E’ una musica permeata di colori particolari, quella hondurenha, in particolare quella afro indigena del popolo Garifuna (incrocio multietnico tra Caribe e Arawako).
Alimentata da ritmi che sembrano attingere direttamente alle fonti più intime dei segreti terrestri, che si abbeverano a ruscelli e cascate immerse in un paradiso naturale tra quei pochi rimasti incontaminati.
E tutti e cinque i sensi si incontrano in oasi dove, tra atmosfere che passano repentinamente dalla pace di un’aurora ai cuochi pirotecnici di un temporale, si fanno esperienze uniche.
Ecco perché dovrebbero essercene di più di incontri come quello di qualche giorno fa, presso l’ILA (Istituto Latino Americano) voluto dal Consolato Generale dell’Honduras in Roma. Eventi nei quali i rapporti diplomatici tra questo meraviglioso Paese e L’Italia intrecciano la loro parte migliore, fondendo suoni e sapori, trasformando culture differenti in Cultura.
Tra radici caraibiche, arawakas e africane, un pubblico rapito da tanta energia, si lascia trasportare dalle note delle “Punta”, danza tipica dei riti funerari, tra le più popolari dell’etnia Garifuna.
Su tutto, la presenza di Guillermo Anderson, artista originario del porto caraibico di La Ceiba, considerato Ambasciatore della cultura hondurenha nel mondo, coadiuvato dal suo gruppo con il quale opera- da anni oramai- intriganti fusioni tra le sonorità tipiche contemporanee e la percussività del suo Paese.
L’ILA si è fatta, ancora una volta, ponte solido di fusione sociale, vaso comunicante di sapere, riuscendo a stringere un patto, sancendo un gemellaggio che genera entusiasmo.
Scambio internazionale condito con la chiusura di un pranzo tipico a base di yuca con chicharrón e deliziose, sottilissime fettine di banane da platano in sfoglie, simili ad appetitose patatine fritte, chiamate tajaditas de platano-
Insomma: Honduras nei suoni, nei ritmi e nei sapori.
Ma soprattutto Honduras nel cuore.
Iscriviti alla Newsletter (16374)
[post-marguee]