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Turchia, gravissime parole di Erdogan, inaccettabile arroganza nei confronti del PE


Bruxelles, 22 giugno 2013. “Le parole del premier Erdogan contro il Parlamento europeo e contro l’Europa sono gravissime e inaccettabili e testimoniano purtroppo di una involuzione del governo turco rispetto al processo di riforma”. Lo afferma il primo vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, all’affermazione del premier turco Erdogan che ha detto di non riconoscere il Parlamento europeo.

“E’ nel diritto e nel dovere del PE condannare gli atti di violenza e di violazione dei diritti delle popolazioni”, continua Pittella, “così come in tantissime occasioni ha fatto in passato. A maggior ragione quando simili episodi riguardano un Paese che intrattiene con l’Europa relazioni importanti che hanno portato all’apertura dei negoziati per una piena adesione”.

“A tale proposito, al netto delle gravissime responsabilità di Erdogan, dobbiamo anche interrogarci sul fatto che alcuni settori del mondo politico europeo non hanno in questi anni lavorato per accelerare il processo di adesione della Turchia alla UE. Siamo certi che la grande maggioranza dei turchi condivide un forte spirito filo europeo e ribadiamo la ferma condanna per l’uso sproporzionato della forza da parte della polizia nei confronti dei manifestanti a Gezy Park”.

“L’Europa non abbasserà la voce né si farà intimidire, e continuerà a stare al fianco di quanti si battono per i diritti umani e civili, in Turchia come nel resto del mondo”.

“E’ inaccettabile la reiterata mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento europeo da parte del premier turco Erdogan, che con le sue parole sottolinea di non dare alcun riconoscimento alle prese di posizione dell’aula di Strasburgo sulla tutela dei diritti umani. In Turchia continuano le inaudite violenze  e le minacce nei confronti dei manifestanti con centinaia di arresti, compreso un fotoreporter italiano. Si tratta di un atteggiamento di arroganza non tollerabile”, interviene l’altro vicepresidente italiano del PE Roberta Angelilli.

“La situazione in Turchia in seguito al sanguinoso sgombero di Gezi Park, dove anche un fotoreporter italiano è stato malmenato e arrestato dalla Polizia, tanto da dover essere ricoverato in ospedale, desta sempre più preoccupazione. Erdogan, invece di aprire un tavolo di trattativa con i manifestanti, preferisce non scendere a compromessi, con un elevato costo in termini di sicurezza dei cittadini e di tensione sociale”, ribadisce l’eurodeputata Cristiana Muscardini, vicepresidente della commissione Commercio. “I recenti annunci dei ministri turchi che vorrebbero vietare lo sciopero indetto da numerose sigle sindacali non fa che accrescere la preoccupazione, e in tale proposito l’Unione europea dovrebbe fare sentire la propria voce e il suo pensiero chiaro sulla visione dei diritti dei lavoratori e dei cittadini turchi.

Tra la visione puramente repressiva di Erdogan e quella oppositiva, ma costruttiva e più vicina ai valori dell’UE e dell’Occidente, dei giovani che hanno sfilato in Piazza Taksim, a Milano, Bruxelles e in tutte le città europee, l’Europa dovrebbe preferire la seconda, facendolo chiaramente intendere”.


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