Carmine Torchia "Bene"

Carmine Torchia è un artista nomade, un poeta vagabondo che trae musica dai suoi viaggi esperienziali nella realtà italiana. Circa 9000 km percorsi, 130 ore di viaggio e un’intensa attività live per tutto lo stivale lo confermano. Durante il suo percorso ha incontrato anche il teatro, come è avvenuto con Tavole Imbandite, uno spettacolo che ha messo in scena il tema delle arti culinarie espresse in canti e racconti dalle reminescenze popolari.

Così il suo nuovo lavoro “BENE” palesa questa passione per l’arte a 360°, rinviando all’amore per i grandi poeti e cantautori che ci hanno emozionato, alle sperimentazioni surreali e a un passato psichedelico.
E proprio passato e presente si fondono in quello che è un album di passaggio, che porta con sé pezzi rivisitati e apre contemporaneamente una porta al nuovo: si incontrano brani ossimori che spaziano da una ritmica possente a canti gracili e canzoni che fanno da specchio a chiunque le ascolti, perché rivedersi in esse è facile. Si sente anche l’eco dei
Pink Floyd nella canzone di chiusura “Giorno dopo giorno”, percepibile già nel susseguirsi dei pezzi e non si può evitare il sorriso davanti a brani umoristici come “Il bacio del ladro” (storia di un ridicolo sovvertitore dell’ordine) o “La cinese e l’italiano” (dove una ragazza orientale si innamora di un musicista ultra depresso).

Nei 10 pezzi del disco si ritrovano la sensibilità e il gusto degli amici Peppe Fortugno e Roberta Cartisano, con cui condivide un’estetica del suono scaturita da una profonda ricerca. Musica e poesia si fondono.

E il valore dell’arte sopra tutto e tutti, incluso l’uomo, si manifesta nella cover dell’album che è priva di titolo e nome dell’autore, per massimizzare l’effetto iconografico. Un semplice poster contiene il cd e il libretto, come un guscio da rompere con gli schiaccianoci della copertina, per trovare il frutto della musica.