Ancora fuoco su Gaza: 17 palestinesi sono morti e almeno 150 sono rimasti feriti nel bombardamento al mercato di Sajaya. Il nuovo raid israeliano cade durante la tregua umanitaria unilaterale di 4 ore che Tel Aviv aveva annunciato nel pomeriggio. Israele aveva però avvertito che il cessate il fuoco non avrebbe interessato le zone in cui sono in corso operazioni militari dell’Israeli Defence Force. Intanto negli scontri avvenuti nel pomeriggio sarebbero morti altri 3 soldati israeliani, portando a 56 il bilancio delle vittime, il più pesante dopo quello registrato nella guerra del 2006 contro gli Hezbollah libanesi. Tra i palestinesi invece i morti hanno superato quota 1.300, 7.200 i feriti. Nella giornata di oggi, la 23esima dall’inizio delle ostilità è stata colpita anche una scuola Onu a Jabalya dove si erano rifugiati gli sfollati in fuga dai bombardamenti: 23 persone hanno perso la vita. Un episodio che ha scosso la comunità internazionale. “Sono scioccata dagli attacchi contro le scuole delle Nazioni Unite ed altri istituti nei quali si sono rifugiati i civili” ha detto la responsabile Onu per gli affari umanitari, Valerie Amos. La condanna Onu. Ban ki Moon: “Individuare responsabili” “Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono”: così il segretario Onu Ban Ki-moon commentando il bombardamento alla scuola a Gaza. Ban ha poi “condannato l’attacco nei termini più forti possibili”. “Devono essere individuati i responsabili del riprovevole attacco” ha detto il segretario generale dell’Onu. “A volte si rimane senza parole” ha aggiunto il vice segretario generale Jan Eliasson aggiungendo che “tutte le informazioni mostrano che è stata l’artiglieria israeliana” a colpire la scuola. Israele, continueranno gli attacchi ad Hamas L’esercito israeliano continuerà i suoi attacchi ad Hamas e per la neutralizzazione dei tunnel. Questa la decisione – secondo Haaretz – presa dal gabinetto di sicurezza di Israele al termine di una riunione durata cinque ore. Il gabinetto ha deciso che l’esercito potrà permettere altre tregue umanitarie nelle zone dove non si combatte Sforzi diplomatici al Cairo Intanto la diplomazia lavora senza sosta per trovare una soluzione. Un “responsabile della sicurezza israeliano” sarebbe giunto al Cairo per una “visita di qualche ora” in cui “esaminare” con “responsabili della sicurezza egiziani” la possibilità” di una tregua a Gaza. A riferirlo è stata una “fonte autorizzata” dell’aeroporto della capitale dell’Egitto, Paese che sta tentando una mediazione nel conflitto. Appello di Hamas ai paesi arabi Hamas ha lanciato un appello ai paesi arabi affinchè si assumano le proprie responsabilità rispetto al conflitto in corso nella Striscia di Gaza. Il portavoce Sami Abu Zouhri a tutti i governanti arabi ha chiesto appunto di “assumersi le loro responsabilità rispetto al tentativo di distruggere Gaza e di uccidere i suoi bambini, negando loro il diritto di celebrare la propria festa religiosa nel giorno di Eid al-Fitr”, ricorrenza che segna la fine del mese sacro islamico del Ramadan. Ha poi aggiunto “i bambini di Gaza vi chiedono di intervenire”.
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