“La domanda della regina” in scena al Teatro Franco Parenti, dal 13 al 21 febbraio


Risultato di un lavoro a quattro mani tra Guido Chiarotti, fisico, imprenditore appassionato e studioso della materia che ci circonda e l’autore teatrale Giuseppe Manfridi, “La Domanda della Regina” è un’avvincente commedia sulla difficoltà di descrivere le interazioni umane in un mondo complesso, utilizzando gli stessi principi che governano l’economia e la finanza.

I protagonisti sono un affermato Professore esperto di queste materie, ma la cui vasta cultura spazia ben oltre e Dario, giovane pubblicista e trainer in una palestra, disperato per aver perso il giorno prima tutti i propri risparmi in borsa. Le domande del giovane innescano un dialogo sempre più serrato tra i due , intriso di citazioni scientifiche colte, ma anche molto ironico, divertente e dagli inattesi colpi di scena. La Domanda della Regina è una riflessione scanzonata sui nostri limiti, le nostre paure e le nostre aspettative di vincita e i timori di perdita, che, in fondo, costituiscono il cuore delle nostre esistenze. I discorsi affrontati nello spettacolo non sono applicabili solo ai mercati finanziari, ma ad ogni aspetto della nostra vita, delle nostre relazioni, del nostro modo di pensare e di percepire la realtà, suggerendoci alla fine come, nonostante tutto, si possa riuscire ad essere sereni.

Il titolo si ispira alla celebre domanda che la regina d’Inghilterra dopo il crollo della Lehman Brothers pose al gotha della finanza riunitosi alla London School of Economics “Perché nessuno ha previsto tutto questo?”. La regia è di Pietro Maccarinelli.

Di fronte all’incertezza radicale dell’uomo cieco che immerso nella folla, affronta il destino, non ci resta che un espediente: consapevoli che il nostro giudizio individuale non vale nulla, cerchiamo di ricorrere al giudizio del mondo che forse è meglio informato. Così si fissa il prezzo di un’azione in borsa o il tasso di interesse: cercando di indovinare la direzione della folla, mentre siamo smarriti in mezzo a quella stessa folla che noi stessi siamo.
Due uomini alla fine di una cena per l’inaugurazione di una libreria sono rimasti nel ristorante.
Il Professore, sessantenne autorevole e solo, colto di una cultura enciclopedica e dai mille interessi, e Dario un giovane pubblicista e trainer in una palestra. Non sembrano avere punti in comune,se non quello di fumare un’ultima sigaretta. Presto intuiamo che Dario ha un problema e che vorrebbe parlarne con il professore per trovare una opinione autorevole e saggia che lo aiuti a risolverlo. Inizia una conversazione su due livelli, variegata e brillante, durante la quale alle domande di Dario vengono restituite risposte articolate e complesse. Proprio sulla differenza di complesso e complicato si gioca gran parte del loro rapporto. Fino all’arrivo di una donna che entrambi conoscono, ma uno come Anna e l’altro come Lisa. È la stessa donna,ma nessuno dei due sa che l’altro la conosce. Si moltiplica con il suo arrivo il gioco della complessità. Tutto il testo è sapientemente costruito come un elegante gioco, in cui la tessitura linguistica e i rapporti verbali creano le dinamiche fra i personaggi. Il linguaggio e le conoscenze, la cultura dei tre, è il terreno per un incontro che non troverà soluzioni oggettive, ma genererà altri punti di vista, altra complessità, senza la possibilità di una soluzione definitiva e oggettivante. Alcune domande otterranno delle risposte, ma solo parziali e il gioco come è cominciato riprenderà, generando nuove domande che non potranno avere risposta, così come non sapremo mai se il misterioso commensale evocato dai tre come beneficiario di una vincita miliardaria al totocalcio,sia e in che modo coinvolto con Annalisa.

Il testo di Manfridi-Chiarotti è un sofisticato e ironico play dove la parola – da quella della scienza a quella della matematica, della filosofia, a quella della poesia – costituisce la struttura portante.Piero Maccarinelli

Sala AcomeA
13 – 21 febbraio 2018

LA DOMANDA DELLA REGINA
Di Giuseppe Manfridi e Guido Chiarotti
regia di Piero Maccarinelli
con Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Francesco Migliaccio
della Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
scene e costumi di Andrea Stanisci
musiche di Antonio Di Pofi
luci di Alessandro Macorigh
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

ORARI:
martedì e venerdì h 20:15
mercoledì h 19:15
giovedì h 20:45
sabato h 20:45
domenica h 16:15
matinée scolastiche:
15 febbraio h 11.00
20 febbraio h 11.00
DURATA:

Informazioni
Biglietteria
tel. 0259995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.com
www.teatrofrancoparenti.it

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