Parlamento europeo

Diritti umani e whistleblowing, una legislazione che protegga le vittime, al Parlamento europeo


Bruxelles, 10 novembre 2016. Giovedì prossimo 17 novembre, alle 10.00, presso il Parlamento europeo di Bruxelles Andrea Franzosoattivista e consulente di Riparte il futuro – partecipa all’incontro “Diritti Umani e Whistleblowing, una legislazione che protegga le vittime”.

Il dibattito è promosso dal gruppo S&D e dall’Intergruppo parlamentare ITCO che si occupa di trasparenza e anticorruzione.

Nel corso della mattinata verrà presentato il progetto europeo “A change of Direction”, finanziato dalla Direzione Affari Interni della Commissione europea, che vede coinvolte Ong e università europee, tra cui Riparte il futuro, e verranno offerte tre testimonianze di diversi whistleblower: Andrea Franzoso, Ana Garrido e Sreko Sladoljev.

Ecco le loro storie.

Andrea Franzoso è un whistleblower italiano che ha portato alla luce gli illeciti avvenuti all’interno dell’azienda per cui lavora, Ferrovie Nord Milano. Andrea decise di andare dai Carabinieri per denunciare alcune irregolarità riscontrate nella gestione aziendale, già segnalate in un report di audit che aveva presentato internamente e che era stato poco apprezzato dai suoi superiori. A seguito della sua denuncia, la Procura della Repubblica di Milano avvia un’indagine che ha portato alle dimissioni dell’allora presidente della società, rinviato ora a giudizio per peculato e truffa aggravata. Per la sua azione, Andrea non solo non ha ricevuto complimenti o pacche sulle spalle, ma si è anzi trovato a dover subire una sorta di isolamento da parte di molti colleghi e dei suoi superiori; è stato esautorato dai suoi incarichi e, infine, trasferito dalla funzione di internal audit a un altro ufficio, con un ruolo marginale. È a questo punto che ha deciso di intentare causa alla sua azienda, chiedendo di poter essere reintegrato nella sua precedente mansione.

Ana Garrido Ramos è una whistleblower spagnola la cui testimonianza ha giocato un ruolo chiave nello scoprire una complessa rete di corruzione legata al Partito Popolare. Impiegata del Consiglio comunale di Boadilla del Monte, un comune vicino Madrid, nel 2007, come parte del suo ruolo nel settore giovanile, Ana ha iniziato a ricevere strane istruzioni sull’assegnazione di alcuni contratti che avrebbero favorito alcune società a discapito di altre. E’ stato così che Ana ha scoperto che, sotto il sindaco Arturo Gonzalez Panero, appartenente al Partito Popolare, si era creata una sorta di rete di corruzione con lo scopo di assegnare appalti a una determinata rete di aziende. Alla fine, la signora Garrido ha vinto una causa contro il Consiglio comunale di Boadilla ma non ha ancora ricevuto la sua compensazione poiché il Comune ha presentato ricorso contro la sentenza.

Srecko Sladojev è un whistleblower croato che figura tra i membri del comitato direttivo dell’Istituto di Immunologia pubblica di Zagabria quando scoppia il caso del virus H1N1. Aveva denunciato la mancanza di trasparenza nel processo decisionale dell’istituzione riguardo l’acquisto del vaccino, pensando che la situazione fosse tale da causare gravi danni sia per la società sia per il pubblico, visto che il produttore aveva dichiarato di non accettare alcuna responsabilità per gli effetti del vaccino potenzialmente indesiderabili. Dopo aver informato il proprietario e i cittadini su questi possibili rischi, Sladoljev è stato poi sospeso dall’istituzione per aver rivelato un segreto commerciale relativo al contratto tra l’azienda e il comitato direttivo dell’Istituto di sanità pubblica.

Come ricorda Federico Anghelé di Riparte il futuro, “questo appuntamento risulta centrale per la battaglia che stiamo conducendo in Italia – con Transparency International Italia – per l’introduzione di una legge a favore dei whistleblower. A Bruxelles verrà offerto un progetto di azione comune“A Change of Direction” – che coinvolge tutti i 28 paesi UE. Verrà rimarcata l’importanza di denunciare la corruzione. E’ l’ora di passare dalle parole ai fatti. L’Europa in questo momento sta vivendo una sua difficile fase congiunturale. C’è da augurarsi che sul fronte della corruzione e della tutela delle voci di giustizia trovi presto un’unità d’intenti. Ce lo auguriamo in particolare per l’Italia, paese fondatore dell’Unione. Non è un caso che l’incontro al PE contenga un richiamo ai diritti umani. E’ un diritto umano riconoscere la difesa di figure che decidono di mettersi in gioco in prima persona a favore della comunità”.

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