Ghemon
Ghemon Foto di Fabio Munis

Ghemon all’Officina Pasolini


È più ricca che mai l’offerta culturale di aprile a Officina Pasolini, il Laboratorio creativo di alta formazione e HUB culturale della Regione Lazio diretto da Tosca.

Sabato 1 Ghemon porta sul palco del Teatro Eduardo De Filippo uno spettacolo fatto di musica, stand up comedy e storytelling. Una cosetta così, questo il titolo, non è un concerto, non è un monologo teatrale e neanche uno spettacolo comico, ma in parte, è un po’ di tutto questo. Uno spazio di libertà creativa in divenire dove sciogliere finalmente le briglie, per dare allo spettatore qualcosa di diverso da quello che già conosce attraverso la musica dell’artista. Uno show fatto di condivisione di storie personali da guardare attraverso la lente dell’ironia, canzoni inedite, cover inaspettate e momenti di riflessione più profonda. Artista dallo stile unico, che mescola soul, rap e musica italiana, Ghemon è partito dal mondo hip hop per poi scegliere la strada della versatilità per raccontare agli altri il suo mondo interiore, anche attraverso i dj set, la radio, i podcast, un libro e lo sport (appassionato di calcio e pallacanestro, negli ultimi anni ha iniziato anche a correre maratone). Lo spettacolo, scritto con l’aiuto di Carmine Del Grosso, vedrà sul palco Giuseppe Seccia alle tastiere e Filippo Cattaneo Ponzoni alla chitarra. 

Martedì 4 Amnesty International Italiapresenta Rumore – Human Vibes, documentario scritto e diretto dalla regista napoletana Simona Cocozza sull’incontro tra musica e diritti umani, narrato attraverso le canzoni di artisti e cantautori come Brunori Sas, Carmen Consoli, Daniele Silvestri, Frankie Hi-Nrg mc, Ivano Fossati, Mannarino, Modena City Ramblers, Nada, Negramaro, Niccolò Fabi, Paola Turci, Roy Paci, Simone Cristicchi. Tutti loro negli ultimi vent’anni hanno ricevuto il Premio Amnesty, il riconoscimento che il festival Voci per la Libertà e Amnesty Italia conferiscono a quei cantanti che, nei testi delle loro canzoni, abbracciano e danno forza ai temi della Dichiarazione universale dei diritti umani.  Il silenzio è la colonna sonora dei regimi autoritari, ecco perché bisogna fare tanto rumore, perché la conoscenza dei diritti umani è il primo passo per poterli reclamare. La musica ha il potere di arrivare al cuore delle persone, di chi ascolta. Le parole colpiscono più delle bombe, e insieme alla musica possono volare con una rapidità, una potenza e una forza inaspettate per raccontare di abusi, di migranti, di spose bambine, di torture, di genocidi e delle violazioni di diritti umani presenti in ogni paese, anche nel nostro.

Mercoledì 5 arriva la Eko Orchestra, ensemble di chitarre che conta circa trentacinque elementi, tutti ragazzi tra gli undici e i venticinque anni. Nel 2022 ha vinto LAZIOSound nella categoria BORDERLESS, ha aperto il concerto di Max Gazzè in occasione della Festa della Musica a Roma ed è stato ospite dello SPONZ FEST di Vinicio Capossela. Sull’onda di questo successo, lo scorso dicembre ha realizzato il primo videoclip con il singolo Gitano. L’orchestra ha una componente fortemente pedagogica: unisce giovani provenienti da dodici comuni della provincia di Frosinone, ognuno portatore di esperienze, culture, conoscenze ed età diverse. Tanti sono stati i generi musicali affrontati e suonati dai ragazzi della Eko Orchestra. L’ultima scelta musicale è quella di suonare il rock con le chitarre classiche, unite alle sonorità del cajon, tamburello a cornice e contrabbasso. L’obiettivo è trattare il repertorio rock sfruttando le potenzialità timbriche della chitarra classica.

Mercoledì 12 fa tappa a Officina Pasolini il cantautore Lello Analfino. Io mi diverto (in) tour è il concerto con cui il frontman del gruppo siciliano Tinturia presenta dal vivo il suo primo album da solista Punto e a capo, un disco caratterizzato da sonorità moderne, elettroniche e quasi psichedeliche, che segnano un nuovo cammino musicale per l’artista, sempre costantemente alla ricerca di nuovi stili e nuovi suoni. Il disco abbraccia tematiche che vanno dall’amore alle riflessioni sulla vita quotidiana e sul nostro io più intimo e privato, toccando anche temi sociali e civili come l’immigrazione e l’accettazione delle diversità e delle varie culture del mondo. In uno dei singoli che ne hanno accompagnato l’uscita, Tutto sembra normale – e nel concept del videoclip con la regia di Miriam Rizzo e la fotografia di Daniele Ciprì– Analfino, da sempre in lotta contro gli stereotipi e le convenzioni, racconta come la società di oggi sembra assopita e obbligata a comportarsi seguendo cliché, mode e convenzioni, dimenticando i valori più importanti. Durante la sua esibizione, una vera e propria esplosione di musica e intrattenimento,il cantautore sarà accompagnato da Peppe Milia alla chitarra e Angelo Spataro alla batteria.

Venerdì 14 La tua foto è come un rock è il nuovo format dell’HUB culturale di Officina Pasolini, ideato e condotto da Maurizio Malabruzzi, uno dei maggiori registi televisivi italiani, tra i fautori della musica in tv, con la collaborazione di Piero Fabrizi, musicista, compositore, produttore e docente della sezione Canzone. In ogni serata Malabruzzi avrà ospite un fotografo che ha fermato con i suoi scatti le leggende del rock. Si va dalla foto di Leonard Cohen, ritratto da Carlo Massarini all’università di Roma nel 1974, a uno dei mille scatti di Giovanni Canitano a Bruce Springsteen nelle strade d’America, al volto incredulo di Peter Gabriel con Armando Gallo o alla leggerezza improvvisa di Tom Waits con Guido Harari. In dieci foto verranno svelati i segreti che hanno portato a quell’unico inconfondibile frame. La chiacchierata sarà intercalata da brani scelti nei repertori degli artisti ritratti, interpretati e suonati da giovani diplomati della Sezione Canzone di Officina Pasolini, coordinati e diretti da Piero Fabrizi. Il primo fotografo ospite sarà Carlo Massarini, che ha attraversato con passione oltre quattro decadi di musica, sviluppando un considerevole ventaglio di competenze, tra cui la fotografia, che gli ha permesso di documentare, raccontare e interpretare anche visivamente i tantissimi incontri musicali di questi quarant’anni.

Martedì 18 arriva per la prima tappa in Italia di un tour europeo che toccherà anche Spagna e Francia Will Santt, nuovo talento brasiliano che, all’età di quattordici anni, ha iniziato a condividere le sue composizioni sui social, diventando rapidamente virale nel mondo. Cantautore, polistrumentista e poeta, classe 2003, ha iniziato il suo viaggio nella musica a nove anni e da allora non si è più fermato. Il primo strumento che ha imparato a suonare è stata la batteria. Successivamente, prima da autodidatta e poi attraverso studi musicali, si è avvicinato alla chitarra classica, scoprendo così appena undicenne la Bossa Nova e i suoi maestri: Tom Jobim, Vinicius de Moraes e João Gilberto. La curiosità per la musica lo ha spinto anche verso lo studio di altri strumenti, come il basso e la tastiera; così anche grandi nomi della MPB, la musica popolare brasiliana, come Caetano Veloso, Chico Buarque e Djavan sono diventati ispirazioni per la sua carriera. Attualmente sta facendo scalpore con i suoi video su Instagram, dove alterna la musica di questi artisti di riferimento alle proprie canzoni, riuscendo a concentrare tutti i suoi studi musicali solo su chitarra e voce. E in effetti, si sente un’intera orchestra nel suo raffinato modo di suonare la chitarra e accompagnarla con una voce delicata. Durante la serata non mancheranno le sorprese, a partire dalle due ospiti: Tosca, padrona di casa, che nella sua ricerca musicale da sempre spazia tra sonorità diversissime, tra cui quella brasiliana, e Serepocaiontas, nome d’arte di Serena Ionta, giovane cantantee ukulelista di Latina che, anche lei come Will Santt, si è avvicinata alla musica da piccola, postando video musicali su Instagram che hanno reso la sua pagina una community appassionata oggi con tanti followers. Proprio sui social è stata notata da Leonardo Pieraccioni, che l’ha scelta per interpretare un brano della colonna sonora del film Il sesso degli angeli. Poi è arrivata la cover di Azzurro per il documentario sulla vita di Paolo Rossi realizzato da Walter Veltroni, e di recente il programma Viva Rai2, dove ogni mattina spopola con il suo ukulele accanto a Fiorello. A introdurre il ConversaConcerto sarà il giornalista e conduttore radiofonico Max De Tommasi.

Martedì 19 sul palco di Officina Pasolini apre i battenti il Bar Moodala realtà musicale emergente nella finzione teatrale di un bar, un’occasione per far conoscere al pubblico artisti del panorama musicale e attoriale emergente che, confusi, invisibili e persi nel mare magnum della musica e del teatro, possono trovare qui un posto in cui esprimere la propria arte in serate all’interno di una cornice di situazioni comiche. Lo spettacolo sarà ambientato appunto all’interno del Bar Mooda, un locale di fantasia della periferia romana, luogo in cui tre protagonisti fissi (la proprietaria, una barista e una cameriera) interagiscono con gli artisti emergenti ospiti, che saranno ogni volta diversi. Attraverso esibizioni musicali dal vivo, incorniciate da un copione teatrale predefinito e a tratti improvvisato, i tre personaggi fissi fungeranno da “co-presentatrici” dello spettacolo. Bar Mooda è un progetto nato in seno a un gruppo di giovani artisti diplomati a Officina Pasolini da un’idea di Aurora Elisei, che insieme a Arianna Aloi, Valeria Cavaliere, Martina Colaprico, Paola Consagra, Martina De Santis, Giulia Annecchino formano il Collettivo Mentelocale. Gli ospiti musicali del primo appuntamento saranno: Alessandra Nazzaro e Jacopo Troiani.

Mercoledì 26 nuovo appuntamento con Superficie Live Show – attori sul palco a portata di video, format che racconta il mestiere dell’attore. Sul palco di Officina Pasolini cinque attori e attrici si mettono in gioco per una sera condividendo curiosità, opinioni, interpretazioni con una grande varietà di contenuti e un unico comun denominatore: la recitazione. Sia che si tratti di esibizioni teatrali di testi inediti o di rivisitazione dei grandi classici, sia di interviste e di momenti didattici, speech, rubriche di divulgazione e molto altro, Superficie Live Show è una sorta di varietà multitematico, in cui si passa dal monologo drammatico a quello comico e allo speech “intimo e profondo”. Le telecamere, introdotte in un momento di lockdown con i teatri chiusi, sono diventate punto fondamentale di un nuovo stile sperimentale a metà fra il cinema e il teatro. Al timone di questa nave teatrale sempre Matteo Santilli, conduttore della serata e ideatore del progetto.

Giovedì 27, nel suo incontro del format “Uno ad uno”, il giornalista e critico musicale Enrico Deregibus incontra Il Muro del Canto, band di culto che ha da poco pubblicato Maestrale, il suo quinto album in studio. Un disco intriso d’aria, fuoco, acqua e terra. L’uomo e la sua libertà sono il fulcro intorno al quale ruotano le immagini e i personaggi delle dodici storie proposte nella track list. Il rapporto dell’essere umano con la vita e la natura diventa quindi un filo rosso che lega le canzoni di Maestrale . Il Muro del Canto sono interpreti di un universo culturale radicato nelle strade della Capitale, costituiscono la nuova frontiera della canzone romana. Durante la serata le domande si alternano all’esecuzione di alcuni brani in acustico, evidenziando la costruzione degli stessi e l’evoluzione della band.


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