Il Parlamento europeo contro le discriminazioni verso i rom


Gli eurodeputati al voto in plenaria su una relazione sui diritti dei rom per fermare l’odio e la discriminazione. La relatrice Soraya Post è una deputata rom. Il 24 e 25 ottobre i deputati hanno votano una relazione di iniziativa in cui si chiede che le persone rom abbiano “niente di più ma niente di meno del resto della società”.

Uguaglianza e assenza di discriminazione sono parti integranti delle nostre Costituzioni e dei Trattati dell’Unione europea. Ci sono tuttavia categorie di persone nell’Unione che soffrono a causa di discriminazioni di diverso tipo. Le popolazioni rom sono fra queste: sono oggetto di discriminazioni da secoli e sono stigmatizzate da stereotipi che sono ancora oggi prevalenti. Con una popolazione stimata a 10-12 milioni di persone i rom sono la più grande minoranza etnica in Europa.

La popolazione rom in Europa – Secondo la Ricerca sulle minoranze e le discriminazioni (EU-MIDIS II) l’80% dei rom vive sotto la soglia di povertà. La metà dei giovani fra i 16 e i 24 anni non frequenta né la scuola né un corso professionale, né lavora. Per fare un confronto, il 12% della popolazione giovane europea si trova in questa situazione.

Difficile il rapporto con altri gruppi nella società: solo il 45% dei cittadini UE sarebbe a proprio agio se il figlio o la figlia avesse una relazione con una persona rom. Questa percentuale è stata rivelata dal sondaggio Eurobarometro 2015 dedicato alle discriminazioni. Nello stesso sondaggio è emerso che il 20% delle persone intervistate sarebbe a disagio se lavorasse con una persona rom.

“Nessuno sceglie di essere povero” – La parlamentare svedese Soraya Post (Socialisti e Democratici) è una rom e chiede all’Europa di ammettere il proprio fallimento nell’integrazione delle persone come lei: “Nessuno decide di essere povero. Nessuno decide di vivere come bestie. Nessuno decide di non mandare i propri figli a scuola. Nessuno decide di vivere senza elettricità. Nessuno decide di vivere senz’acqua. Non potremo mai andare fieri della nostra Unione, fintanto che ci saranno 10, 12 milioni di persone che vivono in completa esclusione”.

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