Ferrara
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Quando un evento culturale letterario entra nel vivo della vita della Città


“Con gli occhi del dopo” è il libro presentato a Ferrara, presso la Biblioteca Comunale Ariostea, martedì 14 gennaio 2014. Si tratta di un testo strutturato secondo la modalità di un recupero alla memoria della propria storia, vissuta nel centro d’origine, che in questo caso è rappresentato dalla ridente Sperlonga, località a sud di Latina, oggi divenuta una meta turistica di grande attrazione.
Una serie di avvincenti narrazioni personali evidenziano gli episodi più significativi del tempo relativo alla nascita del narratore Tommaso La Rocca, e, in particolare al periodo della Seconda Guerra Mondiale, che, in conseguenza dei combattimenti sulla linea di Cassino, investì anche il comprensorio del sud pontino. .
In un certo senso, il destino capovolto tra lo scrittore ed il sottoscritto mi ha sollecitato ad accogliere l’invito di partecipare all’incontro culturale nella località estense.
Tra gli aspetti messi in risalto nel libro di La Rocca, alcune circostanze di indubbia eccezionalità, come l’evento della nascita dello scrittore all’interno dell’antro di Tiberio, la grotta nella quale l’imperatore romano aveva realizzato, sull’idea dell’avventuroso percorso omerico di Ulisse, una rifinita residenza mediante la collocazione di pregevoli statue greche, provenienti da Rodi.
Sul piano personale, debbo necessariamente riconoscere che l’incontro con Tommaso è stato per me fulminante!
Sorprendenti analogie da un lato e singolari divergenze dall’altro, accomunano e nello stesso tempo distinguono le nostre personali esperienze di vita, come se il destino si sia divertito a disegnare per noi due percorsi di vita esattamente inversi, che a un certo punto però ha fatto convergere, forse per testimoniare il legame comune verso due realtà territoriali che in modo diverso abbiamo vissuto e amato e intersecato nel nostro cammino esistenziale.
Le storie narrate in questo pregevole libro di Tommaso si caratterizzano per mettere in evidenza due territori a me molto cari, quello che ho apprezzato grazie a mia madre Anna, che è collegato al mondo dei pescatori descritto nel testo, riportando alla vita delle “paranze” vissuta e raccontata da mio nonno Cosimo, originario di Gaeta e legato alla gente di mare.
In secondo luogo, in conseguenza della lunga esperienza universitaria, vissuta dal prof. La Rocca proprio a Ferrara, i contingenti personali ricordi, riferiti alla discendenza familiare da parte di mio padre Giuseppe. Parlo degli anni giovanili che ho vissuto in questa splendida città con i tanti ricordi che ho incamerato e che custodisco gelosamente nel mio cuore.
L’idea venuta a Tommaso di invitarmi a Ferrara per il suo libro, da un lato mi ha convinto alla luce dello scambio dei ruoli e del percorso di vita inverso che abbiamo compiuto entrambi. Lo devo ringraziare perché mi ha permesso di aprirmi ancora una volta, rivelando il personale attaccamento a questo centro, alla sua gente, ai miei familiari che sono qui.
In verità, sono già venuto qui a Ferrara con altre iniziative culturali, negli anni 2001 con la mostra razionalista di Sabaudia al Boldrini, nel 2012, nella Biblioteca Ariostea, per la presentazione del libro “ Il contributo dei Ferraresi alla redenzione dell’Agro Pontino”. Una ricerca davvero interessante, prodotta dal trio di scrittori locali, Alberto Guzzon, Roberta Morelli, Stefania Sanna, alla quale ho dato un contributo sul piano promozionale e contenutistico, aspetto che mi ha sollecitato a proseguire nella direzione della ricostruzione storica e del recupero alla memoria dell’impegno della popolazione ferrarese ed emiliana, nell’opera di bonifica dell’Agro Pontino, in particolare nelle località di Pontinia e di Sabaudia.
Ritornando sulla presentazione, presso la Biblioteca Comunale , del libro di Tommaso La Rocca, è il caso di sottolineare il valore della poliedrica e coinvolgente manifestazione culturale. E’ risultata alla fine, come una riunione molto innovativa, che ha saputo coinvolgere e catturare un pubblico oltremodo interessato.
Il Prof. La Rocca, intellettuale e accademico dell’Università di Ferrara, l’Ateneo dove ha insegnato Filosofia per oltre 20 anni, ha dimostrato la sua competenza culturale congiuntamente ad una sensibile padronanza nell’organizzare un evento, che è andato al di là della presentazione del testo, investendo aspetti di carattere storico, culturale e musicale.
L’inizio dell’incontro si è sviluppato mediante le pertinenti domande poste all’autore originario di Sperlonga, dai due giornalisti di Telestense e di Radiowebitalia, intervenuti con l’obiettivo di approfondire le motivazioni centrali del libro.
La responsabile della redazione di Telestense, Dalia Bighinati, nel corso del suo intervento, ha messo in evidenza l’intensa attività intrapresa dalle maestranze della città di Ferrara, impegnate negli anni ’30 nell’opera di bonifica dell’Agro Pontino, ed ha citato alcuni esempi collegati all’operosa attività delle famiglie emiliane emigrate nel Lazio meridionale.
Durante le fasi iniziali della presentazione del libro “Con gli occhi del dopo”, il tema della bonifica della zona paludosa dell’Agro è stato sottolineato in modo positivo ad un’attenta platea.
A seguire, l’incontro letterario dal sapore artistico è stato reso più vivace, sulla scorta del Progetto Musica e Filosofia, grazie alla brillante esecuzione di brani da parte di Stefano Bottoni con il Gruppo “DIA-LOGO e di Sergio Rossoni con l’Orchestra “IL MULINO del PO”. Il geniale ideatore del Buskers Ferrara Festival, il cantante Bottoni si è esibito con il brano “Con gli occhi del dopo”, titolo che ha parafrasato in modo evidente il libro di Tommaso La Rocca, e ha proseguito con la nota canzone dell’artista Lucio Dalla “Marzo 1943”, il cantautore al quale lo scrittore sperlongano ha voluto rivolgere la personale ammirazione.
Lo spettacolo è quindi proseguito con la presentazione di alcuni pezzi eseguiti dall’abile maestro Sergio Rossoni accompagnato dall’Orchestra “IL MULINO del PO”.
Nella parte conclusiva, si è svolta la proiezione di “IMMAGINI NELLA MEMORIA”, un fotofilm allestito attorno ai fatti accaduti nella vita giovanile dell’autore, con diverse foto d’epoca del periodo bellico della Seconda Guerra Mondiale, della città di Sperlonga e della Grotta di Tiberio, quest’ultima vissuta come prima casa dall’illustre studioso, poi divenuta sede di uno splendido Museo archeologico.
Il calibrato programma di interventi da un lato ha contribuito a far emergere diversi aspetti inseriti nel pregevole volume di ricordi, sulla scorta di particolari momenti artistici caratterizzati da una singolare creatività e inventiva; dall’altro, ha creato un evidente collegamento tra i due comprensori con svariati elementi in comune, che corrisponde alle ridenti zone conosciute sotto il nome di pianura padana e di pianura pontina.


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