Ostia. Al via spiagge pulite di Legambiente, per la campagna anti-rifiuti in mare


Al via ‘Spiagge e fondali puliti- Clean up the med’ di Legambiente con un’anteprima della storica campagna di volontariato partita oggi da Capocotta a Ostia (Roma), a pochi chilometri dall’area marina protetta delle Secche di Tor Paterno. Dal 26 al 28 maggio con oltre 300 iniziative in tutta Italia per ‘amore’ del mare e centinaia di eventi di pulizia straordinaria in tutto il Mediterraneo, Legambiente presenta lunedì 20 l’iniziativa in occasione della Giornata mondiale della biodiversità cui partecipa la presidente della Camera Laura Boldrini e la sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo. “I rifiuti in mare minacciano la biodiversità e mettono a rischio le specie marine – osserva Legambiente – è necessario mettere in campo politiche di prevenzione e sensibilizzazione coinvolgendo i cittadini e le giovani generazioni”.

L’associazione ambientalista, insieme a tanti bambini delle scuole che aiutato a ripulire la spiaggia, chiede “maggior rispetto e tutela per il mare e la biodiversità marina e ha ribadito la necessità di mettere in campo politiche di prevenzione e sensibilizzazione per ridurre gli impatti ambientali ed economici del marine litter (rifiuti in mare, ndr) che costa all’Ue ben 476,8 milioni di euro l’anno”.

“In Italia – dichiara la presidente di Legambiente Rossella Muroni – la biodiversità sta rapidamente diminuendo anche a causa dell’inquinamento legato al marine litter che ha conseguenze anche sulla salute dei cittadini, l’economia e in settori come la pesca e il turismo. Per contrastare questo problema, l’Italia faccia la sua parte e raccolga la sfida lanciata dalla direttiva Marine Strategy ai paesi membri: raggiungere il buono stato ecologico per i nostri mari entro il 2020”.

“E’ importante insegnare la biodiversità e la diversità in generale fin da piccoli” facendo in modo che “un bambino cresca imparando che la spiaggia è di tutti. Stare in spiaggia e buttare cicche o buttare buste in mare fa male a tutta la collettività”. Lo ha affermato lunedì la presidente della Camera Laura Boldrini nel corso della sua partecipazione alla campagna di Legambiente “Spiagge e Fondali Puliti”, a Capocotta. Boldrini si è a lungo trattenuta con i bambini di diverse scuole elementari del litorale romano che, con i volontari di Legambiente, si sono cimentati a raccogliere i piccoli rifiuti in spiaggia. “”Da oggi in poi sarete diversi. Mai più buste di plastica in spiaggia o in mare”, ha spiegato Boldrini ai bambini. E la presidente della Camera ha sottolineato loro: “quando ci sono dei bulli dobbiamo reagire, parlandoci e senza dettare metodi violenti. Non dobbiamo restare a guardare, la diversità è un arricchimento”.

“La biodiversità, gli ecosistemi ed i servizi ecosistemici ad essi correlati forniscono una base importante in molti aspetti del settore turistico. E’ ampiamente riconosciuto che quanto più una destinazione turistica è caratterizzata da una ricca biodiversità, tanto più sarà alta la sua capacità di attrazione di flussi turistici”. Così la sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo intervenendo all’anteprima della campagna di Legambiente ‘Spiagge e fondali puliti- Clean up the med’, lunedì a Ostia (Rm) in occasione della Giornata mondiale della biodiversità che quest’anno è legata al turismo. “Le spiagge e gli ambienti delle dune costiere sono emblematici in tal senso – aggiunge Velo che il prossimo giugno parteciperà alla Conferenza degli Oceani di New York – sono ecosistemi di interesse prioritario per la conservazione, ma allo stesso tempo estremamente fragili e fortemente minacciati dalla presenza dell’uomo, sia in termini di consumo di suolo, sia per la fruizione turistica, sia dal punto di vista della presenza di rifiuti antropici in mare e nelle zone costiere”.

“L’Italia celebra la festa della biodiversità con un primato da maglia nera, anche a causa di scelte politiche che negli ultimi anni sono state estremamente dannose per l’ambiente e la natura”. Lo scrive in un comunicato l’Enpa (Ente nazionale protezione animali), che elenca quelle che a suo avviso sono le principali aree di crisi. “Indebolimento dei controlli antibracconaggio sul territorio, a causa dello scioglimento della Polizia Provinciale e della fase di transizione legata all’assorbimento del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri. Mancata approvazione delle misure di conservazione del Lupo per il noto braccio di ferro tra l’opinione pubblica e il Ministro dell’Ambiente. Mantenimento della possibilità di cacciare anche le specie di avifauna in forte diminuzione, classificate dalla normativa europea come Spec2 e Spec3, cioè decisamente in declino. Possibilità per le Province di Trento e Bolzano di includere la marmotta tra le specie cacciabili. Guerra senza quartiere alle nutrie. Parchi e aree protette sempre più nel mirino con il testo approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera, che prende a picconate il sistema di tutele previsto dalla 394/91 . Allentamento dei vincoli ambientali, in modo particolare la VIA (Valutazione Impatto Ambientale)”. “Viviamo una allarmante fase di regressione sulle politiche in favore della biodiversità – dichiara Annamaria Procacci, consigliere nazionale Enpa – regressione che è anche un preoccupante segnale culturale per l’opinione pubblica. Per questo chiediamo al premier Gentiloni di promuovere una rapida e forte inversione di tendenza che la preziosa biodiversità di questo Paese merita, a partire da un rinnovato impulso alla tutela del Lupo”.

Il turismo legato alla natura in Italia nel 2015 ha raggiunto il giro di affari record di 12 miliardi nel 2015, e ogni lupo può generare quasi 45.000 dollari all’anno di fatturato in attività turistiche di avvistamento. Lo scrive il WWF in occasione della Giornata mondiale della biodiversità. “Se per alcune realtà il lupo viene presentato come un problema per la complessa convivenza con le attività produttive – scrive il WWF – in molte realtà più lungimiranti il lupo è diventato un’opportunità di sviluppo per le comunità locali, che dà lavoro a giovani ma non solo. Si va dalle gite all’alba per cercare di avvistare uno degli animali più affascinanti dei nostri boschi ad attività di wolf-howling notturno (ululato indotto) in cui affiancare i ricercatori che utilizzano questa tecnica per determinarne la presenza, ad escursioni invernali con l’aiuto delle ciaspole per scoprire le tracce del lupo sulla neve (snow-tracking). Attività che sempre più spesso vede il tutto esaurito da parte di appassionati, fotografi o semplici curiosi, il cui costo può variare dai 25 ai 250 euro e che crea un indotto nelle comunità locali”. “All’estero questa forma di turismo è ormai consolidata: si stima che nel Parco di Yellowstone, considerando solo la stagione invernale nella quale il lupo è il principale target dei visitatori, la sua presenza generi un indotto di quasi 5 milioni di dollari, con una crescita costante del 5% l’anno. Di molto superiori ai rimborsi assicurati agli allevatori per i danni subiti nelle zone limitrofe. Considerando i poco più di 100 lupi presenti nel Parco, il valore economico di ciascun lupo si aggira sui 50.000 dollari all’anno (45.000 euro)”. (Ansa)

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