Irene Grandi
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Irene Grandi: il nuovo disco in uscita il 12 febbraio


Un vento senza nome, in uscita il 12 febbraio su etichetta Sony, è il titolo del nuovo album di Irene Grandi che, a distanza di cinque anni, torna con 11 inediti. Il ritratto di un’artista più complessa artisticamente e più consapevole.
Il disco nasce da un percorso della musicista che risale a 5 anni fa dopo aver realizzato un sogno musicale assieme a Stefano Bollani e dopo l’incontro artistico con Cristina Donà. Per “Un Vento senza nome” fondamentale è stata la collaborazione con Saverio Lanza, il produttore ideale per questo nuovo progetto che ha saputo interpretare al meglio gli spunti musicali di Irene e valorizzarne i testi.

Un disco che racconta come spesso nella vita nulla avviene per caso. “Per rendersene conto, a volte è necessario allontanarsi da una vita frenetica, affollata da mille impegni -spiega Irene- E’ importante fermarsi a guardare e ci si accorge che le esigenze, i desideri e le aspirazioni cambiano mentre la mente e il cuore cominciano a viaggiare su un’altra lunghezza d’onda. Conseguentemente, anche le persone e le situazioni intorno cambiano e si sintonizzano con noi”.
A memoria, il brano che dà inizio all’album, scritto da Cristina Donà, è un pop raffinato e dolce che valorizza al meglio la voce di Irene Grandi, perfetto per iniziare questo viaggio musicale. Quando si conoscono a memoria tutti i piccoli gesti e i particolari di una persona non ci sono dubbi: è vero amore (A memoria ti saprei dire quante ciglia hai/a memoria potrei disegnare la tua faccia assorta mentre stai leggendo hai/ quell’espressione di chi sa viaggiare, di chi sa arrivare).
“Il mondo intorno a noi cambia a seconda della nostra disposizione d’animo”. Questa intuizione, avuta da Irene in un giorno di pioggia, ha dato vita al secondo brano dell’album, C’est la vie, un riff di chitarra vivace e un funk travolgente (Il mondo non è quello che è, il mondo è come lo vuoi, lo vuoi vedere/ prendila così, c’est la vie alzo il volume e via al mare).

Settimo cielo è una canzone che si sviluppa su pochi accordi con sonorità inglesi. Il missaggio è rotondo, coinvolgente, quasi tridimensionale, la melodia è sognante e il testo celebra la felicità dell’amore in senso cosmico (la notte che si posa su di te, ad immaginare fino a che si ferma il tempo/con un soffio si posa su di te ti solleva dai tuoi dubbi e all’improvviso, sopra il fiume, oltre il prato ti lancia in alto in uno spazio illimitato e noi è quello che io spero/ restiamo in alto con le ali del pensiero e poi siamo al Settimo Cielo).
Dopo 5 anni Irene ha scelto di tornare a Sanremo con Un vento senza nome un modo emozionante per ritrovare il pubblico. E’ una canzone tutta al femminile, che rivela il lato più profondo dell’autrice; parla di coraggio e della forza di aprirsi a nuovi orizzonti. Musicalmente è sorprendente. Il pianoforte ha il tocco inconfondibile di Stefano Bollani .
Casomai ha il sapore di un’atmosfera settembrina, l’apparire di un arcobaleno che sorprende per la sua bellezza pur svelando la fugacità dell’attimo (guardo l’arcobaleno, troppo bello non è mai per essere vero, può svanire casomai)
Una canzone cantautoriale scritta da Marco Parente, tra i grandi nomi della scena indipendente da oltre 20 anni, amico fiorentino di Irene da lunga data per Cuore bianco, brano che sintetizza l’aspirazione di ognuno di noi all’infinito, colorandola con una venatura di bossa nova (Io sono felice come un bambino la prima volta che ha visto il mare/ e’ il mio infinito che non abita in città/ è il mio infinito che si riempie e attraversa i muri bianchi, le lenzuola bianche, fino alla Luna bianca come il mio cuore bianco)
Un brano d’altri tempi, che potremmo ascoltare in un jukebox è Una canzone che non ricordo più, scritto da Cristina Donà e Saverio Lanza, in cui i fantastici anni Sessanta rivivono nell’arrangiamento e nei colori. Al pianoforte ritroviamo ancora il tocco inconfondibile di Stefano Bollani (se ti guardo da qui lontano sembreresti un po’ più sincero come le note di quella canzone che non torna o non ricordo più/suonano le radio in riva la mare, profumo di abbronzanti e di caffè).
Il momento di libertà e leggerezza che si vive quando si scrive senza filtri e aspettative ha ispirato Irene Grandi in Stato di gratitudine. Questa canzone ha un’anima gioiosa che si sprigiona sino a raggiungere i confini della dance. Un botta e risposta tra voce e chitarra invita ad assumere un atteggiamento grato con cui superare le pressioni dello stress quotidiano. La vita danza! esco da un torpore permanente, vivo in uno stato di gratitudine esco da un perenne dormiveglia, senza voglia/e finalmente vedo tutta l’altra gente che si stanca della stessa musica, del rumore e dello stato d’ansi che si sente/Puoi ballare finché vuoi, puoi salutare andare via e sentire in quel che fai il tuo calore)
Dalla collaborazione con Marco e Saverio Lanza, in arte Pastis, è nata Roba bella, un progetto di audio-video arte che si è trasformato in un duetto atipico. La musicalità del Sud nella vita quotidiana è l’elemento che ha ispirato questo brano: un sapore di tradizione, contaminato da suoni elettronici.
Scritta da Irene Grandi insieme al cantautore David Florio e coprodotta con Massimo Barbieri Un’alternativa trasmette un messaggio positivo: in ogni momento difficile c’è sempre un’alternativa. Trovarla dipende dalla nostra capacità di prendere distanza dalle cose, di non immedesimarci troppo nelle situazioni, di conservare lo sguardo aperto su ciò che la vita ci propone (e tutte quelle labbra che ti parlano non sanno cosa dicono, non starle ad ascoltare ascolta il rumore delle cose che ti passano vicino l’odore della strada che ti fa cambiare/è poco più in là se ti soffermi a guardare/ tutta quella vita dov’è eppure lo so, riesco a sentire che c’è un’alternativa e trovare un’intensità che non era là fuori)
Un brano nato da un loop di pianoforte suonato da Stefano Bollani durante un’improvvisazione ad un concerto del 2012, segna l’epilogo di questo viaggio musicale e non solo: pensarsi spogliati da tutti i ruoli, i condizionamenti, i legami e le cose materiali e porsi l’eterna domanda: chi sono io? (io non sono la mia bocca, né le mie parole/ tu non sei i tuoi occhi che guardano/noi non siamo la nostra città, la nostra auto, le nostre cose, i nostri desideri/perfino i nostri pensieri, noi non siamo/perfino l’amore che emaniamo)
Con queste sonorità eleganti e calde, dopo il fortunato tour con Stefano Bollani, Irene torna in teatro, un luogo raffinato ed intimo per un concerto di grande spessore artistico, in un progetto sviluppato in modo armonioso ed accurato.

La tournée partirà dall’Obihall di Firenze il 7 maggio, per proseguire al Teatro Novelli di Rimini (9 maggio), e ancora al Teatro Palazzo di Bari (12 maggio), l’Auditorium Parco della Musica a Roma (13 maggio), il Toniolo di Mestre (15 maggio), la Fenice di Senigallia (16 maggio), il teatro della Concordia di Venaria Reale – Torino (21 maggio), il Comunale di Carpi – MO (22 maggio), l’Auditorium Santa Chiara di Trento (24 maggio) per concludersi a Milano al Teatro Dal Verme il 25 maggio.

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