Sabato 5 settembre, a Latina, alle ore 18, a L’Angolo Cafè di via Milazzo, la Latina nerazzurra e noir nel pallone si incontrano in occasione del Talk show collegato al romanzo di Gian Luca Campagna intitolato ‘Molto prima del calcio di rigore’.
La vicenda è quella di un cronista che segue le gesta del Latina in trasferta, gli omicidi seriali di donne nelle città dove la squadra nerazzurra gioca, uno scalcinato detective che indaga mentre l’Italia continua ad essere una Repubblica completamente nel pallone. E la passione calcistica di una città si mischia con il sociale di un capoluogo di provincia sempre più avvitato su se stesso. Ecco, questi sono alcuni elementi del romanzo ‘Molto prima del calcio di rigore’ (ed. Drawup), scritto dal giornalista Gian Luca Campagna, con protagonista un’intera città che sogna la serie A in un romanzo noir dalle forti vene sociali. Appuntamento con presentazione e talk show sabato 5 settembre alle 18 preso L’Angolo cafè di via Milazzo, 43 a Latina, giornata che celebra anche la prima di campionato di serie B, cui partecipano proprio i nerazzurri di Latina: con l’autore ci saranno il giornalista Gianluca Atlante insieme alla fashion blogger Eva Pommerouge.
Nel romanzo si rivivono alcuni momenti di forte vivacità, come nel cado dell’esaltante stagione calcistica del Latina che ha sfiorato la serie A durante lo scorso campionato di B assieme al coinvolgimento emotivo di un’intera città. Chi meglio di un cronista per poter raccontare il territorio e il suo stato emotivo completamente andato nel pallone? È Marcello Calvisani, giornalista sportivo di un quotidiano locale, a descrivere le imprese della squadra nerazzurra, giunta a un passo dalla massima serie.
Precario negli affetti e nel lavoro, Marcello Calvisani cerca di trovare uno stimolo all’apatia che lo consuma appassionandosi alla squadra di Breda che, partita con l’obiettivo della salvezza, si ritrova a lottare per conquistare una storica promozione in serie A. Il cronista, stretto nella sua anima nera, lavora per un quotidiano locale che ritarda puntualmente i pagamenti, così per sfuggire a un presente insoddisfacente si getta in flirt che ne amplificano il proprio malessere, fino a maturare un’esplosione violenta che si manifesta ogni volta segue la squadra nerazzurra in trasferta. Sulle tracce di alcuni delitti passionali che accadono in diverse parti d’Italia si getta Giuseppe Cavalcanti, scalcinato chef-detective milanese che, convinto che l’Italia sia una Repubblica fondata sul calcio e costretto da un destino beffardo a tifare Pro Patria e da una scommessa enogastronomica Sassuolo, sfanga la vita nel suo pied-à-terre di via Buonarroti, che negli orari d’ufficio è un’agenzia investigativa mentre nelle pause pranzo si trasforma in un covo per gourmet. Uomo cinico ma romantico, ironico e sfrontato, Cavalcanti è un detective che insegue assassini convenzionali per affermare la sua singolarità, tra personaggi rievocati, sghembi e improbabili che richiamano episodi reali e leggendari del mondo del calcio, che afferma il suo incontrovertibile ruolo di fenomeno sociale. Vagando da una Crotone che ricorda ancora la notte dei fuochi a una Bari che ancora non si libera del cancro della Fibronit, da una Lanciano che ogni anno spera nel miracolo eucaristico a una Siena rimasta senza calcio e basket ma ancora col Palio, fino a una Brescia ancora ferita nella dignità per la strage di piazza della Loggia, il giornalista Calvisani si smarrisce nei dedali di un’Italia sempre più bistrattata da se stessa, completamente nel pallone, destino cui non sfugge nemmeno Latina, città fondata per volontà di Mussolini durante il Ventennio, oggi città delle annose opportunità perse, dell’invidia amplificata, dell’apparenza barocca e spicciola, della cultura soffocata, della cocaina a uso e consumo di ragazzini viziati e borghesi annoiati. Costruito in una sorta di reality fiction, ‘Molto prima del calcio di rigore’ è un romanzo politicamente e calcisticamente scorretto che sancisce l’Italia un Paese nel pallone. Secondo l’autore Campagna si tratta di “un noir urbano che illustra le contraddizioni dell’Italia presa a calci dal calcio e da se stessa”.
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