Roberto Vecchioni
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Sanremo 2011:Roberto Vecchioni con Chiamami ancora amore “Un grido di speranza e libertà di pensiero”


La canzone “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni vince il Festival di Sanremo 2011; una vittoria meritata quella del “Professore” che ottiene la vittoria dal consenso del televoto quindi dal pubblico italiano e la “golden share” della sala stampa.

Un testo profondo in cui parla di immigrati, di operai, di studenti: “per il poeta che non può cantare per l’operaio che non ha più il suo lavoro per chi ha vent’anni e se ne sta a morire in un deserto come in un porcile e per tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendo il pensiero” – un grido in difesa della pace e della libertà di pensiero: “perché le idee sono come farfalle che non puoi togliergli le ali perché le idee sono come le stelle che non le spengono i temporali perché le idee sono voci di madre che credevano di avere perso e sono come il sorriso di Dio in questo sputo di universo”- cui tema centrale è la dimenticanza assoluta di cultura in Italia.

Sono stati 12 milioni 136 mila, pari a uno share del 52.12%, gli spettatori della finale del Festival capitanato da Gianni Morandi.

La media ponderata dell’ultima serata risulta di poco inferiore a quella del festival 2010 di Antonella Clerici (53.21%) e a quella dell’edizione 2009 di Paolo Bonolis (54.24%).

Non dimentichiamo il secondo posto per i Modà con Emma “Arriverà”, invece,terza posizione per Al Bano “Amanda è libera”, anche se, la canzone di La Crus accompagnato da Susanna Rigacci con “Io confesso”, meritava di arrivare tra i tre finalisti.

Quello proposto dai La Crus è un testo che parla di un tradimento e della sua ammissione, ma allo stesso tempo è una dichiarazione d’amore nella totale consapevolezza che “non c’è nessun altro al mondo così vicino” alla persona amata, anche se, all’ inizio del Festival il brano ha scatenato polemiche sulla frase laica “”Non credo nel peccato, amore mio/perché non credo in Dio”.

Ma la 61° edizione del Festival di Sanremo è stata una kermesse costruita al passo coi tempi, in cui la società è cambiata, di conseguenza anche le canzoni devono rappresentare un momento storico perché il Festival è del popolo italiano.

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