Bruxelles, 8 novembre 2014. L’Italia vuole che la strategia Europa 2020 possa “mordere” sui fronti della governance e degli investimenti, e abbia gli strumenti, pure finanziari, per centrare i suoi obiettivi. Lo ha detto il sottosegretario per gli Affari europei Sandro Gozi, annunciando, entro la fine del semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dell’UE, proposte per rivedere e rilanciare la strategia avviata nel 2010 e ormai giunta a metà cammino.
Se n’è discusso a Roma, in un convegno organizzato dall’Istituto Affari Internazionali con il Dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Obiettivo: fare il punto sui risultati finora ottenuti, compromessi dalla crisi abbattutasi sull’Unione dal 2008, e prospettarne adeguamenti per il 2020.
Chiudendo l’incontro dal titolo “Towards the Mid-term Review of Europe 2020. Can Europe get back on a Growth Track?”, il sottosegretario Gozi ha definito “una strategia finora senza denti” Europa 2020, che pone all’Unione obiettivi da raggiungere sui fronti dell’occupazione, dell’istruzione, della lotta contro la povertà.
Per Gozi, due gli ordini di problemi fondamentali: la governance e gli strumenti, fra cui ci dovrà essere il ‘piano Juncker’ da 300 miliardi di investimenti. Sul fronte della governance, Gozi ha ammesso che “molte cose non hanno funzionato”: sul piano nazionale, la difficoltà dei ministeri di lavorare insieme quando si tratta d’attuare una strategia europea; sul piano europeo, la carenza di coordinamento fra le formazioni del Consiglio UE – la presidenza italiana ha promosso discussioni in tutte le sedi; e, sempre sul piano europeo, la cooperazione fra le Istituzioni, che può essere migliorata. Sul fronte degli strumenti, l’Italia è favorevole a utilizzare, per raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020, il Meccanismo europeo di stabilità e a non computare nel debito pubblico nazionale eventuali contributi a finanziamenti comunitari.
Quanto al ‘piano Juncker’, che Gozi ha definito “un’idea italiana che è diventata europea”, l’Italia vuole discuterne al Vertice di dicembre: il piano dovrebbe essere pronto a gennaio e diventare operativo a metà febbraio e dovrebbe avere, fra le sue priorità, l’ambiente, l’energia e le interconnessioni.
Le valutazioni e le proposte emerse nel convegno IAI / PCM serviranno a mettere a punto il contributo dell’Italia, che Gozi annuncia “di sostanza”, alla consultazione promossa dalla Commissione europea per la revisione della strategia Europa 2020, prevista nella primavera 2015.