Il terzo disco del progetto del chitarrista milanese Alberto Turra (già con Roy Paci-Corleone, Mamud Band, Giovanni Venosta, Kabikoff, Piepaolo Capovilla) Turbogolfer, è un ulteriore passo nella ricerca della trasversalità.
Di stili, di contenuti e significati, di musica. Dall’improvvisata del jazz al post-rock, dall’avantgarde al free form.
Come nei primi due dischi l’intenzione è quella di creare un concept che, nel caso di “Azimut”, si sviluppa intorno all’indagine del “duo” chitarra/batteria e della ritualità legata ai punti cardinali, tema centrale in tutte le culture vicine ai percorsi iniziatico/spirituali (druidici, yogici, sciamanici, etc).
Accanto a Turra troviamo infatti sei batteristi.
Sei sono i brani originali titolati con il nome del batterista a cui ognuno è dedicato, sei le “cover” in cui si rilevano titoli illustri, da ‘Resolution’ di Coltrane a ‘Fire’ di Hendrix passando per la meravigliosa ‘Platypus’ di Ben Allison o la celebre ‘Ederlezi’, fino a ‘Wights Waits For Weights’ di Steve Coleman.
Sei i punti cardinali con cui ogni batterista è identificato.
Est: “Alberto Pederneschi” (A. Turra) + “Ederlezi” (trad. balcanico)
Sud: “Marco Cavani” (A. Turra) + “Platypus” (Ben Allison)
Ovest: “Toni Boselli” (A. Turra) + “Resolution” (Coltrane)
Nord: “Sergio Quagliarella”(A. Turra) + “Atas atas amimmi” (ninna nanna berbera)
Zenith: “Tato Vastola” (A. Turra) + “Fire” (Hendrix)
Nadir: “Andrea Rainoldi” (A. Turra) + “Wights Waits For Weights” (Steve Coleman)
Le 12 tracce sono state registrate in diretta in tre giorni, due batteristi al giorno, due brani per batterista.
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