Solieri Gang
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‘Voglio bene a Vasco Rossi, ma ora c’è la Solieri Gang’ – Intervista a Maurizio Solieri


Quando risponde al telefono Maurizio Solieri è tranquillo e rilassato. Amico e chitarrista storico di Vasco Rossi, ha appreso da poco della sua esclusione dalla band che accompagnerà Vasco nel tour estivo. Ma non sembra turbato. Anzi, è raggiante e pieno di entusiasmo. Questo grazie alla nuova avventura con la Solieri Gang, la sua neonata band. Il 18 marzo, infatti, il nuovo gruppo del chitarrista emiliano esordisce con un mini album di 7 pezzi intitolato Non si muore mai. Abbiamo parlato con Solieri di questo progetto musicale, della crisi del mercato discografico e del tour estivo di Vasco a cui non parteciperà.
Maurizio, partiamo da questo mini album della Solieri Gang. Quali sono stati i vostri riferimenti musicali?
Abbiamo pensato di andare su un pop tipo U2, ma senza pensarci più di tanto. In questa band di creatività ce n’è tanta. I miei compagni di viaggio sono tutti dei grandi musicisti, abituati a stare in studio, a registrare e a scrivere. Volevamo dare qualcosa ai nostri fan. Così nel giro di quindici giorni abbiamo registrato tutto.
Siete stati velocissimi.
Certo. Perché adesso soldi da spendere non ce ne sono. Tutta la produzione è stata fatta con il concetto di base del low cost. A partire dalla registrazione, poi anche la copertina, realizzata dal cantante della band che è un ottimo grafico e disegnatore, fino al video. Il problema è che la gente non compra più i cd, quindi bisogna adeguare anche le spese di produzione a questa situazione.
Tu hai attraversato oltre 30 anni di musica. Che ne pensi di questa crisi, ormai irreversibile, del mercato discografico?
Viviamo giorni tristi. La gente approfondisce sempre meno l’ascolto musicale. Un tempo si compravano riviste per saperne di più. Oggi le persone sono interessate più al gossip che alla musica. Per esempio: un Festival di Sanremo 2014 vinto da Arisa mi sembra abbastanza ridicolo. Lo dico con affetto nei confronti di Arisa. Per fortuna ancora esiste un pubblico di nicchia, anche grazie alla cultura appresa dai genitori, che continua ad ascoltare la buona musica e a comprare album originali.
Torniamo alla Solieri Gang. È stata tua l’idea di questa band?
Guarda, il gruppo si è auto-formato. Nel settembre dello scorso anno abbiamo fatto un concerto che è andato alla grande. Così, dopo aver mangiato e bevuto a volontà, abbiamo pensato di portare avanti questo progetto. Il tastierista Mimmo Camporeale è mio amico, socio, sodale dai primi anni Ottanta, quando esordimmo con la Steve Rogers Band. Poi sono arrivati Max Gelsi al basso, che ho conosciuto suonando con diversi gruppi, e il batterista Ivano Zanotti, che tra l’altro abita a 20 minuti da casa mia. Alla voce c’è Lorenzo Campani che ha interpretato Quasimodo in Notre-Dame de Paris. Alla fine la band si è autodefinita senza particolari forzature.
Un’ultima battuta su Vasco. Alcuni fan sono molto dispiaciuti per la tua esclusione. Per molti di loro sei un punto di riferimento.
Il discorso è questo: io sono tranquillissimo perché tutto quello che dovevo fare con Vasco Rossi l’ho già realizzato da anni. Capisco i fan che sono abituati a vedere delle figure famigliari e iconiche. Da musicista e amante della musica credo che sia giusto che un artista cambi, che aggiunga sonorità nuove. Vasco Rossi è un grande artista, una persona a cui voglio bene e con cui ho condiviso parte della mia vita. Se riesce a trovare uno stile diverso che gli dia stimoli in più, sono contento. D’altronde io sono legato a stili più classici. Chi li ama avrà modo di ascoltarli dalla Solieri Gang.


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