Salta subito il cessate il fuoco umanitario. Onu condanna i palestinesi per la violazione della tregua. Duri bombardamenti israeliani hanno colpito Rafah dopo il rapimento di un soldato israeliano.
Fonti locali riferiscono che l’ospedale della città, Abu Yussuf al-Najar, è stato colpito. Sul terreno, secondo fonti mediche, ci sarebbero decine di morti e feriti. L’Egitto intanto ha deciso di “cancellare” i colloqui con israeliani e palestinesi per un cessate il fuoco duraturo a Gaza, dopo il collasso della prevista ‘tregua umanitaria’ di 72 ore. Preoccupazione dalla Casa Bianca per “barbara violazione del cessate il fuoco”.
E’ salito a circa 1440 il bilancio di fonte palestinese dei morti a Gaza dall’avvio dell’operazione Margine Protettivo: un bilancio più pesante dell’operazione Piombo Fuso del 2008-2009. Lo scrive l’agenzia Maan aggiornando in particolare a 16 il numero di vittime di uno degli ultimi attacchi israeliani prima della tregua di stamane.
Secondo i dati diffusi di prima mattina dalle autorità sanitarie della Striscia di Gaza, il totale dei morti registrati prima della tregua è salito ad almeno 1437. Ma successivamente la cifra è stata ancora corretta al rialzo per gli effetti di uno degli ultimi bombardamenti: il cui bilancio è stato aggiornato da 11 a 16 vittime. Stando alle stesse fonti, almeno il 23% del totale dei morti palestinesi erano ragazzi e bambini, mentre i dati dell’Onu accreditano una maggioranza complessiva di vittime civili. I feriti sono indicati intanto in oltre 8200.
Nell’ultima azione militare di terra su larga scala condotta nella Striscia fra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 – denominata ‘Piombo Fuso’ e durata 22 giorni contro i 25 di quella di queste settimane – i morti palestinesi censiti dalle fonti di Gaza furono 1416 (fonti israeliane ne riconobbero fra 1100 e 1300). Quell’operazione costò inoltre la vita a una decina di soldati e a tre civili in Israele: un tetto largamente superato da tempo nell’offensiva attuale, che secondo i dati dell’esercito ha provocato ormai la morte di 61 militari israeliani, oltre che di tre civili nello Stato ebraico.
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