Catherine Russell UNICEF

Unicef le parole di Catherine Russell al G7 Istruzione di Trieste


 “Buongiorno, sono onorata di essere qui oggi. Vengo dal Sudan dove quasi un’intera popolazione di bambini in età scolare – circa 17 milioni di bambini– non va a scuola da quando la guerra è iniziata un anno fa.  Ho visitato un centro UNICEF polveroso e caldo, pieno di bambini fuggiti dal conflitto. Molte delle ragazze presenti mi hanno raccontato di aver perso tutto: vestiti, case, amici e scuole. Mentre il loro mondo si è sgretolato, il loro messaggio per me è stato chiarissimo. “Vogliamo tornare a casa e vogliamo tornare a scuola”. 

Ho condiviso questa storia con voi oggi perché nonostante le terribili avversità subite, hanno ancora speranza – speranza per il loro futuro e di tornare a scuola. Sognano ancora di diventare avvocati, medici e architetti.  

Come comunità globale stiamo deludendo queste ragazze e altre centinaia di milioni di bambini come loro  mondo.  

Nel momento in cui ci incontriamo qui oggi, ci sono 250 milioni di bambini fuori dalla scuola – un aumento di 6 milioni dal 2021. Tra questi ci sono 100 milioni di bambini in Africa. 

Per un bambino questa è una tragedia, per un Paese è una catastrofe generazionale. I bambini del Sudan non sono soli nella loro condizione. Altri milioni nella Repubblica Democratica del Congo, a Gaza, ad Haiti e in altre zone di conflitto si vedono negare il diritto all’istruzione. Anche qui in Europa l’istruzione dei bambini è stata interrotta, prima dalla pandemia da COVID-19 e poi da anni di guerra in Ucraina. Questa crisi dell’apprendimento nel mondo ci coinvolge tutti.

Come Ministri dell’Istruzione, sapete meglio di chiunque altro che l’istruzione è fondamentale – per ogni bambino ma anche per le comunità e i paesi che aspirano alla produttività, all’ingegno e alla stabilità. 

Grazie per aver riflesso il principio del “non lasciare indietro nessuno” nel vostro comunicato… per aver sottolineato l’importanza di raggiungere i bambini più vulnerabili, compresi i bambini colpiti da disastri… dalla povertà …. i bambini che vivono con disabilità… e in particolare le ragazze. 

Voglio portare la vostra attenzione sulle principali sfide delle ragazze che hanno maggiori probabilità di lasciare la scuola e minori probabilità di ritornarvi dopo interruzioni come conflitti e disastri climatici.

Una volta che queste ragazze vengono abbandonate al matrimonio, al lavoro o ad altre forme di sfruttamento, è molto difficile – se non impossibile – riportarle a scuola.

 L’UNICEF è determinato a garantire il diritto all’istruzione per queste ragazze e per tutti i bambini.

Non possiamo permettere che queste ragazze vengano lasciate indietro.  Cosa dobbiamo fare? Vorrei suggerire alcune priorità.

Innanzitutto, dobbiamo migliorare la qualità e l’impatto dell’istruzione. Non basta portare i bambini a scuola…. dobbiamo assicurarci che i bambini imparino davvero.

In secondo luogo, dobbiamo usare l’innovazione e le tecnologie per raggiungere più bambini con l’istruzione di alta qualità – soprattutto le ragazze. Dobbiamo pensare bene a come l’Intelligenza Artificiale ci possa aiutare in questo sforzo.

Istruire i bambini del mondo è un programma ambizioso e richiederà sforzi massicci e coordinati. Come Paesi del G7, avete un ruolo indispensabile da svolgere.  

Noi dell’UNICEF e altri membri di questa comunità sappiamo cosa va fatto e sappiamo come farlo con il sostegno dei vostri Governi e di partner come l’Unione Africana, che stanno tracciando la strada.  Dobbiamo sostenere gli insegnanti con materiali didattici efficaci. Dobbiamo incontrare i bambini dove sono e dobbiamo valutare rigorosamente l’impatto del nostro lavoro. Vi esorto ad aggiungere la vostra voce importante a questi sforzi… di ricordare ai ministri delle Finanze e dello Sviluppo e ai parlamentari che l’istruzione è un diritto ed è importante per i bambini di tutto il mondo, così come lo è per i bambini dei nostri Paesi. Sappiamo cosa fare. Per favore, aiutateci a farlo. Non possiamo permetterci di deludere questi bambini. Grazie.”

Comunicato Stampa: Unicef


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