Signal Reload
Dalila Kayros AnimamiI foto di Danilo Casti

A Cagliari il Festival Signal Reload dedicato alla musica elettronica e d’avanguardia


Dal 13 al 22 ottobre negli spazi del Ghetto di Cagliari (in via Santa Croce 18) si terrà la diciassettesima edizione del festival Signal Reload, la rassegna dedicata alla musica elettronica e d’avanguardia, alla sperimentazione, improvvisazione con uno sguardo trasversale sulle ricerche in campo visivo, performativo e live media. La manifestazione è curata e organizzata dall’associazione TiConZero, centro di produzione e ricerca artistica multidisciplinare sotto la guida di Daniele Ledda, è organizzata da una rodata squadra di collaboratori tra i quali Raffaele Tronci (direzione artistica) e Valentino Nioi alla produzione.

Il festival quest’anno proporrà un cartellone con il coinvolgimento di oltre 70 artisti sardi, nazionali e internazionali, con l’obiettivo di utilizzare l’improvvisazione guidata, la composizione, la scrittura e il video al servizio della narrazione.

Tra i protagonisti ci saranno Luca T.Mai, Omar Leone, il trio LILI, SARRAM, Stromboli, il progetto The Owl in Daylight, Cinzia Curridori, SamurKhouja, il collettivo psichedelico C+C=Maxigross, la Brenti Orchestra di Alessandro Cau, il duo Sprigu, Menion, il progetto Clavius di Daniele Ledda, Bruce Fuckstain, l’Ensemble KÁTA STRÒFE, Dalila Kayros e Danilo Casti, Rael,  il progetto FӨRMS e Roberto Musanti, tra gli altri.

“Signal Reload è un festival internazionale che miscela performance, sound art, video e concerti, riuscendo a coniugare riferimenti musicali di rigoroso valore storico ad esperienze di ricerca che superano i generi e attraversano vasti paesaggi sonori”, spiega Daniele Ledda, direttore artistico della manifestazione“Svolgiamo un costante lavoro rivolto all’analisi dei linguaggi e di nuove forme espressive. In questa annualità, la direzione artistica svolta da noi in maniera collegiale con la importante partecipazione dei soci Raffaele Tronci e Valentino Nioi, oltre a tenere vive le risorse creative del territorio con gli artisti sardi, ha affiancato una serie di ospiti nazionali ed internazionali tra i quali ricordiamo C+C=Maxigross e Luca T. Mai. Ci saranno dei lavori per ensemble come Brenti e Snake, artisti attivi da anni come S A R R A M, Dalila Kayros, tra gli altri. In questa edizione abbiamo dato spazio ai giovani interpreti DELLA musica contemporanea e di ricerca tra i quali il violoncellista Omar Leone, i pianisti Giorgia Pintus e Alessandro Perra, l’Ensemble KÁTA STRÒFE coordinato dalla flautista e performer Alessandra Giura Longo, la percussionista Cinzia Curridori e nuovi artisti audiovisivi come Sara Vargiu. Il nutrito cartellone si snoda attraverso sei appuntamenti e tre giorni di laboratorio, con il coinvolgimento di oltre 70 artisti.”

Tutto il festival sarà indirizzato a ridurre l’impatto ambientale delle performance, finanziando opere di riforestazione attraverso servizi come “Adotta un Albero“. L’associazione si impegna costantemente per una maggiore inclusività, lavorando ad un piano triennale volto a ospitare un sempre maggior numero di artiste e di artisti che vanno oltre il binarismo di genere.

 Signal Reload è realizzato grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna (RAS L.1/90 ART. 56) e del Ministero della Cultura – FUS Fondo Unico per lo Spettacolo, Fondazione di Sardegna, in collaborazione con i festival Spaziomusicae Gràcia Territori Sonor – LEM Festival.

IL PROGRAMMA – L’edizione numero diciassette del Signal Reload vivrà la sua prima giornata venerdì 13 ottobre al Ghetto di Cagliari (biglietto d’ingresso a 6 euro): dalle 19.30 si alterneranno i concerti del violoncellista Omar Leone, giovane artista figlio del Conservatorio di Musica di Cagliari, che nonostante la giovane età vanta importanti esperienze e partecipazioni ad eventi come il “Festival Inaudita”, “Notturni Contemporanei”, Festival Spaziomusica, “IX festival pianistico”, “Cammei contemporanei” “Interzone”, “Polline”, e “Monografie”, tra i tanti. Il suo approccio al violoncello è trasversale e lo porta a importanti incursioni nell’ambito della sperimentazione.

Altro protagonista della giornata sarà il progetto “The Owl in Daylight” di Giacomo Salis, percussionista, batterista e ricercatore timbrico. La formazione, composta dallo stesso Salis alle percussioni ed elettronica, da Mauro Vacca alla voce e campionatore e da Andrea Cherchi alla voce, campionatore e moog, configura il proprio lavoro come il tentativo di mettere in cortocircuito due mondi apparentemente lontani: la ricerca timbrica e la sperimentazione da un lato, il cantautorato oscuro e outsider dall’altro.

Spazio poi a Luca T. Mai, sassofonista baritonista italiano, cofondatore insieme a Jacopo Battaglia e Massimo Pupillo degli Zu, band di difficile categorizzazione, molto amata dai suoi fan in tutto il mondo. Le influenze che caratterizzano tutt’ora il suo percorso musicale vanno da Coltrane e Dolphy, ai Meshuggah e Melvins passando da FelaKuti, Miles Davis, TheloniousMonk, Tommy McCook, dai Black Sabbath fino agli Stooges. Il suono del suo sassofono si contraddistingue per un uso mirato di alcuni effetti, che lo rendono grosso e distorto, tanto che da alcuni critici è stato definito simpaticamente il Kerry King del sax. Nel corso degli anni Luca T. Mai ha suonato con i tre sassofonisti cardini del jazz e della musica improvvisativa attuale, come Peter Brotzmann, Mats Gustafsson e Ken Vandermark e collaborato con Mike Patton, Nobukazu Takemura con il compianto Steve MacKay e tanti altri.

A seguire la performance di S A R R A M, progetto di Valerio Marras, musicista proveniente da Nuoro, che andrà in scena con il suo progetto solista di matrice drone/ambient in cui convivono elementi di natura doom, postrock e noise. Già in attività con Thank U For Smoking, Charun e Spheres, nel febbraio 2017 ha pubblicato il suo primo album, “A Bolu, in C” (Talk About Records, 2017), composto da una suite di trentasette minuti in cui il suono di chitarra viene miscelato attraverso effetti e loop, improvvisando a tratti un percorso armonico che si muove attraverso l’esplorazione di diverse scale, e circondando l’ascoltatore di un paesaggio sonoro ora elettrico, ora etereo e riflessivo oppure nervoso e rapido. Dell’anno successivo è il disco “FourMovements Of A Shade” (MidiraRecords, 2018) composto da quattro tracce, che si muovono attraverso generi diversi come drone, ambient, doom e in qualche modo minimal post-rock, suonate solo con una chitarra e alcuni sintetizzatori.

Gli appuntamenti del festival proseguiranno sabato 14 ottobre, a partire dalle 19.30 al Ghetto (biglietto d’ingresso a 8 euro) con la giovane percussionista cagliaritana Cinzia Curridori, formatasi con artisti del calibro di Roberto Pellegrini, Francesco Ciminiello e Roberto Migoni, Claudio Santangelo, Alessandro Di Giulio, Roberto Pangrazzi e Laura Mancini. Al suo attivo vanta importanti masterclass con Gaston Sylvestre e FrançoiseRivalland. Si è esibita in numerosi concerti nel territorio regionale sia come solista, che in diverse formazioni da camera, collaborando con l’Ensemble Scisma di Cagliari e partecipando a festival come Interzone, Inaudita, SpazioMusica, Signal Festival. Ha in repertorio composizioni di importanti autori della letteratura musicale per percussioni (tra cui Reich, Xenakis, Sueyoshi, Miyoshi, Cage, Aperghis) e si dedica anche alla musica sperimentale contemporanea.

Si proseguirà poi con l’ensemble Sprigu, duo di musica elettroacustica improvvisata composto da Marco Coa e Andrea Sanna entrambi all’elettronica e al fender rhodes. A contraddistinguere il progetto è la specularità dei due artisti che, con personalità differenti, interagiscono uno di fronte all’altro, ognuno sul proprio Rhodes, creando un discorso musicale in continua evoluzione, tra sperimentazione, ricerca di nuove possibilità timbriche e ritmiche.

A presentare la sua ultima uscita discografica “Cosmic Res” arriverà poi il collettivo C+C=Maxigross, forte dell’ottavo lavoro in studio, a Cagliari con una lettera aperta e toccante che già preannuncia la profondità dell’opera, non solo nella produzione, ma anche nell’intenzione. Il collettivo torna sulla scena al Signal Festival dopo due anni di silenzio con un rinnovato percorso discografico, anticipato dai singoli “Ooh, and itmakes me wonder” e “Io me ne sto fermo ad aspettare”, usciti nei mesi di novembre e dicembre dello scorso anno.

A completare gli appuntamenti della serata arriverà la Brenti Orchestra creata da Alessandro Cau, un progetto multiforme, approda in ogni luogo con musicisti differenti e così ne cambia il timbro. L’Orchestra si basa sul respiro del suono acustico, sull’ascolto reciproco, senza intermediazioni tecniche e annovera tra i suoi interpreti Federico Fenu (trombone basso), Mauro Diana (clarinetto basso), Maurizio Floris (sax contrabbasso), Luigi Frassetto (chitarra), Tobia Poltronieri (chitarra), Raffaele Pilia (chitarra preparata), Marco Giudici (synth), Marta Loddo (voce), Gianfranco Fedele (rhodes), Tancredi Emmi e Edoardo Meledina (contrabbasso), Antonio Pinna e Alessandro Cau (percussioni).

Domenica 15 ottobre la giornata della diciassettesima edizione di Signal Reload inizierà alle ore 18 (biglietto a 8 euro) con un programma ricco di ospiti e appuntamenti, aperti dal giovane pianista Alessandro Perra, fresco di diploma al Conservatorio di Cagliari, dopo un interessante percorso che l’ha visto specializzarsi in prestigiose scuole europee con insegnanti di fama internazionale. Un’altra pianista, Giorgia Pintus, figlia del Conservatorio di Cagliari si esibirà successivamente nel pomeriggio del festival dedicato a ricerca e improvvisazione.

In seno alla collaborazione con il festival Gràcia Territori SonorLEM (BARCELLONA) sarà poi la volta della formazione Los Sara Fontan, nata nel 2017, un duo sperimentale con solo violino, tastiera e batteria, con un arsenale di pedali ed effetti e risorse che portano a una ricerca mirata alla contemporaneità, all’elettronica, dall’atmosfera allo sfrenato in pochi secondi. La loro musica nasce e muore sul palco e quella volatilità trasforma ogni spettacolo in una sorta di liturgia irripetibile che rimane solo nella memoria di chi ha la fortuna di goderne.

Spazio poi all’Ensemble KÁTA STRÒFE, nato nel 2022 all’interno del Conservatorio di Cagliari, nella classe di musica da camera di Alessandra Giura Longo. Uniti dalla passione per la musica contemporanea e dalla voglia di conoscere e sperimentare le nuove forme e direzioni della creazione contemporanea, i suoi componenti hanno già al loro attivo un’interpretazione del brano Par une forêt de symboles di VinkoGlobokar al festival Interzone (Cagliari), dedicato a Roberto Pellegrini. Ognuno di loro svolge attività concertistica in Sardegna e fuori dall’isola, come solista o con altri ensemble, fra cui l’ensemble Scisma, sempre del Conservatorio, e Kadossene di Cagliari anche in situazioni performative e sperimentali. Appartengono all’ensemble Melania Bertolo, Alessandra Giura Longo, Manuela Ragusa, Amalia Fenu, Giulia Marongiu e Davide Collu.

A seguire spazio al progetto Menion, creato da Stefano Ferrari, chitarrista, produttore e compositore sardo con sede a Berlino.  Menion nasce dall’esigenza di raccontare immagini, esperienze e impressioni attraverso i suoni e la loro manipolazione. La sua musica è un’elettronica visionaria e descrittiva che unisce influenze ambient, drone, glitch e post-rock. Il concetto sonoro si basa su un’elaborazione del suono della chitarra per arrivare ad una trasformazione dell’identità della sorgente sonora per poi integrarla in contesto sonoro più ampio. La sua estetica è stata influenzata da band e artisti come Sonic Youth, Christian Fennesz, Alva Noto, Bartok e molti altri.

Altro imperdibile appuntamento della serata sarà quello con Daniele Ledda, che si esibirà con Clavius, famiglia di strumenti auto-costruiti da lui ideata partendo dal concetto di pianoforte preparato di John Cage. Muovendosi tra i suoi tasti e le sue corde, Ledda sperimenterà le possibilità di fusione tra il suono analogico e quello digitale, esplorando le sue sconfinate possibilità in maniera ordinaria e diffusa.

A presentare il suo nuovo album ‘Drang’ al festival Signal Reload ci sarà subito dopo Stromboli (Maple Death Records, Oltrarno Recordings), il progetto del musicista bolognese Nico Pasquini. Con un pulsare avvolgente, rumore, percussioni propulsive, così come momenti di volo estatico, l’album dipinge un mondo post-umano di sensibilità ambigua, dove la distinzione tra umanità e simulazione è diventata mal definita e illusorio. In questo senso, “Drang” rappresenta una visione paradossale di percezione rarefatta e forme indeterminate, energia vivida e risonanze insolite, rivelazioni audaci e correnti nascoste.

Venerdì 20 ottobre il festival vivrà un altro intenso weekend di appuntamenti, che inizieranno alle 19.30 (biglietto d’ingresso a 6 euro), ancora negli spazi del Ghetto di Cagliari: dopo aver intrapreso una nuova avventura discografica pubblicando il primo EP in italiano “SPAZIO”, al centro della scena ci saranno le LILI, progetto elettronico delle produttrici e polistrumentiste Lisa Masia e Marina Cristofalo – già note come Lilies on Mars, enfants prodiges scoperte dal maestro Franco Battiato – pronte a suggellare questa nuova fase del loro percorso con il debut album “SPAZIOTEMPO” dello scorso maggio. Dieci tracceche compongono il lavoro discografico più pop di Lisa e Marina. Una nuova dimensione che conserva un sapore spaziale e retro-futurista. Come dicono le LILI,«Su marte suonavamo la musica con lo sguardo rivolto all’insù, verso la terra, ora su quella terra distante anni luce ci siamo arrivate». Ad affiancarle ci sarà Lorenzo Masini al synth.

Un interessante laboratorio di improvvisazione e composizione istantanea a cura di Daniele Ledda verrà proposto successivamente: con “Snake Lab” la volontà dell’artista è quella di approfondire l’universo dell’improvvisazione non idiomatica nelle sue varie possibilità. Verranno affrontati, anche in relazione all’organico ed agli orientamenti dei musicisti, diversi argomenti: dall’improvvisazione strutturata all’improvvisazione libera, dalla conduzione alla lettura di partiture grafiche e videografiche. In particolare si utilizzerà un sistema che fonde assieme diverse tecniche di improvvisazione guidata, dove il direttore compone istantaneamente ma raccoglie anche le richieste dei singoli musicisti e mostra dei segnali o gesti che determinano delle particolari interazioni tra gli esecutori. Nel percorso gli iscritti verranno invitati ad esplorare nuove modalità di espressione con i propri strumenti ed a cercare diverse forme di interazione con gli altri attraverso l’attività di gruppo ed alcuni momenti di approfondimento individuali. Negli incontri si affronta un approccio laboratoriale che rappresenti alcuni aspetti della pratica dell’improvvisazione differenti per natura e concezione, svincolandola dal contesto di genere cui viene spesso esclusivamente associata esplorando le potenzialità della creazione istantanea, coordinando suono, narrazione, visione. La serata verrà portata a termine dall’esecuzione della musicista e performer Sara Vargiu.

Sabato 21 ottobre si inizierà alle 19.30(biglietto d’ingresso a 6 euro) con il progetto “j-mve” di Marco Manconi, un musicista e produttore sardo con base a Cagliari. La sua musica è caratterizzata da sonorità ambient/drone prodotte dall’unione di campioni di chitarra e synth, field recordings, beats ed effetti. Nel 2020 compone la colonna sonora per il cortometraggio “S’Espropriu”, diretto da Emanuele Massa e nel 2022 si laurea in Sonology (NL), dove affina le tecniche di composizione e sound design. Attualmente frequenta il biennio di Musica Elettronica presso il Conservatorio di Cagliari.

Seguirà la performance di Rael, al secolo Marco Ruju, pianista, compositore e musicista elettronico, dopo anni di studi classici e jazzistici si è iscritto nella classe di Musica Elettronica del Conservatorio di Cagliari, per approfondire ed esplorare le piene potenzialità tecniche ed espressive del mondo sonoro. Il suo nuovo progetto si basa su una rivisitazione integrale del live coding e sulla costruzione di un mondo granulare e microsonoro.

Spazio successivamente a Samur Khouja, sound designer e ingegnere del suono con sede a Los Angeles. Il suo lavoro include installazioni audio e video sugli effetti distruttivi dell’estrazione mineraria nelle profondità marine e spettacoli e tournée sotto il soprannome di Conscious Summary. Ha fondato il locale sperimentale (the) Handbag Factory nel 2011 e gestisce i Seahorse Sound Studios dal 2004. Blue Peril Sonification è una performance audio e video multicanale che porta l’attenzione sulle distruttive attività minerarie nelle profondità marine del Pacifico. Il lavoro tiene traccia delle particelle di sedimenti tossici porteranno gravi danni alla vita marina endemica e sconosciuta dell’Oceano e che su questo avranno non indifferenti impatti ambientali. Per questa installazione/performance verranno utilizzati i dati di tracciamento delle particelle e dei sedimenti come sorgente sonora e controller per registrazioni idrofoniche personalizzate dell’Oceano Pacifico e proiezioni video.

Chiuderà la serata l’esibizione del duo composto da Dalila Kayros e Danilo Casti. Cantante, compositrice e ricercatrice, Dalila Kayros si distingue per la sua incessante esplorazione del suono vocale, che la conduce verso un percorso a più dimensioni, sia musicali che concettuali. Per lei la voce non è solo uno strumento, ma una vera e propria espressione del suo mondo interiore. Danilo Casti è un musicista e compositore elettronico/elettroacustico con una carriera radicata nella scena musicale dagli inizi del 2000. Nel corso degli anni, ha esplorato diversi ambiti musicali, dall’improvvisazione elettroacustica all’installazione multimediale, dal teatro di ricerca alla danza contemporanea, attivo sia come solista che come collaboratore in progetti collettivi. Il suo stile musicale si caratterizza per la fusione di suoni sintetici e concreti, organizzati attraverso metodologie non convenzionali e attraverso l’utilizzo di processi di composizione algoritmico-generativi, con incursioni in sonorità talvolta più ruvide e aggressive.

L’ultima giornata del festival Signal Reload 2023 si vivrà domenica 22 ottobre, a partire dalle 18 (biglietto d’ingresso a 6 euro): ad aprire gli appuntamenti tardo pomeridiani il giovane percussionista Davide Collu, altra giovane leva nata a Cagliari nel 1999. Sin da bambino suona gli strumenti a percussione e a 17 anni decide di proseguire gli studi iscrivendosi al corso di Laurea Triennale al Conservatorio di Cagliari, sotto la guida del Maestro Francesco Ciminiello. Grazie a lui si interessa sempre più alla musica contemporanea e al genere del teatro musicale, frequentando anche masterclass con esperti del settore come Gaston Sylvestre, FrançoiseRivalland, Antonio Caggiano. È attivo sia nell’ambito didattico che concertistico, e ha collaborato con diverse associazioni musicali come Incontri MusicaliSpazioMusica, TiconZero e Amici della Musica ed è membro dell’Ensemble Scisma, volto alla creazione ed esecuzione della musica d’oggi. Il suo repertorio spazia su vari generi ma predilige quello contemporaneo, ha interpretato musiche di G.Aperghis, V.Globokar, J.Cage, F.Filidei, F.Sarhan, P.Glass, F.Oppo, I.Xenakis, F.Donatoni, K.Stockhausen.

Spazio poi a Roberto Musanti, media artist e musicista, che si occupa di arte elettronica dai primi anni 80, che salirà in cattedra con la performance multimediale“Fata Morgana”. L’immagine digitale con la sua definizione sempre più precisa, e la sua pervasività, ha finito per creare una seconda realtà in cui reale e virtuale si mescolano e si ibridano a vicenda. Questo nuovo spazio percettivo confonde i nostri sensi e genera confusione nei nostri ricordi. Una nuova Fata Morgana, capace di generare immagini visionarie e inganni fatali. Da queste riflessioni nasce la performance audio-visuale “Fata Morgana” in cui immagini reali e generative confluiscono, senza soluzione di continuità, le une nelle altre.

Riflettori accesi successivamente sul progetto FӨRMS, formazione che vede la luce nel pre pandemia e si ispira anche da questi ultimi anni di forti tensioni, esplorano intrecci strumentali uniti alla sperimentazione compositiva. La loro musica è caratterizzata da brani minimali, oscuri e ripetitivi, legati da melodie oniriche. Provenienti da diverse esperienze (La Piramide di Sangue, Golfclvb, Vanvera, Scrondo, Telephant, La T.a.r.c.), i FӨRMS sono Massimo Trogu, Riccardo Perria, Marcello Pisanu e Stefano Lo Piccolo

Bruce Fuckstain, una delle tante incarnazioni del trasgressore TMF (noto anche come L’Impostore, CR, KrampusClawz, etc), il compito di chiudere l’edizione numero diciassette del festival Signal Reload. Bruce si esprime ai massimi livelli con l’harshnoise, i campioni rotti, gli spazi snervanti, il buio profondo e le lingue contorte. Tramite campionatori, sintetizzatori, effetti, oggetti, voce e feedback l’artista presenterà una performance con pezzi tratti dal suo disco “Burned in the U.S.A”.

LA DIREZIONE ARTISTICA – Daniele Ledda è un artista sonoro, docente, ricercatore che vive e lavora in Sardegna, dove insegna Musica Elettronica al Conservatorio di Cagliari. Dal 2018 è direttore artistico dell’attività dell’Associazione Ticonzero affiancato dal prezioso lavoro dei soci Raffaele Tronci e Valentino Nioi. È interessato al rapporto con le arti visive, e realizza ambienti sonori per mostre d’arte e installazioni video. Ha al suo attivo numerose composizioni originali per la danza contemporanea. Negli ultimi anni sta esplorando l’esperienza della filosofia nella pratica delle arti contemporanee, attraverso la creazione di lavori che coordinano la scrittura, la parola, la visione e l’ascolto. E’ attivo come solista al campionatore, ed in vari gruppi: CoincidentiaOppositorum, Experimento, Ensemble Spaziomusica, SyntaxError, Spectrasonic, Jetée trio, come compositore, al live electronics e al campionatore. Ha collaborato, tra gli altri, con Marcus Stockhausen, Llorenç Barber, David Moss, HenningFrimann, David Shea, OtomoYoshihide, Marco Cappelli, Marc Ribot, Elliott Sharp, Eric Bogosian, Jim Pugliese.

L’ORGANIZZAZIONE – Ticonzero è un centro di produzione e ricerca artistica multidisciplinare. Nasce nel 1995 come Associazione culturale. Si occupa di musica d’avanguardia, elettronica e sperimentale. Ha scelto da subito l’ambito della ricerca musicale ed è diventato nel tempo un luogo in cui si favoriscono gli scambi artistici, un laboratorio dove si progettano nuove produzioni e attività didattiche, puntando sulla trasversalità dei linguaggi. Attraverso una fitta trama di interazioni con il teatro, la danza, le arti visive, Ticonzero intercetta e rielabora gli sfaccettati segnali dell’espressione artistica che gravitano intorno alla musica. I progetti che propone sono dedicati a quel pubblico che avverte la necessità del rinnovo dei linguaggi, che desidera espressioni di segno innovatore, che ambisce a percorsi mentali originali e prospettive alternative a quelle preconfezionate dalle logiche del consumo culturale. L’abbinamento di musica e videoarte, ormai consueto nel lavoro di Ticonzero, si è rivelato particolarmente felice e apportatore di consensi. Tale scelta è in buona parte ispirata alle commistioni, piuttosto frequenti nella contemporaneità, tra i vari linguaggi artistici, soprattutto riguardo alle produzioni d’avanguardia. Gli artisti coinvolti rappresentano le leve emergenti di una ricerca al confine tra la dimensione sonora e quella visiva, apprezzata in contesti istituzionali e non, saia in Italia che all’estero. Nelle produzioni Ticonzero, le tecniche di composizione ed esecuzione privilegiate conducono alla realizzazione di musiche originali, eseguite dal vivo con strumenti di varia natura: elettronici, digitali, musicali tradizionali, elettroacustici, oggetti sonori. Forte attenzione è data all’uso delle nuove tecnologie applicate alla musica. Ticonzero esplora, dunque, la dimensione sonora attraverso le ricerche contemporanee che intrecciano i linguaggi e le pratiche, in una continua messa in discussione dei presupposti compositivi, che è poi il punto di partenza di ogni pensiero artistico votato alla sperimentazione e pienamente aperto al cambiamento. Dal 2018 l’Associazione ha cambiato direzione artistica con Daniele Ledda. Il nuovo obiettivo dell’Associazione Ticonzero è centrato sulle risorse artistiche e creative del territorio, non con un richiamo episodico, ma come manifestazione di un laboratorio permanente. La creazione di una rete i cui nodi sono sempre attivi nella produzione e sperimentazione. La rete in questo senso, per usare un parallelo informatico, è una rete locale. Un nodo importante in questa rete è rappresentato dalla comunità legata al dipartimento di musica elettronica del conservatorio di Cagliari e dal progetto Snake di composizione istantanea.

Locandina

Comunicato Stampa: Simone Cavagnino


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