Bruxelles, 29 maggio 2013. “Senza interventi governativi si profila un’estate amara per il settore balneare. Secondo l’allarme lanciato da diverse sigle sindacali, 300 stabilimenti non apriranno a causa dell’impossibilità di pagare i canoni demaniali marittimi delle pertinenze che sono stati fortemente rialzati e assoggettati ai valori Omi (Osservatorio del mercato immobiliare). Questo significa che molte aziende perderanno la revoca della concessione, chiuderanno i battenti e si bruceranno migliaia di posti di lavoro. Faccio appello al Governo che prenda in considerazione questa problematica a tutela di 30mila aziende e 300mila lavoratori che rappresentano una fetta importante del made in Italy”. Lo dichiara l’europarlamentare del PdL Lara Comi.
“L’ex ministro Gnudi – sottolinea l’eurodeputata – aveva presentato un Piano per il Turismo Italia 2020 che prevedeva 30 miliardi di incremento del Pil (dai 134 miliardi del 2010 ai 164 miliardi nel 2020) e 500mila nuovi occupati (da 2,2 a 2,7 milioni). Mi auguro che il ministro Bray voglia proseguire su quella linea e attuare quella proposta. L’industria balneare è parte importante del turismo, uno dei motori del made in Italy che vale il 9% del nostro Pil. Ed è rappresentata soprattutto da Pmi a carattere familiare che vanno tutelate. Il settore sta già soffrendo pesantemente a causa della crisi e dell’aumento dell’IMU. E per le incertezze sulle future aste delle concessioni demaniali legate alla direttiva Bolkestein che sta bloccando gli investimenti”.