Bogotà: i graffiti per le strade raccontano 52 anni di guerra


Mentre la maggior parte delle città del mondo non vede di buon occhio graffiti e murales, punendo writers e graffitari con multe salate e persino il carcere, i muri di Bogotà sono ricoperti di disegni colorati, stencil e affreschi che fanno capolino da palazzi e edifici pubblici. Un museo di street art a cielo aperto. Le multe sono rare e gli artisti possono concedersi più tempo e lavorare anche di giorno, nello storico quartiere della Candelaria di Bogotà si organizzano tour per i turisti tra i graffiti che spesso raccontano la città affrontando i temi sociali che maggiormente la riguardano o semplicemente cercano di strappare un sorriso ai passanti.

Molti disegni riguardano il conflitto armato tra il governo di Bogotà e le Farc che ha causato oltre 200 mila morti e costretto, nell’arco di 52 anni, circa sei milioni di persone a lasciare le proprie case.

La firma dello storico accordo di pace proietta la Colombia in una nuova “era di riconciliazione e costruzione della pace”, ha detto il comandante delle Farc Rodrigo Londono, alias Timoshenko, che, per la prima volta, ha chiesto “perdono” a “tutte le vittime del conflitto”. “Mai più guerra! Mai più guerra!”, ha scandito da parte sua il capo dello Stato Juan Manuel Santos. “Mai più morti per una guerra assurda”, ha detto, salutando la decisione delle Farc di “sostituire i proiettili con i voti” che, sulla base dell’intesa raggiunta, consentiranno al gruppo di convertirsi in un partito politico.

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