Jawbreaker: il 20 maggio in concerto all’Alcatraz di Milano


Che i Jawbreaker fossero in procinto di tornare era una cosa già nota al loro affezionato pubblico: le prime avvisaglie di una possibile reunion di una delle band più influenti degli anni ‘90 risalgono ad alcune dichiarazioni del 2016 da parte del loro batterista Adam Pfahler e alla loro esibizione del 2017 al Riot Fest di Chicago.

Ma è solo nel 2019 che la band decide di ufficializzare la cosa partendo per un tour negli States e in Europa che farà tappa all’Alcatraz di Milano il 20 maggio.

La band punk rock americana attiva dal 1986 al 1996 è stata di importanza fondamentale e di grande ispirazione per tutto il movimento emo-punk che si è sviluppato da allora fino ai nostri giorni.
La band nasce nel 1986 a New York, quando i tre membri fondatori Blake Schwarzenbach (cantante), Chris Bauereister (bassista) e Adam Pfhaler (batterista) sono ancora all’università. Il loro album d’esordio, “Unfun” (Shredder Records), vede la luce nel 1990, dopo il loro trasferimento a Los Angeles. Due anni dopo, questa volta a San Francisco, esce “Bivouac”, pubblicato da Tupelo Recording Company e The Communion Label. Grazie al carisma e ai testi personali carichi di frustrazione giovanile, Schwarzenbach diventa sempre più una figura di culto. Quello che però fa dei Jawbreaker una band di successo è il tour intrapreso insieme ai Nirvana nel 1993 (anno della presentazione di “In Utero”) e la successiva pubblicazione, nel 1994, del loro terzo disco “24 Hour Revenge Therapy”, prodotto insieme a Steve Albini, che li catapulta sotto gli occhi delle major.
Di lì a poco, infatti, la band firma un contratto da 1 milione di dollari con DGC Records per la pubblicazione del loro ultimo album, “Dear You”.

Dopo la pubblicazione di questo album gli attriti all’interno della band, specialmente tra Schwarzenbach e Bauereister, si fanno più frequenti. Nel 1996 dopo il tour in apertura alle date dei Foo Fighters, i Jawbreaker si sciolgono.

Dal loro scioglimento nascono due band parallele: i Jets To Brazil formati da Schwarzenbach insieme al batterista dei Texas is Teh Reason, e i Whysall Lane, formati dal batterista Adam Pfhaler, che con la sua label, Blackball Records, produrrà alcune ristampe dei dischi dei Jawbreaker.
L’amore della fanbase per la band non si è affievolito con il tempo: vengono da sempre considerati pionieri di un genere che continua a guardare a loro come fonte d’ispirazione fondamentale.
Nel 2007 i Jawbreaker si riuniscono in studio in occasione delle riprese del documentario sulla loro storia, smentendo tutte le voci a proposito di una possibile reunion. Che è accaduta, invece, circa dieci anni dopo con la loro prima riapparizione in pubblico al Riot Fest di Chicago. E ora, finalmente, con il tour che vede finalmente il ritorno sul palco di una band che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della musica rock.

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