L’Organizzazione, che dall’inizio dell’emergenza insieme ai suoi partner ha raggiunto finora più di 87mila persone in Turchia, chiede alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi per restituire alle bambine e ai bambini e alle famiglie un senso di normalità, sicurezza e comunità e proteggere il loro futuro.
All’inizio del mese sacro del Ramadan le famiglie sfollate a causa dei devastanti terremoti che hanno colpito la Turchia hanno urgente bisogno di cibo, acqua, servizi igienici e assistenza sanitaria. Questo l’appello lanciato oggi Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
Il Ramadan è considerato un periodo di compassione, carità e unione, ma con le case distrutte e le famiglie divise dalle conseguenze del sisma, quest’anno per tante persone sarà molto complicato. Solo in Turchia, i devastanti terremoti hanno provocato la morte di oltre 48mila persone, ne hanno ferite più di 115mila e hanno provocato lo sfollamento di 2,7 milioni persone, che ora vivono nelle tende o in altri insediamenti temporanei. Inoltre, la scorsa settimana due province sono state colpite da gravi inondazioni, che hanno provocato la morte di almeno 19 persone e reso ancora più difficoltoso per le famiglie cercare di rimettere insieme i pezzi della propria vita.
Fatma*, 29 anni, vive in una tenda in un piccolo villaggio nella provincia di Adıyaman insieme al marito e ai tre figli di quattro, sette e nove anni. Molte case sono state distrutte e il villaggio è stato colpito anche dalle forti piogge e dalle inondazioni della settimana scorsa. “Quest’anno sono molto preoccupata per il Ramadan. Viviamo all’aperto, non sappiamo dove preparare il cibo per l’Iftar[1]. Abbiamo bisogno di una cucina adeguata. Abbiamo perso la speranza per il Ramadan, non sappiamo cosa succederà ora” racconta Fatma*. Suo figlio di sette anni è disabile e Fatma è preoccupata per il suo benessere in queste difficili condizioni in cui si trovano a vivere. “Abbiamo bisogno di un’abitazione adeguata perché mio figlio è a rischio, ho paura di come possa essere colpito. La cosa più importante per noi è avere un posto sicuro dove stare”.
Zeynep*, 41 anni, vive in una tenda nello stesso villaggio di Fatma, con il marito e i quattro figli dopo che la loro casa è stata distrutta dal terremoto. “L’anno scorso, durante il Ramadan, pregavamo insieme come comunità. Vivevamo felici con i nostri figli. Ora tutti hanno perso qualcuno della loro famiglia o dei loro parenti. Abbiamo perso i nostri ricordi felici. Quest’anno niente sarà più come prima”, racconta Zeynep*. “Non possiamo pulire le nostre tende. L’acqua a cui possiamo accedere non è potabile. Abbiamo un bagno lungo la strada che condividiamo con altre persone. Abbiamo bisogno di cibo, di un posto dove pregare e non c’è una condizione igienico-sanitaria adeguata”.
Eylül* sta cercando di resistere dopo aver perso tutto. Vive in una tenda con la figlia e la nipote di tre anni. Non sa dove troveranno il cibo per rompere il digiuno durante il Ramadan: “Nel bene e nel male, continueremo a vivere. Digiuneremo anche solo con pane e acqua”.
Per sostenere la risposta all’emergenza nazionale, e in collaborazione con tutti i partner, Save the Children[2] è presente sul campo per fornire coperte, indumenti caldi, articoli essenziali per l’igiene (che comprendono sapone, shampoo, detersivo per i piatti e detersivo per il bucato, assorbenti e biancheria intima). Uno di questi kit può garantire i livelli base di igiene a una famiglia di cinque persone per un massimo di tre mesi. Save the Children sta, inoltre, pianificando la consegna di cibo secco (tra cui riso, datteri, farina e altro) durante il Ramadan e oltre, a circa 10mila famiglie nelle province di Hatay, Gaziantep, Kahramanmaraş e Adıyaman, le aree più colpite dal sisma. Ad Hatay, sono stati già distribuiti sacchi di farina, aiutando più di 7.500 persone in difficoltà.
![Save the children terremoto turchia](https://www.radiowebitalia.it/wp-content/uploads/2023/04/save_the_children.jpg)
“Quest’anno il Ramadan sarà estremamente diverso per molte famiglie della Turchia meridionale, dopo i devastanti terremoti e le gravi inondazioni”, ha dichiarato Sasha Ekanayake, Direttore di Save the Children in Turchia. “Di solito è un periodo di osservanza religiosa, di carità e di riunioni familiari, quest’anno, invece, è una lotta per trovare la stabilità. È un mese di digiuno, di condivisione, di cura per i meno fortunati e di riunione comunitaria, ma i bambini colpiti da questi terremoti e le loro famiglie devono ancora affrontare molte difficoltà, e questo, per molti, sarà un Ramadan solitario. La comunità internazionale deve intensificare gli sforzi per restituire a questi bambini e a queste famiglie un senso di normalità, sicurezza e comunità, e per proteggere il loro futuro”.
*I nomi sono stati modificati per proteggere l’identità degli intervistati