“Otello non si sa che fa – spettacolo teatrale senza memoria” al Teatro Studio Uno


Dopo il successo dello scorso novembre torna in scena dal 25 al 28 aprile al Teatro Studio Uno “Otello non si sa che fa – spettacolo teatrale senza memoria” dalla folle penna di Giovan Bartolo Botta protagonista insieme a Claudia Salvatore di uno studio sull’amore senza giudizio. Un Otello ridotto all’essenziale.

Al conflitto di scena tra due uomini innamorati della stessa donna. Le emozioni non vengono spiegate, ma vissute, ci si passa attraverso sperando di uscirne vivi. Non si sa che fa l’amore quando arriva. Non si sa che fa l’amore quando se ne va. Nella Venezia di Shakespeare si ama parecchio. Piuttosto spesso. Le giornate sono oberate dai doveri di guerra. Ma avanza tempo per riflettere sull’amore. Meglio ancora per viverlo a fondo. Passarci attraverso. Farcisi divorare. Senza giudizio. Otello ama. Desdemona ama. Iago ama. Cassio ama. Tutti amano qualcosa o meglio ancora qualcuno. C’è del sommerso pronto ad esplodere. Se lo si trattiene si rischia il disagio psicosomatico. Se lo si lascia andare a briglia sciolta ci si butta tra le braccia dell’ignoto. Il terreno sotto i piedi sparisce. Il pensiero, l’azione cercano conforto nel cuore altrui. E forse fa bene benissimo e forse fa male malissimo. Perché non si sa l’amore che fa quando arriva, non si sa l’amore che fa quando se ne va.

Gli attori/persone/personaggi evocano immagini attraverso i loro dialoghi. Tutto avviene in quel preciso istante. In quel luogo, a quell’ora. Tutto al presente. Tutto nel presente. Ora. La messa in scena è inoltre uno studio sul teatro dell’ascolto che si dà la possibilità di essere diverso ogni sera. Fanno tutto gli attori. Il lavoro sporco come quello pulito. Non ci sono scappatoie o vie di fuga. Conta solo portare a casa la serata.

Produzioni Nostrane – Ultras Teatro è un progetto teatrale che mette in scena i testi classici adattandoli ad un linguaggio contemporaneo. I testi diventano così originali, completamente rimaneggiati. Lasciando del pulviscolo classico unicamente l’odore. L’idea primordiale. Il linguaggio classico interessa particolarmente poiché parla per archetipi. Una caratteristica che solletica l’eternità. Come? Togliendo alla messa in scena costumi storici intrisi di polvere, catartici giochi di luci, musiche da ambientazione e trombonismi vocali, tornando così all’urgenza, all’essenziale. Al puro lavoro sull’attore. All’interazione sul palcoscenico tra elementi vivi. Che non hanno appigli. Che possono contare solo su loro stessi. Come nella vita.

“Otello non si sa che fa” 25-28 aprile | Sala Specchi

Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).

Ingr. 12 euro. Tessera associativa gratuita
Giov – Sab ore 21.00, Dom. ore 18.00

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