Achille Lauro

Achille Lauro su Vanity Fair come una un icona religiosa


«Cari lettori, care lettrici, per questa copertina, so che mi accuseranno di blasfemia, ma i santi e le Madonne sono immagini che fanno parte della mia storia, della mia gallery esistenziale. Anche grazie a loro, ho imparato a generare me stesso, senza aiuti, trattando la creatività come uno Spirito Santo».

Comincia così la lettera che Achille Lauro scrive in esclusiva per Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola dal 3 marzo, in cui appare nelle sembianze di un’icona religiosa. Un’immagine provocatoria unita a una confessione in cui l’artista, ospite fisso delle serate del Festival di Sanremo 2021, va alle radici della sua poetica e della sua estetica, da sempre dirompenti: «Io faccio tutto questo per non venir banalizzato dentro uno stereotipo». La lotta contro le etichette nasce da una diversità che Lauro De Marinis ha percepito fin da bambino, così come la mancanza d’amore, fondamentale «perché ti costringe a conquistare qualcosa di più. Io ringrazio le persone che non mi hanno amato perché mi hanno fatto sentire solo. E sentirmi solo è stato fondamentale».

Achille Lauro prosegue con una sorta di manifesto della sua arte: «La follia è avere il coraggio di scegliere un percorso fuori dall’ordinario. Quando mi chiedono cosa faccio per cambiare il mondo, rispondo che io rischio con la mia arte per portare messaggi e dare significato. Non vado in televisione o sul palco col freno tirato. Può andare tutto bene oppure la mia carriera finire lì. Io penso che nella vita bisogna essere spericolati se si vogliono davvero cambiare le cose. C’è una frase di Oliviero Toscani che mi piace moltissimo: quando fai una cosa importante, devi avere paura. Perché se non hai paura allora stai sbagliando».

Il cantante conclude la sua lettera con una riflessione sul perché si scateni un putiferio ogni volta che assume sembianze femminili: «La mia risposta è semplice: perché la donna è l’estremo simbolo di libertà».

Per la prima volta, la cover di Vanity Fair è animata: inquadrando il QR code si viene trasportati nell’esibizione che Achille Lauro ha creato in esclusiva per i lettori del giornale. È idealmente la sua sesta performance sanremese, che si aggiunge ai cinque quadri che l’artista propone durante le cinque serate del Festival di Sanremo.

E per la prima volta, Vanity Fair ha anche una colonna sonora, grazie alla collaborazione con Spotify, la prima del servizio di streaming con un giornale. A corredo delle interviste ai cantanti in gara a Sanremo, il lettore potrà trovare un codice Spotify da inquadrare, con il proprio smartphone, per ascoltare una playlist con le canzoni suggerite dai Big.

Il numero, infatti, contiene interviste ai cantanti in gara al Festival di quest’anno. C’è Aiello, con Ora, una canzone carica di eros, perché «è un pensiero cruciale nella vita di ognuno». Arisa, a Sanremo con Potevi fare di più, racconta la sua esperienza con le relazioni tossiche («non sono stata vittima, ho avuto anche io la mia parte di responsabilità») e il percorso di accettazione del suo corpo, ostacolato dall’ambiente maschile della discografia: «Purtroppo spesso gli uomini giudicano le donne come cose che vanno bene o no, è come se fossimo il latte, con una data di scadenza». Nell’intervista con il critico e curatore d’arte Francesco Bonami, editorialista di Vanity Fair, Bugo riflette sul ritorno al Festival un anno dopo la squalifica e la lite con Morgan: «La mia musica o il mio personaggio fino a quel momento erano stati lontani dal grande pubblico, ma con quel gesto che io ho vissuto molto spontaneamente sono piombato di colpo in mezzo alla gente». Colapesce e Dimartino, tra i favoriti per il premio della critica, spiegano che la loro Musica leggerissima è la canzone della vita, un brano che parla di depressione e di salvezza. Willie Peyote, al suo debutto sanremese con Mai dire mai (la locura), punta il dito contro il mondo della cultura in cui conta «solo l’intrattenimento», spiegando che «il verso con cui inizia il testo è emblematico: cosa c’è di più calzante di un Sanremo con dentro “le musichette mentre fuori c’è la morte?”». A 40 anni dal successo di Per Elisa, Carla Bissi in arte Alice racconta le conseguenze della popolarità: «Ne ho beneficiato immensamente, ma in qualche modo posso affermare di averla anche subita. Era la classica prigione dorata. Io avrei voluto qualcosa di… più tranquillo». A 50 anni dal trionfo a Sanremo con Il cuore è uno zingaro, Nada racconta la sua infanzia con una madre depressa che sognava per la figlia una carriera nella musica.

Vanity Fair racconta il Festival di Sanremo anche su tutte le sue piattaforme social. Dal 2 al 6 marzo su Clubhouse sono in programma 5 appuntamenti serali per commentare in diretta la kermesse: insieme a Valentina Colosimo e Silvia Bombino della redazione di Vanity Fair ci sono volti noti della musica e dello spettacolo come il presentatore Costantino della Gherardesca, l’attrice Natasha Stefanenko, l’influencer Silvia Rossi, i musicisti Francesco Sarcina e Cristiano Godano, l’attrice Euridice Axen, la speaker radiofonica Marisa Passera, lo scrittore e conduttore radiofonico Stefano Sgambati, lo Youtuber Sespo. Su Instagram saranno molte, tra le altre cose, le dirette da Sanremo. Ogni giorno Federico Rocca commenta i look della serata precedente in una diretta con ospiti speciali: Simone Guidarelli, Costantino della Gherardesca, Valentina Ferragni, Carla Gozzi, Jo Squillo e Anna Dello Russo. La make-up artist Rita Fiorentino è protagonista di un nuovo format beauty, un tutorial che riproduce un look visto sul palco la sera precedente. Ogni mattina, nelle Instagram Stories, Alessandra Paudice e Federico Rocca analizzano gli outfit e i beauty look dei personaggi sanremesi. Vanity Fair ha anche due insider: Orietta Berti e Francesca Michielin, entrambe in gara, che da Sanremo commentano insieme le serate in 3 video pubblicati sul sito e sui canali social del magazine. Su TikTok, infine, dal 3 al 7 marzo l’influencer Giulia Penna racconta agli utenti gli highlight della serata precedente, mentre su Twitter ogni sera la redazione commenta la kermesse in diretta.


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