benvenute

Benvenute il nuovo album dedicato alla musica d’autrice


BENVENUTE è il nuovo album dedicato alla musica d’autrice pensato e prodotto da Musica di Seta, in collaborazione con Il Punto Rosa di Santarcangelo di Romagna, associazione cui sarà interamente devoluto il ricavato delle vendite dell’album, in uscita il 29 aprile 2021 in formato CD.

12 cantautrici italiane, 12 voci femminili che raccontano la donna e la sua condizione sotto vari aspetti: sociale, familiare, lavorativo, esistenziale.

Flo, Francesca Incudine, Paola Rossato, Ilaria Pilar Patassini, Sarah Stride, Giulia Pratelli (è suo l’unico brano inedito dell’album), Eleonora Betti, Ilaria Porceddu, Giorgia Bazzanti, Marlò, Katres e Veronica Marchi, per la prima volta insieme, offrono una fotografia in primo piano sulla nuova musica d’autrice italiana.

“Benvenute è un progetto che riguarda l’accoglienza e la condivisione, due parole che in questo momento storico rinnovano il loro valore – raccontano Chiara Raggi e Michele Neri, che hanno curato la direzione artistica del progetto. Preziosa la sinergia con Il Punto Rosa. L’idea di seminare, coltivare e poi diffondere la bellezza della canzone d’autrice è alla base di Musica di Seta, una casa costruita passo a passo, con amore e passione. Questa è una prima raccolta di canzoni straordinarie e potenti, in cui 12 cantautrici raccontano la donna e la sua condizione oggi, mettendo a nudo sfaccettature, drammi, esperienze con un comune denominatore: il potere della condivisione che fa sì che emergano determinazione, consapevolezza e forza. E non a caso, tutti questi sostantivi sono femminili.”

BENVENUTE quindi nella musica d’autrice del nuovo millennio, nelle fatiche di artiste che si spendono al servizio della musica, nelle parole di chi canta la condizione femminile. Canzoni di soprusi e rinascite, di coraggio, di amore. Storie di rivalsa e di umanità ferite, di consapevolezza.

BENVENUTE nelle fragilità che ci rendono uguali e vicini, nei giorni difficili, negli accadimenti inaspettati, nelle gioie da condividere, nelle storie da ricordare.

BENVENUTE a Il Punto Rosa, associazione che si adopera per sostenere le donne con carcinoma mammario con competenza e professionalità, ma anche tanta allegria, sensibilizzare i giovani al mantenimento della propria salute e per raccogliere fondi per realizzare progetti per la cura e il recupero post operatorio in concerto con medici e operatori sanitari, e che con questa collaborazione festeggia anche i suoi primi 10 anni di attività.

“A volte basta una sensazione per unirci, per farci riscoprire che non siamo sole, che ci sono altre persone, altre donne, che stanno sperimentando, ognuna coi propri tempi, la stessa emozione. Questo succede anche sentendo una canzone, ascoltandone il testo e quelle parole che sembra rispecchino proprio te – dice Irene Palmieri a nome dell’Associazione.

A dicembre Musica di Seta condivideva un passo di un brano di Elisa: “Io non vivo senza sogni e tu sai che è così”, in quello stesso brano quante di noi si sono spesso sentite “quella forte, sì, ma anche quella fragile” e quante volte al Punto Rosa ci siamo accompagnate proprio così, l’una con l’altra con il sorriso, per continuare a sognare insieme. Poco prima facendo propria una frase di Meg: “Se non provi a spostare l’orizzonte un po’ più in là, i sogni non coincideranno mai con la realtà”, le artiste raccontavano come allenarsi alla bellezza, e credo non ci sia neanche bisogno di dire che la frase che guida la mia vita è sempre stata quella di Luciano Ligabue: “Quando sposti appena il piede, lì il tuo tempo crescerà”.

Con questi presupposti il progetto di Musica di Seta e del Punto Rosa non può che essere un arricchimento reciproco, e lo sarà anche per ogni donna forte e fragile che se ne senta parte. D’altronde proprio Chiara Raggi scrive che “cominciare ad ogni istante è uguale a rifiorire”, e noi del Punto Rosa siamo pronte a rifiorire da sempre, nonostante tutto”.

TRACKLIST

  1. Flo | L’uomo normale
  2. Francesca Incudine | No name
  3. Paola Rossato feat. Doro Gjat | Non dormo
  4. Ilaria Pilar Patassini | Eccomi
  5. Sarah Stride | Schianto
  6. Giulia Pratelli | Le cose da fare
  7. Eleonora Betti | Libera
  8. Ilaria Porceddu | Tabula rasa
  9. Giorgia Bazzanti | Famme giocà
  10. Marlò | La donna di scorta
  11. Katres | Coiffeur
  12. Veronica Marchi | La musica fa male

CREDITI ALBUM

Voce narrante: Sara Galli

Registrata da Gianluca Morelli presso Deck Lab, Rimini (RN)

Masterizzazione finale: Max Paparella presso Studio Groove Design (Bologna)

Produzione: Musica di Seta in collaborazione con Il Punto Rosa

Direzione artistica: Chiara Raggi e Michele Neri

Immagine di copertina: Veronica Cestari

Progetto grafico: Francesco Mussoni

Press & Media: Chiara Giorgi

Assistenza Legale: Avv. Chiara Galli

Partner: MyClah

Il packaging dell’album è stato realizzato interamente in carta riciclabile, biodegradabile, certificata e a zero emissioni grazie alla neutralizzazione della CO2 residua.

Le cantautrici raccontano BENVENUTE, brano per brano:

Flo | L’uomo normale:

“L’uomo normale” è un’istantanea amara e diretta sull’ipocrisia e l’inconsapevolez-za. Racconta da un lato il bisogno di sentirsi normali, perfettamente inseriti dentro una cornice sociale e morale condivisa; dall’altro l’intolleranza che si annida nei gesti quotidiani, senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
Racconta i però di troppo che l’uomo normale pronuncia con leggerezza – “Io non sono razzista però, io non sono arrivista però, io non sono fascista però” – e che invece hanno un peso schiacciante per la vita di chi è più fragile.
L’uomo normale non è il mafioso, il camorrista, il cattivo della storia, da cui tutti prendiamo le distanze e tentiamo di proteggerci. L’uomo normale è l’ignavo, è nostro padre, il vicino di casa. L’uomo normale possiamo essere noi.

Francesca Incudine | No name:

“né volti, né nomi, una stele, un addio, un tacco rimane, un anello, l’oblio, in 146 bruciammo a marzo…”.

Il 25 marzo 1911, 146 operai (17 uomini e 129 donne) rimasero uccisi nell’incendio della Triangle Waist di New York, la “fabbrica delle camicette bianche”. Ispirato al libro di Ester Rizzo “Camicette Bianche, oltre l’8 marzo”, questo brano raccoglie immagini, numeri, volti senza nomi di tante donne che affidarono le loro vite e le loro speranze ad una nave e alle acque di un oceano e in un attimo divorate dalle fiamme.

Paola Rossato feat. Doro Gjat | Non dormo:

Mi han detto “Corri!”, ma più corro e più mi spezzo e più lo so che non gli basta…

“Non dormo” è un brano che affronta il tema dello stress lavoro-correlato, “definito come la percezione avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorativo eccedono le capacita individuali per fronteggiare tali richieste” (Wikipedia). E’ una situazione di forte pressione psicologica che a lungo termine può portare a disturbi anche molto gravi, come il burnout. Se da un lato avere un lavoro è qualcosa di fondamentale, dall’altro è vero anche che molte aziende approfittano di questa necessità per ottenere ricavi sempre maggiori esercitando forti pressioni sui lavoratori che di fatto sono ancora oggi troppo poco tutelati.

Ilaria Pilar Patassini | Eccomi:

L’ho scritta con un trasloco ancora a metà, una domenica pomeriggio, nella cucina di Alghero da cui si vede il mare. Volevo raccontare la fine della guerra con se stessi, un nuovo inizio (da “luminoso punto a capo” a “ricominciare è un vizio che / non mi riesco a levare”), la maturità che insegna a lasciare andare (“la muta che lasci alla terra / rinascerà come nuova armatura”). La canzone mi è stata ispirata anche dal primo verso de “Il Pianto della Scavatrice” di Pier Paolo Pasolini, che mi ha aiutato spesso a superare momenti dolorosi e che dice “Solo l’amare, solo il conoscere conta, non l’avere amato, non l’aver conosciuto. Dà angoscia il vivere di un consumato amore. L’anima non cresce più”. Ho citato i versi inziali cambiando l’ordine delle parole – senza che il significato cambi – e chiudendo la canzone così, facendone una sezione a parte. “Eccomi” è impostata su uno schema-canzone tradizionale che si libera e va spesso dove gli pare, come “un sasso che corre sul mare /un sasso bianco e caldo di sole/ sono io a lanciarlo / lui andrà dove vuole”. Direi che quindi mi rappresenta in pieno.

Sarah Stride | Schianto:

Stare a terra non è per tutti. Ci sono persone che sanno solo volare altissimo e scendere in picchiata nel sottosuolo. Sono gli acrobati dell’esistenza. Non conoscono le vie di mezzo. Non trovano mai posto da nessuna parte. E forse ad un certo punto smettono di cercarlo, un posto. E rimangono dappertutto.

Giulia Pratelli | Le cose da fare:

Cambiare la serratura, percorrere un’altra strada per tornare a casa, non andare in giro da sole: Le cose da fare sono tantissime e tutte devono essere tenute sotto controllo ogni giorno per provare a condurre una vita normale, per difendersi, per resistere, per salvarsi la vita. Qualsiasi piccolo errore può avere conseguenze irreparabili e gli errori si fanno, per i motivi più diversi e banali, o semplicemente… per stanchezza.

Eleonora Betti | Libera:

Libera è una canzone, ma è prima un pensiero, un modo di essere, di guardare il mondo. È un nome con cui chiamare mente e corpo. È un nome con cui liberare mente e corpo. È sfuggire alla convenzioni, alle imposizioni; sorprendersi, sognare. È ribellione, è liberare gli occhi. Non darsi confini. È una canzone, una bambina, una donna, una raffica di vento, una gioia, una forza, una volontà, una passione. È la vita: libera.

Ilaria Porceddu | Tabula rasa:

“Eros è un demone”, diceva Socrate menzionando Diotima di Mantinea, e a prescindere che il nostro pensiero si avvicini al romanticismo di Platone (l’amore come completamento di un altro essere) o al crudo realismo di Dawkins (“Il gene egoista”) e Schopenhauer (“Metafisica dell’amore sessuale”), è innegabile che il sesso sia una componente inscindibile della nostra esistenza.

Un gesto estremo e naturale di cui la parola “amore” non svela la profonda alchimia di emozioni, paure, rabbia, fiducia, totale abbandono, desideri, e che nella sua forma più pura, nella sua capacità di fondere due anime distinte ha qualcosa di magico.

Nell’atto di fare l’amore mostriamo davvero chi siamo. E alla sua fine, quando la coscienza riprende dominio dei pensieri, il cuore (innocente) ritrova una tavoletta di cera vuota, su cui poter riscrivere una nuova storia. Una “tabula rasa”.

Giorgia Bazzanti | Famme giocà:

Una donna che chiede ad un uomo di giocare per una sera insieme a lei, senza pensare al domani e concentrandosi sul presente, tra leggerezza e desiderio.

Nel gioco amoroso, la donna da oggetto diventa soggetto, al di là di pregiudizi e stereotipi.

La forma dialettale sottolinea l’atmosfera di confidenza, naturalezza e spontaneità.

Marlò | La donna di scorta:

Con il tempo ho capito che La donna di scorta è stata per me una sensazione, una percezione e mai una condizione o un ruolo reale. Un modo di percepirsi che quasi mai dipende dall’altro e che nell’altro non può, e non deve, trovare soluzione o risoluzione. Ecco, questa canzone, come tutte le altre, è stata il mio modo di dare un “nome alle cose” e quindi vederle; e considero “il vedere” l’inizio della soluzione.

Katres | Coiffeur:

Partirò col mio bagaglio mezzo vuoto

Partirò, ho i sogni chiusi in una mano

Partirò dalla testa,

Il cambiamento di una donna parte

Sempre dalla testa.

Veronica Marchi | La musica fa male:

Scrivere questo brano mi ha permesso di fare pace con il mio passato. Ho vissuto tutta la mia vita a braccetto con l’ansia da prestazione, essere un enfant prodige mi ha fatto sempre sentire in ritardo su tutto. Ho riallineato i miei desideri al respiro e ho trasformato questo percorso interiore in musica. Il titolo di questo brano è fuorviante, il dolore di cui parlo è quello utile per passare attraverso le cose e restituirle sotto forma di bellezza. E’ una canzone che mi ha rimessa al mondo.


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