Bruxelles, 11 novembre 2013. È in dirittura d’arrivo Europa creativa 2014-2020, il programma dedicato ai settori culturale, creativo e audiovisivo, approvato con 21 voti a favore su 22 nella commissione Istruzione e Cultura del Parlamento europeo. Ultimo passaggio prima del voto definitivo in sessione plenaria a Strasburgo, previsto per il prossimo 18 novembre.
Quasi un miliardo e mezzo di euro per i prossimi sette anni divisi tra i subprogrammi Cultura, Media e una sezione transettoriale.
Esprime soddisfazione la relatrice Silvia Costa (PD/S&D), che illustra le principali misure del Programma: «Grazie al duro negoziato del Parlamento, abbiamo ridotto i tagli richiesti dal Consiglio dei ministri europeo per il nuovo ciclo di programmazione pluriennale dell’Unione, e quindi salvaguardato l’aumento del finanziamento dei settori culturali e creativi, tra cui l’audiovisivo, rispetto al settennio precedente. Infatti l’impianto generale del programma non è stato messo in discussione: per il settore arriveranno circa 1,462 miliardi di euro suddivisi tra i subprogrammi MEDIA (56%), Cultura (31%), tra loro distinti, e una sezione transettoriale (13%) all’interno del quale è prevista un’importante novità: un Fondo di garanzia europea che assisterà i prestiti alle micro, piccole e medie imprese culturali e creative, che potranno finalmente vedere agevolate le loro possibilità di accesso al credito. Una vera e propria sfida nel terreno ancora troppo poco esplorato dell’interlocuzione tra istituzioni finanziarie e imprese creative, di cui l’Europa si farà promotrice e garante».
«Anche per il settore audiovisivo le novità sono tante – spiega Silvia Costa – a partire dal sostegno esplicitamente previsto dal programma per lo sviluppo delle opere audiovisive con ‘potenziale transnazionale’: film, documentari, fiction, prodotti multimediali o di animazione. Europa creativa supporta i produttori indipendenti e le coproduzioni europee e internazionali anche con le televisioni, la circolazione e la distribuzione di film europei non nazionali nelle sale e su altre piattaforme on line, anche attraverso il sostegno al doppiaggio, la sottotitolazione e l’audiodescrizione. Le azioni del programma guardano anche oltre i confini europei: come accaduto con l’esperienza di MEDIA Mundus, intendiamo facilitare la circolazione di prodotti europei a livello internazionale attraverso progetti di cooperazione con paesi terzi».
Sostegno previsto anche per le sale cinematografiche che programmano una quota significativa di film europei e per tutte le iniziative che valorizzino la diversità culturale, come festival o altri eventi, nonché la mobilità di artisti, professionisti e la circolazione di opere. Obiettivo non secondario l’ampliamento e la formazione del pubblico, anche quello svantaggiato «che passa – aggiunge l’eurodeputata – attraverso il supporto alle attività di film e media literacy che possono essere realizzate da cineteche, videoteche e altri soggetti che conservano e promuovono il patrimonio culturale e cinematografico».
Un’attenzione particolare riservata ai professionisti dei settore e agli artisti, soprattutto i più giovani: «Per loro il programma prevede uno specifico supporto nell’acquisizione di competenze, con particolare riferimento alle tecnologie digitali, attraverso reti e piattaforme di scambio, e il sostegno al più ampio accesso possibile a mercati ed eventi europei, anche attraverso la rete. Europa creativa – segnala la relatrice – sosterrà le azioni innovative e i nuovi modelli di business e di gestione specie nelle aree influenzate dal digitale, nonché di promozione del patrimonio culturale».
Globalizzazione, digitalizzazione, frammentazione del mercato e accesso al credito: tutte sfide raccolte e rilanciate dalla nuova programmazione. «Non può essere diversamente per un comparto come quello delle industrie culturali e creative che rappresenta il 7% del PIL europeo».
«La consapevolezza dell’importanza di questo settore e della risorsa – inesauribile – che la cultura rappresenta per la nostra comunità ha accompagnato il percorso che ci ha condotto al voto e ha animato tra l’altro diverse battaglie da noi fatte anche al di fuori del perimetro di Europa creativa, come quella per l’inserimento della cultura in Horizon 2020 e tra le key actions del nuovo ciclo dei Fondi strutturali. Credo infatti che l’efficacia delle politiche culturali europee – conclude Silvia Costa – possa essere garantita solo ribadendo la sua trasversalità rispetto a tutte le politiche dell’Unione e sollecitando l’attenzione degli operatori del settore e degli attori locali verso tutta la programmazione 2014-2020».