempre tua madre. E in qualche modo ti segnano piu’ dei pregi”.
L’emergenza sanitaria ha stoppato la musica per tutta l’estate o quasi. Dal 15 giugno sara’ possibile ripartire con concerti in dimensioni ridotte, per 1.000 persone all’aperto, 200 al chiuso: “Avevo un mega evento al Teatro Sistina con l’Orchestra Sinfonica di Roma su cui lavoravo da mesi – continua – Era per il Natale di Roma, ‘Sette rap di Roma’, giocando su rap-re. Al momento e’ sospeso e sara’ difficile recuperarlo, le dinamiche per la musica dal vivo sono complesse, rigide. Non e’ chiara la direzione che prendera’ il tutto. È
sempre meglio arrivare preparati ma mi sembra che non lo siamo,
sia noi come categoria, che siamo divisi e frastagliati, che la
controparte. Spesso senza ascoltare chi e’ esperto di quella
materia, scrive e fa regole che cozzano con la realta delle cose,
di chi quel mestiere lo fa davvero”.
Difficile pensare ad un’estate piena di concerti, “salvo miracoli o eventi mirati se poi praticabili come da protocollo”.
Ed e’ un protocollo “assurdo”, in cui si dice che “non si puo’
bere e mangiare a un concerto, in cui bisogna stare distanti, ma
questo stride, soprattutto se congiunti. Hanno fatto tante regole
per le messe, giustamente, ma non hanno pensato alle regole per
le nostre bellissime messe laiche. Perche’ magari con la Cei
hanno parlato ma non con i referenti della musica dal vivo”.