Roberto Benigni
Roberto Benigni

Da Fellini a Benigni, tutte le statuette assegnate all'Italia


Paolo Sorrentino con ‘La Grande Bellezza’ riporta la stuatuetta al miglior film straniero in Italia, dopo 15 anni. Era, infatti, il 1999 quando una Sophia Loren emozionata, sventolando sul palco del Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles una busta bianca, gridava, con un entusiasmo tutto partenopeo, ‘Roberto’. La performance di Benigni, che raggiunse il palco camminando sugli schienali delle poltrone e, soprattutto, le tre statuette assegnate a ‘La vita bella’ resero l’Italia protagonista di quell’edizione degli Oscar. ‘Miglior film straniero’, ‘miglior attore protagonista’ a Benigni (il primo e ultimo italiano nella storia degli Oscar), ‘miglior colonna sonora’ alla musica di Piovani. Con la vittoria de ‘La vita bella, l’Oscar per il ‘miglior film straniero’ rientrava in Italia dopo sette anni. Prima dell’attore e regista toscano, a mettere le mani sull’ambita statuetta era stato nel 1992 Gabriele Salvatores con ‘Mediteranneo’ e, prima ancora, nel 1990 Giuseppe Tornatore con ‘Nuovo Cinema Paradiso’.
Ultimo ventennio a parte, l’Academy, da quando esiste la categoria di concorso dedicata ai film in lingua non inglese (1957), ha attribuito la statuetta all’Italia in sette occasioni: quattro volte a Fellini (per ‘La strada’, ‘Le notti di Cabiria’, ‘8½’, ‘Amarcord’), a Elio Petri, nel 1970, per ‘Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto’, due volte a De Sica (per ‘Ieri, oggi e domani’ e ‘Il giardino dei Finzi-Contini’). Il padre del Neorealismo italiano era però già stato premiato prima del ’57 con l’assegnazione di due riconoscimenti speciali, destinati a pellicole non americane, a ‘Ladri di biciclette’, nel 1948, e a ‘Sciuscià’ nel 1946. Fu proprio De Sica il primo italiano a brandire la statuetta dorata.
Dopo di lui venne Anna Magnani, scelta come ‘miglior attrice’ nel 1956 per l’interpretazione nel film ‘La rosa tatuata’ di Daniel Mann. Soltanto un’altra italiana è riuscita fino a oggi in questa stessa impresa: la Sophia Loren protagonista de ‘La ciociara’ di De Sica, che nel 1962 strappò la statuetta a Audrey Hepburn, in corsa con ‘Colazione da Tiffany’. La sua Holly Golightly, con il tubino nero e le perle al collo, l’avrebbe per sempre assegnata all’immaginario collettivo come icona di stile ed eleganza, ma non riuscì a vincere il confronto con la coraggiosa Cesira, portata sullo schermo da Sophia Loren.

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