“Il corpo di Giulio usato come una lavagna”. Sono le parole della signora Paola, la madre di Giulio Regeni, il ricercatore italiano trovato privo di vita nel febbraio scorso al Cairo, a dare il senso dell’orrore delle torture subite da suo figlio. Tracce lasciate sul suo corpo ed emerse dall’autopsia svolta in Italia, che la Procura di Roma ha messo a disposizione della famiglia Regeni e consegnato nell’aprile scorso ai magistrati egiziani. Davanti ai nuovi dettagli, riportati anche da Repubblica e Corriere, sembrano non esserci dubbi sulle torture subite. “Quattro, forse cinque lettere, tracciate da una lama in cinque punti diversi documentano incontrovertibilmente quello che a tutti era apparso da subito evidente. Nessun incidente”.
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