Bruxelles, 2 maggio 2013. “E’ molto positivo che Letta abbia iniziato la sua attività con un tour delle capitali europee, un segno chiarissimo di volontà europeista ma anche di un forte impegno a cambiare le attuali politiche europee. Non a caso è stato questo il leit motiv di quello che il presidente del Consiglio ha detto in questi giorni”. E’ quanto affermato a Radio Anch’io dal vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, da Washington dove si trova in visita ufficiale.
“Le risposte sono state cautamente positive – ha aggiunto – Ora bisogna capire cosa significano i piccoli passi in avanti fatti dalla Merkel quando ha detto, con una contraddizione in termini, che l’austerità va accompagnata dalla crescita. E’ già qualcosa per chi predica da tre anni l’austerità come un dogma. C’è ora da capire come questo si traduce in fatti”.
“Oltre alla rimozione della procedura di infrazione annunciata da Barroso, la cosa più importante da ottenere è che l’Italia possa raggiungere gli obiettivi fissati con un maggiore lasso di tempo, come è stato concesso alla Spagna, e possa espungere dal patto di stabilità le spese per investimenti. Il dato sociale è drammatico, come ci ricorda l’OCSE, e non è solo riducendo o tagliando l’IMU che si risolvono la disoccupazione e i problemi sociali”.
“Bene ha fatto il premier Letta, nei primi giorni di governo, a incontrare i presidenti Merkel, Hollande e Barroso. Con questo tour europeo è stato di fatto ricordato che, nonostante la crisi, l’Italia è la terza economia europea e come Paese fondatore deve avere un ruolo chiave nel processo decisionale europeo”, ha dichiarato Roberta Angelilli, altro vicepresidente italiano del Parlamento europeo.
“Ma se l’Italia, come ha ribadito il presidente del Consiglio Letta, è pronta a mantenere fede agli impegni assunti, adesso spetta all’Europa dare un segnale importante per rilanciare crescita e occupazione. Si possono rispettare le regole e allo stesso tempo è possibile rendere il patto di stabilità meno rigido, più equo, a misura della crisi straordinaria che stiamo vivendo”, continua il vicepresidente.
“E’ indispensabile ripartire dal dibattito relativo alla possibilità di applicare una sorta di ‘golden rule’, cioè di scorporare dal patto di stabilità, di concerto con l’Unione europea, investimenti strategici, come infrastrutture, gradi opere e ricerca. Inoltre in vista della prossima programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 bisogna prendere in considerazione l’opportunità per i comuni di scorporare dal patto di stabilità le spese di coofinanziamento per accedere ai progetti comunitari per investimenti pubblici produttivi”, conclude Angelilli.
“Accogliamo positivamente le parole del premier Letta e del presidente Barroso sugli impegni da assumere per portare l’Europa fuori dalla crisi e contrastare la disoccupazione”, ha commentato Giovanni La Via, a capo della delegazione italiana del PPE al Parlamento europeo.
“L’Italia deve rispettare gli impegni sul rigore – prosegue La Via – ma, allo stesso tempo, attuare riforme che possano incentivare la crescita e l’occupazione, rendendo il tessuto imprenditoriale del nostro Paese più competitivo”. Un concetto, questo, che sottolinea le parole espresse dal presidente Van Rompuy, che in mattinata aveva assicurato il sostegno dell’UE all’Italia “nel perseguire il comune impegno a superare la crisi economica e a promuovere crescita e lavoro, facendo pieno uso della flessibilità attuale”.
Al termine dell’incontro, Barroso si è detto “fiducioso che l’Italia sarà in grado di poter uscire dalla procedura di deficit eccessivo”, mentre il Premier ha affermato che nelle prossime settimane saranno presentate le idee per spiegare come il Governo intende tenere fede agli impegni assunti con l’Unione europea per contenere il debito pubblico.
Secondo La Via, la linea della rigidità dei conti promossa dall’Unione europea “non deve far perdere di vista la visione più ampia di un’Europa solidale e che possa guidare le economie degli Stati membri verso l’uscita dalla crisi economica”. L’eurodeputato ha poi concluso affermando che “i temi della disoccupazione, in particolare quella giovanile, e della competitività industriale sono per noi prioritari e, in questo senso, dal Parlamento europeo e dalle istituzioni comunitarie garantiremo massima collaborazione e sinergia con il Governo italiano”.