Bruxelles, 12 aprile 2013. “La sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo (‘Torreggiani e altri contro l’Italia’) ha fotografato chiaramente la grave situazione carceraria del nostro Paese. L’appello alla Grande Camera fa prendere tempo, ma le soluzioni non possono più attendere. Il dato più preoccupante resta, a mio avviso, che circa il 40% dei detenuti nelle carceri italiane sarebbero persone sottoposte a custodia cautelare in attesa di giudizio. Questo dimostra chiaramente che non si tratta soltanto di un problema riguardante il malfunzionamento cronico del sistema penitenziario, ma di una situazione grave che richiede urgentemente un’efficace e profonda riforma della giustizia italiana. Costruire solo nuovi penitenziari non risolve il problema”.
Lo afferma l’europarlamentare del Pdl Lara Comi dopo il ricorso dello Stato alla Grande Chambre della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che a gennaio ha condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante di 7 detenuti, dando all’Italia un anno di tempo per adeguare il sistema carcerario.
“Ad aprile 2012 – sottolinea Lara Comi – il tasso di sovraffollamento carcerario in Italia era pari al 148%, un dato inaccettabile che deve spingerci a trovare soluzioni rapide ed efficaci. In particolare, credo sia giusto accogliere l’invito della Corte Europea a individuare nuove misure punitive non privative della libertà, riducendo al minimo il ricorso alla custodia cautelare in carcere e solo per i reati più gravi. Penso a lavori socialmente utili che trasformino una detenzione umiliante in una condizione sicuramente ‘obbligata’ e controllata, ma che può aiutare tutti coloro che hanno sbagliato a rieducarsi e a reinserirsi così nella società in maniera più giusta ed efficace”.
“La pena – aggiunge Comi – deve essere compatibile con la dignità umana e soprattutto deve svolgere quella funzione rieducativa che la stessa Costituzione afferma con chiarezza (articolo 27 comma 3). Bisogna accelerare i tempi della giustizia per assicurare all’indagato o imputato tempi ragionevoli entro i quali essere giudicato. Chi subisce misure cautelari detentive e magari viene assolto o prosciolto dalle accuse a seguito di un processo lunghissimo subisce un danno che non potrà mai essere ripagato da un risarcimento. L’Italia non può più permettersi di tollerare simili ingiustizie e pertanto faccio un appello affinché si proceda quanto prima a una riforma vera della giustizia e del sistema penitenziario degno di un Paese civile”.
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l italia si deve solo vergognare i detenuti si suicidono e il nostro stato non fa niente mi vergogno di essere un italiano