“Le tante critiche piovute su The Startup per il parallelo, peraltro mai dichiarato, con la storia di Mark Zuckerberg, mi hanno fatto venir voglia di raccontare gli haters. Si tende a ignorarli, a rimuoverli e invece penso che bisogna raccontarli proprio perché solo così possono capire chi sono davvero”. Lo ha detto Alessandro D’Alatri parlando ai ragazzi della Masterclass della 47esima edizione del GFF.
L’incontro è partito dall’analisi di The Startup, visto in sala dai giurati, che non hanno fatto fatica a immedesimarsi nel diciottenne Matteo Achilli, ideatore di Egomnia, social network ora di stanza a Matera, che fa incontrare domanda e offerta di lavoro sulla base del merito. “E’ una storia che ha a che fare con l’etica dei giovani, con il valore del sacrificio, ormai rimosso dalla nostra società: tutto oggi deve essere facile, ma questo porta con sé un devastante senso di fallimento alimentato dalla necessità del tutto e subito”. Il regista ha annunciato di essere al lavoro su due progetti nuovi e ha parlato dei ragazzi: “Si abusa della parola ‘giovani’, ma in concreto non si fa nulla, non c’è una vera attenzione verso di loro. I politici pensano più a quello che i ragazzi possono fare per loro e non il contrario, come si racconta anche nel film. Ma in fondo loro, e lo vedo con i miei figli, chiedono poco: chiedono attenzioni. Giffoni rappresenta la maggioranza dei ragazzi d’oggi, che si impegnano e si appassionano, ma che non racconta nessuno. Parlare di cinema qui è un segnale bellissimo”.
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