Silvia Costa

Parità di accesso a beni e servizi: una vera uguaglianza?


Strasburgo, 23 aprile 2013. “Negli ultimi mesi i premi di assicurazione per le giovani donne, in particolare nel settore automobilistico, sono aumentati in Italia dal 6 al 19%. Le donne che pagavano meno perché, nella media, più prudenti alla guida, ora si trovano a pagare di più. Rischia di essere questa la conseguenza, almeno nel breve periodo, della sentenza della Corte di giustizia europea del 1º marzo 2011 che ha dichiarato discriminatorio a favore delle donne l’articolo 5 della direttiva comunitaria del 2004 poiché riconosceva agli Stati Membri la possibilità di tener conto del genere nel calcolo di premi e prestazioni assicurative”. E’ quanto ha dichiarato l’europarlamentare Silvia Costa (PD, Gruppo S&D) in occasione della discussione a Strasburgo della proposta di risoluzione approvata in sessione plenaria, sul recepimento e l’applicazione della direttiva 2004 del Consiglio che attua il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura.

“La sentenza della Corte di Giustizia dell’UE nella causa Test-Achats è stata assunta di fatto come base per le linee guida della Commissione europea che, nel 2012, ha invitato gli Stati membri e le compagnie assicurative a calcolare i premi su base individuale e non più statistico-attuariale”, ha aggiunto l’eurodeputata.

“Pur ritenendo il principio condivisibile, anche se ho chiari i problemi e gli oneri applicativi, ritengo che sia necessario da parte della Commissione un attento esame degli effetti della sentenza sull’entità dei premi assicurativi, ma anche sulle  polizze vita/rendite integrative e le assicurazioni mediche private – ha precisato – Poiché gli Stati membri dovranno adeguare le legislazioni nazionali, a nostro giudizio è necessaria una revisione della  direttiva del 2004, che superi l’attuale incertezza interpretativa delle linee guida”.

“Invito infine la Commissione a presentare quanto prima la relazione sull’applicazione della direttiva negli Stati membri, attesa da due anni, e a realizzare un monitoraggio più attento di tutte le forme di discriminazione nell’accesso ai beni e ai servizi per gli uomini e le donne – ha concluso Silvia Costa.

 


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