L’italiana Toponomastica femminile vincitrice del Premio CESE della Società civile 2019 per la parità di genere


L’associazione italiana Toponomastica femminile è stata insignita del Premio della Società civile 2019 assegnato dal Comitato economico e sociale europeo (CESE), che quest’anno ricompensa progetti sull’emancipazione femminile e si battono per le pari opportunità tra donne e uomini.

Toponomastica femminile ha ricevuto la somma di 14.000 euro per il suo progetto pionieristico volto a divulgare il contributo femminile alla società e alla storia, offrendo alle donne un riconoscimento pubblico che spesso non ottengono o che avrebbero dovuto avere già da tempo. L’obiettivo viene perseguito cercando di intitolare più strade, piazze o luoghi nelle città a donne insigni visto che la toponomastica è un buon indicatore del valore che una società assegna ai suoi membri.

Alla cerimonia di consegna del primo premio, che si è svolta a Bruxelles, la presidente di Toponomastica femminile Maria Pia Ercolini ha dichiarato che «le leggi sono utilissime a cambiare la società ma non bastano per modificare i comportamenti nel lungo periodo, se non si accompagnano anche a un cambiamento nell’immaginario delle persone. Bisogna rimuovere i pregiudizi. Ci rivolgiamo a tutta la cittadinanza poiché il nostro errore è stato di non esserci portate  dietro i nostri compagni dato che questa non è una battaglia femminista ma di civiltà». 

Da una ricerca realizzata di recente dall’Associazione sui nomi dei luoghi pubblici, in circa il 90 % dei comuni italiani è emerso che, per ogni 100 strade intitolate a uomini, solo 7,5 sono state dedicate a donne. Circa il 60 % dei luoghi pubblici intitolati a donne portano nomi di celebri religiose, sante o monache, mentre quasi nessun luogo è dedicato a scienziate, imprenditrici, artiste o sportive illustri.

Toponomastica femminile ha deciso che le cose devono cambiare. Con la sua campagna annuale «8 marzo 3 donne 3 strade», l’Associazione rivolge ai sindaci di tutta Italia l’invito a intitolare tre luoghi pubblici ad altrettante personalità femminili. Il concorso educativo «Sulle vie della parità» indetto da Toponomastica nelle scuole consente agli alunni delle classi di partecipare alle scelte di toponomastica nel loro territorio e di conoscere meglio le vite di celebri ed eccezionali figure di donna.

L’intero progetto ha suscitato grande interesse e l’adesione di molti comuni. L’Associazione ha già avviato una collaborazione con organizzazioni e università, in Italia e in altri paesi europei, per diffondere queste buone pratiche puntando a modificare gli stereotipi, a lottare contro i pregiudizi e i comportamenti discriminatori e a sensibilizzare al tema sia le donne che gli uomini.

Ciascuno degli altri quattro progetti vincitori ha ricevuto un premio in denaro di 9.000 euro, a prescindere dal loro collocamento nella classifica definitiva.

Al secondo posto si è classificato lo Sciopero delle donne polacche, il più importante movimento femminile della Polonia, che nel 2016 suscitò una grande eco mediatica in tutto il mondo con il suo sciopero del Lunedì nero. Il movimento organizza cortei e proteste per reclamare più diritti per le donne e opporsi al giro di vite del governo sui valori e le libertà fondamentali. Attualmente punta all’emancipazione delle donne che vivono nei piccoli centri urbani e nelle città di medie dimensioni del Paese.

Il terzo vincitore è il progetto bulgaro Fairy Tales, curato dall’associazione NAIA, che si serve delle fiabe tradizionali per lottare contro gli stereotipi dei ruoli di genere instillati nei bambini e nelle bambine fin dai primi anni di vita, con l’effetto di plasmarne le menti e di limitarne scelte e opportunità in futuro.

Il quarto classificato è il programma #mimmitkoodaa  (Codice donne) promosso dall’Associazione finlandese di software e e-business per sfatare il mito secondo cui tutti gli sviluppatori di software sono, per definizione, uomini. Il programma incoraggia le donne a cercare opportunità nel settore e a orientarsi verso lavori e percorsi professionali meglio retribuiti per il futuro.

Il quinto, The Brussels Binder, è una banca dati belga con i nominativi di esperte di politiche. È gestita da un gruppo di volontari che chiedono che le donne siano meglio rappresentate nei dibattiti europei sui diversi ambiti strategici, garantendo così che le leggi e le politiche dell’UE tengano conto delle loro esigenze e opinioni.

«Questi progetti sono la dimostrazione che l’Europa è pronta a tener fede all’impegno di realizzare una società veramente paritaria», ha affermato il presidente del CESE Luca Jahier.  «Grazie a essi le mentalità stanno lentamente cambiando. Sempre di più l’esclusione delle donne dalla vita pubblica e da posizioni influenti è giudicata inaccettabile».

La vicepresidente del CESE responsabile della Comunicazione Isabel Caño Aguilar si è detta «davvero lieta che l’edizione 2019 del Premio della società civile sia stata dedicata all’emancipazione delle donne. I progetti inviati dai candidati si battono per questo, a partire dai bambini in tenera età e dalle percezioni che, giorno dopo giorno, esercitano su di noi un’influenza indiretta quando camminiamo per strada o assistiamo a una conferenza. Lottano contro la segregazione orizzontale nel mercato del lavoro in settori dominati dagli uomini, come l’informatica. Combattono la disuguaglianza facendo appello al nostro subconscio attraverso i nomi delle nostre strade, oppure interpellandoci chiaro e forte, come le donne polacche che fanno sentire la loro voce nelle loro città».

Il tema dell’edizione 2019, «Più donne nella società e nell’economia dell’Europa», ha attirato 177 candidature, vale a dire il secondo miglior risultato per numero di progetti presentati negli undici anni di vita del Premio, poco meno di quello registrato nel 2016 con il tema della migrazione. Sono state ricevute candidature da ben 27 Stati membri, a dimostrazione del diffuso interesse di cittadini e organizzazioni della società civile per l’azione di lotta alle disuguaglianze di genere, tuttora ampiamente presenti in Europa.


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