tor bella monica teatro
Due sorelle

Tor Bella Monaca Teatro Festival


“Le due sorelle”, produzione PipaMar, sarà in scena martedì 1 e mercoledì 2 agosto. Il testo di Alberto Bassetti vanta la regia di Pino Strabioli che dirige Laura Lattuada e Sarah Biacchi. In questo atto unico due giovani donne, due sorelle, nell’attesa di un improbabile autobus meditano sul loro futuro di attrici che ha appena visto fallire la propria piccola compagnia teatrale. Non siamo però di fronte a un testo di “teatro nel teatro”, ma piuttosto a una svolta nella vita delle due protagoniste: per Susanna, la maggiore, è il momento della verità; ha delle confessioni da fare a Francesca, che vive solo di teatro ed è all’oscuro di ciò che realmente tormenta la sorella; non vede l’ora di tornare a casa. Questa commedia nasce dall’esigenza di intervenire, nell’ambito della scrittura, sulla situazione eternamente drammatica della precarietà, venuta proprio in questo periodo (tra pandemia, venti di guerra e realtà virtuali che sembrano sciogliere ogni nostra residua certezza) così prepotentemente alla ribalta. La scommessa è stata quella di riuscire a parlarne in modo non cronachistico, ma apparentemente lieve, delicato (anche visivamente: ecco uno dei perché della scena rigorosamente spoglia), senza minimalismo ma anche senza urla. Una commedia fatta di personaggi piccoli e comuni, sensibili e fragili: non a caso due attrici; persone cioè che già vivono una posizione precaria per costituzione, fatta di spostamenti fisici e soprattutto mentali, adesioni caratteriali ed emotive a situazioni drammatiche o comiche, felici o disperate ma comunque diverse, altre. Così, quello cui assistiamo potrebbe essere un gioco, dettato dal carattere menzognero di una delle due sorelle, o realmente una situazione estrema, scaturita dall’amore e ancor più dall’ingenuità sperduta ed insicura di Susanna, da cui sembra possibile uscire col più devastante dei rimedi. Francesca, la sorella così diversa da lei, ricettiva e vibratile come la corda di un violino, accetta con spirito cechoviano questo triste destino, o davvero crede che non si tratti d’altro che dell’ennesimo scherzo della melodrammatica ‘Susy’? A ciascuno la propria personale risposta. Perciò, questa commedia è un tentativo di parlare “controcorrente” di un argomento doloroso di cui mi sembra troppo facile parlare dolorosamente. Se la drammaticità arriverà allo spettatore pur tra le pieghe di battute e situazioni capaci magari di suscitare il riso (o meglio uno chapliniano sorriso), il risultato sarà stato quello desiderato. Memore dell’insegnamento nietzschiano: “Ciò che è profondo vola sulle ali di una farfalla”.

Giovedì 3 e venerdì 4 agosto in programma è previsto Come Thelma & Louise  Due amiche libere”, una produzione Anathema Teatro Teatro della CorteLuca Ferri il quale oltre a dirigere lo spettacolo recita al fianco di Claudio Del Toro“Come Thelma e Louise” è il racconto di un’amicizia vera che fa riflettere sul tempo che passa, sui sentimenti che cambiano nelle varie stagioni della vita, ma soprattutto è uno spaccato d’esistenza che ricorda allo spettatore l’importanza della speranza per il futuro. Una commedia poetica e divertente, che racconta la storia di due vecchie amiche molto diverse tra loro, che decidono di vivere una nuova avventura nella terza età della loro vita. Ambientata alla fine degli anni ‘50, la storia si svolge presso un faro su un’isola dispersa che rimane senza guardiano, le due protagoniste decidono di rimettersi in gioco mollando tutto al paese e trasferendosi sull’eremo lontano. L’avventura le mette a dura prova, costringendole a riflettere sulla vita passata, sulla giovinezza, sugli amori, sull’amicizia e perché no, >anche sul futuro, sognando il viaggio successivo alla conquista dell’America proprio come Thelma e Louise. Allo spettatore appare una scenografia ricca di elementi realistici come l’interno della piccola casa, il grande faro che si erge dietro l’abitazione e la radio che collega e accompagna i vari momenti delle due protagoniste. Sandra e Splendora divengono eroine che esprimono il bisogno di una libertà sconosciuta e perfetta, una libertà che non ha prezzo. Libertà di parola, di espressione, di essere chi si vuole essere, di fare quello che si vuole fare, di poter scegliere il proprio destino. Tra la radio e gli interventi musicali le due protagoniste voleranno in quel “blu dipinto di blu” che tanto le fa sognare e ben sperare per il futuro! Voce e contributi audio Luca Marchioro; Foto Luca D’Agostino

Vladimir Luxuria è la protagonista indiscussa di “Princesa” tratto dalla storia vera di Fernanda Farias De Albuquerque. Il monologo, prodotto da Teatro e Società srl, sarà in scena sabato 5 agosto per la regia di Fabrizio Coniglio. “Princesa” per molti è il titolo di una famosa canzone di Fabrizio De André. Ma pochi sanno che la canzone parla di una persona realmente esistita, Fernanda Farias De Albuquerque, soprannominata Princesa, ovvero Principessa, da un ristoratore presso cui lavorava. Princesa è un ragazzino che non si riconosce nel suo corpo, e fin dalla piccola età vuole essere una ragazza. Si trucca, gioca con le bambole, desidera disperatamente di essere altro dal suo corpo. Inizierà quindi un suo viaggio, difficile e disperato, che parte da un piccolo paese rurale del brasile, fino ad arrivare alle grandi metropoli brasiliane ed europee; il filo conduttore di questo viaggio è la costante ricerca di un’identità sessuale emotiva. Scoprirà la sessualità con gli uomini e vorrà modificarsi, cambiando il suo corpo. Ma cosa rende la storia di Princesa così speciale? Così epica da sembrare una tragedia greca ambientata nella nostra epoca moderna? Ognuno di noi nella vita ricerca la propria realizzazione, la buona riuscita del proprio demone, come dicono i greci. Lo scopo della nostra vita è infatti, per i greci, la “eudaimonia”. Realizzare cioè il nostro demone, la nostra virtù, la nostra spinta vitale. Lo spettacolo, tutto tratto da lettere autentiche, si svolgerà in carcere. Con tutte le azioni reali e le attività che avvengono in carcere. Vedremo i sogni, le malinconie della nostra protagonista trans, che troverà conforto grazie al rapporto che ha, soltanto dalla sua finestra, col suo vicino di cella, con cui nascerà un amore platonico che la salverà dall’inferno. Il personaggio con cui la protagonista Princesa interagisce non parla mai, la ascolta soltanto, come avvenne nella realtà. Sarà proprio questo rapporto che salverà, almeno in carcere, la nostra protagonista che vivrà, proprio nella sua cella, uno dei momenti più belli della propria vita solo grazie all’ascolto di Giovanni, ergastolano sardo. Purtroppo i tormenti della protagonista, paradossalmente, torneranno a farle visita proprio dopo aver abbandonato il carcere di Rebibbia. Vladimir Luxuria regalerà le emozioni e le malinconie di Princesa che ha purtroppo vissuto anche lei sulla sua pelle. Sarà in tutto e per tutto una interpretazione, che potremmo definire neorealista, in cui lo spettatore non vivrà uno scollamento tra l’interprete e la storia. Tutti i fatti che racconteremo sono reali, e il copione teatrale è frutto sia di testimonianze raccolte dall’autore Fabrizio Coniglio, sia le lettere d’amore scritte all’ergastolano. Scene Paola Castrignanò; Costumi Sandra Cardini; Assistente alla regia Valentina Beotti; Light desigher Francesco Barbera; Foto Claudia Pajewsky; Graphic Design Scene Fabiana Di Marco; Aiuto regia Marianna Menga; Grafica Lillo Carpino.

“Cosa ti cucino, amore?”, produzione Seven Cults e Laboratori Permanenti, conclude la settimana domenica 6 agosto. Linda Brunetta scrive e dirige la commedia interpretata da Caterina CasiniMaddalena Rizzi Carlina Torta. Il solito scherzo del destino riunisce a casa di Silvia, la sera del suo compleanno, la svagata vicina Eleonora e Doga, una interprete turca di passaggio, unica ospite del suo improvvisato Bed & Breakfast. Il marito di Silvia, Tito, è il grande assente, di cui si parla continuamente. Solo alla fine le due invitate, che hanno fatto di tutto per divertire la “povera” Silvia, capiranno dov’è sparito Tito e nello stesso istante perché sono state coinvolte nei preparativi di una festa senza invitati. Una sarabanda di equivoci, fraintendimenti, colpi di scena. Uno humour sarcastico e surreale, che gioca con il linguaggio, i luoghi comuni, le convenzioni, le apparenze, svelando la doppia e tripla natura dei personaggi, allo stesso tempo profondi e superficiali, crudeli e innocenti, scaltri e ingenui. L’amore, la morte, la pasta per le tagliatelle, la danza del ventre, tutto ha lo stesso peso, entra a far parte del gioco, nell’unità di uno spazio scenico, che ha la dimensione molto femminile di una semplicissima cucina, dove può succedere e succede di tutto. Gli ingredienti della commedia e della vita delle tre donne e si mescolano, si impastano, si mangiano e si buttano, come quelli per preparare i cibi della festa sul grande tavolo che domina la scena. Nell’arco di poco più di un’ora, assolutamente in tempo reale, le tre donne, che fino ad allora nemmeno si conoscevano, si scontrano e si confrontano, si alleano e si detestano, ridono e si commuovono, inventano storie, leggende, bugie e grandi verità, trasformandosi completamente e alla fine trovando anche un modo per stare insieme affrontando allegramente una nuova vita. È uno spettacolo comico, nella direzione stilistica dello humour nero inglese, dove, coniugando understatement e situazioni paradossali, non si ricorre alle facili battute, ma si coinvolge lo spettatore in modo sottile, spiazzandolo e sorprendendolo, per ritrovare un’ironia al femminile moderna e originale.

Teatro Tor Bella Monaca  – Arena Teatro Tor Bella Monaca

Via Bruno Cirino angolo Via Duilio Cambellotti raggiungibile con Metro C o   Linea Bus 20 
Ampio parcheggio disponibile


Per informazioni e prenotazioni:
Telefono 062010579  (dalle 10:30 alle 19:30)
Messaggi whatsapp  3920650683
promozione@teatrotorbellamonaca.it


Botteghino:   dal martedì  alla domenica dalle 10,30 alle 21,30
www.teatrotorbellamonaca.it – www.teatriincomune.roma.it
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BIGLIETTI
intero 12,00 Euro
ridotto 10,00 Euro
giovani 8,00 Euro
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Comunicato Stampa


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