Il Parlamento europeo si illuminerà di arancione in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
I numeri non lasciano scampo. Una donna su tre nell’Unione europea ha subito una violenza fisica e/o sessuale a partire dall’età di 15 anni. Il 75% delle donne professioniste o in posizioni manageriali hanno subito molestie. Una donna su dieci è stata vittima di molestie sessuali o stalking a mezzo delle nuove tecnologie. Questi e altri tristi dati li troviamo nella ricerca dell’Agenzia UE per i diritti fondamentali. Nel 2015, l’ultimo anno per cui esistono dei dati completi, le forze di polizia dell’Unione europea hanno registrato 215.000 casi di crimini sessuali violenti.
Il 25 novembre anche il Parlamento osserva la Giornata partecipando all’iniziativa Orange the World, che colora di arancione i monumenti e gli edifici ai quattro angoli della terra per simboleggiare, col vivo colore arancione, un futuro luminoso senza violenza contro donne e ragazze.
La convenzione di Istanbul – Questa settimana la Commissione Diritti delle donne e uguaglianza di genere ha incontrato membri dei parlamenti nazionali per discutere ed esaminare la ratifica e l’attuazione della convenzione di Istanbul che criminalizza la violenza di genere. La Convenzione, elaborata dal Consiglio d’Europa, è il trattato internazionale più completo in materia di diritti e violenza di genere. È inoltre l’unico strumento sul tema giuridicamente vincolante a livello internazionale. Al suo interno contiene la criminalizzazione della violenza di genere, con sanzioni e misure per combatterla, prevenire i comportamenti che vanno contro le donne e proteggere le vittime di violenza.
È entrato in vigore ad agosto 2014 e, anche se tutti gli Stati membri dell’UE hanno firmato il trattato in prima istanza nel giugno 2017, soltanto diciassette stati fino ad oggi lo hanno ratificato.
In apertura del dibattito, la presidente della Commissione FEMM Vilija Blinkevičiūtė (S&D, Lithuania) ha affermato che “Il Parlamento europeo considera l’adesione alla convenzione un passo molto importante”.
La direttrice dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere Virginija Langbakk ha sottolineato l’importanza dell’impegno della politica “La campagna #metoo mostra che se avessimo fatto una ricerca come quella [dell’Agenzia europeo per i diritti fondamentali] oggi le rivelazioni sarebbero state ancora maggiori”. Le ha fatto eco la collega ricercatrice all’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere Blandine Mollard: “Quasi una vittima su due nell’UE non ha rivelato la sua esperienza di violenza a nessuno”.
Nella discussione si è parlato di come affrontare questo grave problema delle nostre società con la giusta prospettiva. Jaqui Hunt, direttrice dell’ufficio europeo dell’associazione Equality Now ha detto: “Dobbiamo concentrarci sugli autori della violenza, senza mettere le donne in una posizione subordinata”.
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