Malika Ayane

Malika Ayane si racconta a Grazia: ‘Non è facile essere un’anomalia’


«A scuola sono sempre stata quella strana. Alle elementari ero la figlia del marocchino. Parliamo degli anni ’90, l’epoca del primo flusso migratorio, quando il termine marocchino” era denigratorio. Mentre frequentavo le medie, cantavo nel coro delle voci bianche del Teatro alla Scala. E nel periodo del liceo, ho cominciato a studiare violoncello al Conservatorio. In un modo o nell’altro, restavo quella che non c’entrava niente. Ne ho sofferto, non è facile essere un’anomalia».

Così Malika Ayane, 31 anni, che in questi giorni si sta preparando per la tournée che la porterà nei principali teatri d’Italia, si racconta a Grazia, in edicola questa settimana: «Dentro di me è scattato qualcosa, ho cominciato a pensare che essere diversa non fosse per forza un dato negativo». La cantautrice milanese diventata madre di Mia quando aveva soltanto 21 anni, continua: «Il caso ha voluto che avessi una femmina e questo mi ha reso ancora più determinata a dimostrare che si può essere madri, precoci o tardive, e realizzarsi nel lavoro. Lo devo a me stessa e a mia figlia. Dicono che noi donne possiamo fare tutto, come gli uomini: è una bugia. Da adulti, la vera sfida è godersi la vita e difendere il diritto alla felicità».

Tempesta, il titolo del nuovo singolo dell’album Naif, parla proprio di questo: «L’importanza del presente è il filone di tutto l’ album. Bisogna tenere alto il valore di quello che stai facendo, ora. Non importa quanto dura, purché sia tempesta. Ciò che conta è che tu viva qualcosa che ti renda felice».

Iscriviti alla Newsletter (16373)

 

[post-marguee] [flagallery gid=457]

Guarda anche...

A nome loro

“A nome loro” musiche e voci per le vittime di mafia

Un fragoroso urlo collettivo contro tutte le forme di criminalità organizzata che si leva da …