Debutta in prima assoluta il 10 aprile al Teatro Italia di Roma COME UN SOFFIO DI VENTO, spettacolo scritto da Anna Sollinger, nato da un’idea di Antonio Riganò e diretto da Danilo Celli, che tratta l’attualissimo tema dei disturbi alimentari.
“Come un soffio di vento” è una potente riflessione sull’anoressia, la lotta interiore e la ricerca di perfezione. La storia di Chiara, una giovane ragazza, che appare sorridente e solare, nasconde un tormento profondo legato alla propria immagine corporea. A causa della sua ossessione per il corpo e il controllo, ogni aspetto della sua vita viene filtrato attraverso il bisogno di essere “perfetta”, portandola a distaccarsi dalla realtà e dalle persone che la amano. L’opera esplora il contrasto tra una apparente felicità e la sofferenza nascosta dietro. “Come un soffio di vento” è un viaggio che si sviluppa tra ricordi e riflessioni sul passato. In una narrazione che mescola momenti di allegria finta e pesanti verità, la pièce mette in evidenza il conflitto tra l’illusione di controllo e la necessità di aiuto, mentre Chiara cerca di affrontare il proprio dolore attraverso il corpo, i suoi riflessi e le sue paure. La commedia è un invito a riconoscere le fragilità dietro l’apparente perfezione e a cercare sempre, in caso di necessità, comprensione e supporto.
Il progetto “Come un soffio di vento” nasce ispirandosi a una storia realmente accaduta. Da questa premessa, è scaturito il desiderio di una rappresentazione teatrale, che fosse il più possibile delicata e rispettosa ma al contempo reale e sincera. I quadri si alternano in un flusso che porta lo spettatore a viaggiare tra i ricordi, i pensieri e le emozioni della protagonista. Ogni scena, pur portando con sé la verità di questa storia, rappresenta metaforicamente una carezza all’animo tormentato dei personaggi e dello spettatore. Con semplicità e delicatezza, è nostra intenzione invitare lo spettatore a una comunione di emozioni che lascino la sensazione di poter essere d’aiuto a una persona in difficoltà, anche con un semplice abbraccio o con una parola di conforto. Ogni gesto tecnico e scenico della rappresentazione, muove dal desiderio di accompagnare con grazia i personaggi e gli spettatori lungo un delicato percorso verso una più profonda consapevolezza del nostro mondo emotivo e di quello imperscrutabile di chi ci sta vicino.
Comunicato Stampa: Maresa Palmacci