Legittimo il sospetto che non si voglia modificare i canoni demaniali per renderli più giusti e corretti al solo scopo di meglio colpire, anche mediaticamente, i balneari italiani.
Stamane la Camera dei Deputati ha approvato, in prima lettura, il cd milleproroghe (d.l. 162 del 30 dicembre 2019) che contiene la norma (art. 34) che ha sospeso fino al 30 giugno 2020 il pagamento dei canoni cd pertinenziali che stanno distruggendo economicamente e moralmente alcune centinaia di famiglie di balneari costrette a sopportare canoni ingiusti e insostenibili.
Nonostante il testo originario sia stato integralmente riscritto (i 44 articoli sono diventati 81 con ben 434 commi!) non è stata approvata nessuna delle modifiche ed integrazioni che avevamo proposto (sospensione fino alla riforma del settore, interpretazione autentica della sospensiva estendendola alle riscossioni coattive, riapertura dei termini della definizione agevolata delle liti pendenti, ecc.).
L’unica modifica apportata al testo originario è lo spostamento della sospensiva dal 30 giugno al 30 settembre del 2020. E’ proprio il caso di dire: “La montagna ha partorito un topolino”.
Non si è, pertanto, non solo risolta ma neppure concretamente affrontata la drammatica situazione in cui si trovano alcune centinaia di famiglie di imprenditori balneari che, a causa di un meccanismo di determinazione dei canoni demaniali, sbagliato e ingiusto, hanno perso i risparmi di una vita e rischiano, da ultimo, persino di vedersi sottratta l’azienda e non avere più un lavoro.
Nella migliore delle ipotesi si tratta di grave negligenza di una politica che si dimostra distratta e incapace; nella peggiore, di una consapevole decisione di colpire i balneari italiani ivi compreso la parte più debole e maltratta della categoria.
Sorge legittimo il sospetto che non si voglia rendere i canoni demaniali più giusti e corretti al solo scopo di meglio colpire gli imprenditori balneari.