Giorgia
Giorgia foto di Marcello Junior Dino

Giorgia protagonista del nuovo numero di Vanity Fair


Giorgia Todrani, in arte Giorgia, nella sua nuova veste di conduttrice di X Factor, è la protagonista del nuovo numero di Vanity Fair. Tra l’aspirapolvere sempre acceso e le prese in giro del «Grinch», suo figlio, si è rivelata, davvero, «una di noi», ironica e profonda insieme: il tormentone «Io sono Giorgia» le calza, anche se condivide solo il nome con la presidente del Consiglio. E qui racconta la sua famiglia «non tradizionale» con il compagno Emanuel Lo («C’è stata la proposta, l’anello, la commozione, ma poi nessuno ha organizzato il matrimonio»), la politica che alimenta le paure («perché mi devo sentire minacciata se il mio vicino ama un uomo o una donna?») e i pensieri, più profondi, prima di andare a dormire («Ho sofferto perché non rimanevo incinta. All’inizio pensavo di non essere neanche in grado di partorire. Il bello della vita è che ti trasforma»). 

Il numero di Vanity Fair in edicola dal 25 settembre è il terzo e ultimo capitolo del progetto “Vanity Featuring”. Dopo Laccio e Ferzan Ozpetek, è ora la volta dei quattro giudici della nuova edizione di X Factor – Manuel Agnelli, Paola Iezzi, Achille Lauro e Jake La Furia – protagonisti del servizio moda all’interno del settimanale. 

QUOTES

Che tipo di rapporto ha con suo figlio?

«Mi dice che sono un po’ rompiballe perché chiedo di riordinare o fare i compiti. Studiamo insieme… Abbiamo cambiato liceo, ora facciamo uno scientifico vicino a casa. Mi ha detto: preferisco andare a scuola fino alle 8 di sera piuttosto che studiare con te. Sono severa: del resto volevo fare l’insegnante, dopo il liceo linguistico ero avviatissima alla facoltà di Lingue. Poi niente, andavo a fare i soundcheck con i libri sotto braccio, e dopo Sanremo non ce l’ho fatta più a studiare. Mi sono fermata a sei esami».

Era il Sanremo del 1995: l’anno prossimo sono trent’anni dalla sua vittoria con Come saprei. Festeggerà?

«Quella canzone mi ha cambiato la vita. Non ne parlo mai, a volte è capitato con Samuel per metterlo al corrente. Il risultato è che una volta mi ha detto: ma tu hai vinto Sanremo Giovani o Sanremo Vecchi?».

Geniale.

«Io lo chiamo “il Grinch”, è dissacrante, ha un senso dell’umorismo tagliente. L’anno scorso ho fatto un tour nei teatri lirici, posti stupendi, e mi ha detto: quindi canti nei teatrini. Ma ti danno i soldi?».

Mette in mostra i premi vinti, in casa?

«Avevo un disco d’oro che era appeso, ma poi è caduto il quadro. Perché noi siamo di quei tipi che si fulmina una lampadina e resta così per sempre. Abbiamo dormito su un materasso per terra per due anni, poi abbiamo comprato un letto qualunque. Non riesco a decorare casa. Ho l’ansia del controllo, nel poco tempo libero che ho faccio il cambio degli armadi, dei libri di scuola, sistemo la raccolta differenziata. Poi il tempo finisce, vado a letto, e i dischi d’oro non li attacco».

Due giorni prima del voto alle Europee, Meloni ha ribadito: chiamatemi Giorgia. Lei che cosa ha pensato?

«Mi hanno chiamato per fare un commento, visto che già avevo scherzato sul primo meme “Io sono Giorgia”, due anni fa. Ma non ho detto niente, ho capito che non è un argomento su cui si può scherzare. Quindi mi sono finta morta. Sa che mio padre all’anagrafe voleva chiamarmi “Georgia”, per Georgia on my mind di Ray Charles, e glielo impedirono perché era un nome straniero? Fossi stata “Georgia” non ci avrebbero associate. Mi sono chiesta: me lo sta a fà apposta?».

A proposito di Giorgia, lei che non è sposata, che cosa ne pensa della famiglia tradizionale cara all’attuale governo?

«Prima vorrei dire: sa perché non mi sono sposata? C’è stata la proposta, c’è stato un anello, e c’è stata la commozione. Però, come per la lampadina di cui sopra, nessuno ha più organizzato».

Adesso vorrebbe recuperare le nozze?

«Non lo so, poi mi tocca occuparmene e ho da fà. E poi me lo deve chiedere lui, perché io sono femminista, ma almeno quello… Famo già tutto noi…».

In che modo è femminista?

«Viscerale. Sono cresciuta in una famiglia di donne che mi hanno dato l’esempio e mi hanno fatto leggere Virginia Woolf. Nessuno può dire a una donna come gestire il proprio corpo, si può scegliere di non fare un figlio, farlo da sole, farlo con un uomo, una donna… E lo dico io, che ho sofferto tanto perché non rimanevo incinta».

E torniamo alla famiglia tradizionale.

«Per me è normale dire che la famiglia la fa l’amore, perché mi devo sentire minacciata se il mio vicino ama un uomo o una donna? Si dovrebbe insistere sul rispetto reciproco, almeno su scelte così intime e personali. Non si allarga lo sguardo abbastanza, anche per le questioni di pelle… Invece si alimenta la paura e la paura porta a pensieri non utili, mentre abbiamo cose molto urgenti da fare. Stanno morendo il mare, le piante, e noi».

È nota la sua simpatia per Beppe Grillo.

«Li avevo pure votati, ci credevo, invece abbiamo preso certi pali in fronte… Ma mi è piaciuto anche tanto Bertinotti. Il problema è che, invece di parlare di idee, ci si divide per l’appartenenza alla casacca. È un peccato».

L’intervista completa è disponibile sul numero di Vanity Fair in edicola dal 25 settembre e sul sito vanityfair.it

Giornalista: Silvia Bombino

Fotografo: Marcello Junior Dino

Comunicato Stampa: Marta Romanati


Guarda anche...

Angelina Mango

Angelina Mango si racconta su Vanity Fair

Angelina Mango si racconta a Vanity Fair come non ha mai fatto prima, dopo il suo anno d’oro: …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *