Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre

Risoluzione del PE: marò un caso dell’Unione europea. Adesso il rimpatrio!


Strasburgo, 15 gennaio 2015. Nella risoluzione comune approvata per alzata di mano, questa mattina nell’aula di Strasburgo, il Parlamento europeo ha espresso profonda tristezza per la tragica morte dei due pescatori indiani, ma anche grande preoccupazione per la detenzione senza capi d’accusa dei due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

Durante il dibattito di ieri sera, l’alto rappresentante dell’Unione per la politica estera Federica Mogherini aveva affermato come la vicenda – che sta per compiere tre anni –  fosse una questione concernente “il rispetto dei diritti umani, dei principi del diritto internazionale, e quindi della credibilità stessa delle nostre azioni antipirateria”. Insomma, “una questione che riguarda l’Unione europea”.

Anche gli eurodeputati hanno sottolineato che le restrizioni alla libertà di movimento dei due fucilieri rappresentano “una grave violazione dei loro diritti umani”, e ne chiedono il rimpatrio. Appoggiano la posizione adottata dall’Italia sull’incidente e auspicano quindi che “la competenza giurisdizionale sia attribuita alle autorità italiane e/o a un arbitraggio internazionale”.

Per l’Italia l’incidente si è verificato in acque internazionali e i marò dovrebbero quindi essere processati nel nostro Paese o dinanzi a un tribunale internazionale, mentre l’India sostiene la sua competenza poiché l’incidente sarebbe accaduto nelle acque costiere poste sotto la sua giurisdizione. Eppure, fino a ora, le autorità indiane non hanno formulato alcuna imputazione.

I deputati hanno invitato Federica Mogherini a intraprendere ogni azione necessaria per proteggere i due fucilieri italiani, e sostengono gli sforzi compiuti dalle parti coinvolte per trovare una soluzione accettabile per tutti.

“Il caso dei due marò diventa finalmente europeo grazie al voto a grande maggioranza di oggi. Adesso l’alto rappresentante Mogherini ha pieno mandato per fare tutto quanto è nelle sue possibilità per riportare a casa i nostri due militari”, ha dichiarato Lara Comi, vicepresidente del gruppo PPE al Parlamento europeo, promotrice, lo scorso dicembre, di un’interrogazione che aveva raccolto più di novanta firme da parte di eurodeputati di tutti i partiti e di tutte le nazionalità.

“L’Assemblea di Strasburgo ha votato un testo congiunto di quasi tutti i gruppi politici, nel quale si domanda in modo molto chiaro che l’Unione europea faccia tutto quanto in suo potere per risolvere il caso. La risoluzione chiede all’India di interrompere quella che è una violazione dei diritti umani e che si torni al rispetto delle convenzioni internazionali”.

“L’Italia non ha mai chiesto all’Unione di intervenire in questa vicenda sottovalutando l’aiuto che poteva apportare nei confronti di un difficile negoziato con l’India. Con il voto su questa risoluzione – che per la prima volta impegna tutto il Parlamento europeo – finalmente cambiamo la situazione”.

“Non è tollerabile che i due marò non abbiano nemmeno un capo di imputazione dopo una assurda detenzione che dura ormai da anni. Finalmente l’Europa riconosce in concreto il principio secondo il quale Latorre e Girone sono cittadini europei e, in quanto tali, anche l’UE deve mobilitarsi per loro”.

“Anche se siamo sollevati per la decisione della Corte suprema indiana per la concessione, per motivi di salute, di prorogare di tre mesi la permanenza di La Torre in Italia, è davvero inaccettabile che da tre anni i due fucilieri italiani, cittadini europei, siano trattenuti in India con continui rinvii di una soluzione”, è intervenuta così l’eurodeputata  del PD Silvia Costa.

“Avevamo apprezzato l’avvio dell’arbitrato internazionale da parte di Federiga Mogherini da ministro degli Esteri italiana, ma ora con questa risoluzione intendiamo sostenerla, nella sua qualità di Alto rappresentante per la politica estera della UE perché, insieme al Consiglio, assuma tutte le iniziative per proteggere i due fucilieri, anche sospendendo le trattative commerciali con l’India, ricordando che la vicenda si collega alla lotta alla pirateria, un tema europeo e internazionale“.

Concorda su questo punto Salvo Pogliese, (FI, gruppo PPE), secondo il quale “l’India ha comportamenti irresponsabili. Calpesta i più elementari principi sul rispetto dei diritti umani e l’Europa non lo può più consentire. L’Europa è chiamata a riportare in Italia i due marò, due cittadini italiani ed europei, anche sospendendo le trattative per l’accordo di libero scambio commerciale con l’India, laddove è espressamente previsto che l’Europa non possa firmare trattati o accordi con i paesi che non rispettano i diritti umani”.

Per l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao, vicepresidente del gruppo EFDD, “il caso marò va affrontato a livello europeo perché europei sono i due cittadini protagonisti della vicenda. La questione deve coinvolgere quindi l’intera diplomazia del vecchio continente e non solo quella italiana, dato peraltro che l’azione diplomatica italiana sul caso si è mostrata assolutamente fallimentare”.

“Non è la politica che deve giudicare se i marò sono colpevoli o no, qua si tratta di applicare convenzioni internazionali basilari come quella sui diritti civili e politici. Non si può quindi consentire in alcun modo che due cittadini europei vengano lasciati in India senza alcun capo di imputazione. Sono certo che, se fossero stati inglesi, francesi o tedeschi, non sarebbero stati abbandonati al loro destino per tre anni. Occorre quindi una presa di posizione dell’intera diplomazia degli Stati membri”.

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