Zavattini Live

Zavattini Live presenta la pellicola “Dove bisogna stare”


Secondo appuntamento con la rassegna Zavattini Live. Film e autori da non perdere di vista: mercoledì 25 novembre 2020 l’appuntamento di approfondimento organizzato dal Premio Zavattini UnArchive in collaborazione con Arci UCCA, dedicato a film, di finzione e documentari che utilizzano in modo creativo e originale i materiali tratti da archivi audiovisivi, sarà incentrato sull’opera Dove bisogna stare di Daniele Gaglianone e Stefano Collizzolli.

“Questo documentario – afferma il regista – racconta di una possibile risposta a questi tempi cupi. Non racconta l’immigrazione dal punto di vista di chi sceglie di partire o è costretto a farlo: è innanzitutto un film su di noi, sulla nostra capacità di confrontarci con il mondo e di condividerne il destino.”

Gaglianone sarà presente all’incontro insieme ad Antonio Medici, direttore del Premio Zavattini, Aurora Palandrani, CdA AAMOD, Roberto Roversi e Antonio Borrelli, rispettivamente presidente e vicepresidente nazionale di Arci UCCA. La diretta streaming, poi sempre visibile sui canali ufficiali FB del Premio Zavattini e di Arci UCCA, andrà in onda alle ore 18:30. Il film Dove bisogna stare è disponibile sulla piattaforma streaming di ZaLab.

La rassegna proseguirà il 2 dicembre con Arrivederci Saigon di Wilma Labate.

Gli incontri della rassegna Zavattini live” sono visibili anche sul canale YouTube dell’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico):https://www.youtube.com/AAMODAAMOD/

SINOSSI

Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E’ ancora lì.

Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte, concretamente, una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare.

NOTE DI PRODUZIONE

C’è un paese raccontato come terrorizzato dalle migrazioni e violentemente ostile nei confronti dei migranti. Su questa narrazione, una parte del ceto politico continua a costruire la propria identità e le proprie fortune elettorali. Un’altra parte del ceto politico sembra invece incapace di parlare ad un paese spaventato e sempre più aggressivo.

Ma esiste anche un altro paese, che pratica solidarietà e lotta per i diritti ogni giorno, in maniera spesso informale e non strutturata. Non è professionismo, e a volte non è nemmeno esattamente militanza. Dove bisogna stare racconta quattro donne, di età diverse, che in luoghi diversi sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune o quello spacciato come tale. Donne che appaiono fuori luogo rispetto alla narrazione dominante, quasi incomprensibili. Ascoltando i loro racconti e restituendo il loro quotidiano scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità. Scopriamo che non stanno fuori luogo, ma in un luogo molto reale, nel luogo in cui sentono di avere bisogno di stare.

In opposizione alla retorica folle dell’invasione e della chiusura, e a quella dei raffinati ragionamenti dei benpensanti per mestiere, sono persone come Elena, Georgia, Jessica, Lorena la speranza per provare ad uscire assieme dai problemi e dalle tensioni causate da un fenomeno epocale come le migrazioni, fenomeno che fa emergere con forza le contraddizioni e le ingiustizie della nostra società.


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