Nuove norme armonizzate d’ingresso e soggiorno nell’UE sono state approvate dal Parlamento mercoledì e renderanno più semplice e più attraente per le persone provenienti da paesi terzi studiare o fare ricerca nelle università europee. Le nuove disposizioni chiariscono e migliorano anche le condizioni di tirocinanti, volontari, alunni e ragazzi alla pari non-UE.
Le nuove regole unificano due direttive già esistenti (su studenti e ricercatori) per garantire che:
-studenti e ricercatori possano soggiornare nell’UE per almeno nove mesi dopo aver terminato i propri studi o ricerche per cercare un lavoro o di dare vita a un’attività. In tal modo, anche l’Europa potrebbe beneficiare delle loro competenze;
-studenti e ricercatori possano muoversi più facilmente all’interno dell’Unione europea durante il loro soggiorno. In futuro, non sarà infatti più necessario presentare una nuova domanda di visto al momento del trasferimento, ma basterà semplicemente notificare lo Stato membro verso il quale ci si sta spostando, ad esempio per uno scambio culturale di sei mesi. I ricercatori potranno inoltre spostarsi per periodi più lunghi rispetto a quelli attualmente consentiti;
-i ricercatori abbiano il diritto di portare i loro familiari con loro e, a loro volta, i membri della famiglia potranno lavorare durante il soggiorno nell’UE;
-agli studenti sia riconosciuto il diritto di lavorare almeno 15 ore a settimana.
“Sono soddisfatta del riconoscimento, da parte dell’UE, del valore di attrarre persone altamente qualificate per permettere loro di venire qui e invogliarli a rimanere con la creazione di un sistema europeo armonizzato applicabile in tutti gli Stati membri”, ha sottolineato la relatrice Cecilia Wikström (ALDE, SE).
“Senza dubbio le università europee saranno in grado di rafforzare la loro competitività sulla scena globale e diventare più attraenti che mai per le persone ambiziose e altamente qualificate provenienti da altri Paesi, grazie al miglioramento significativo delle condizioni”, ha aggiunto.
La nuova direttiva prevede anche condizioni di ingresso uniformi e una protezione più efficace per i tirocinanti e i volontari che operano nell’ambito del programma di volontariato europeo. Disposizioni facoltative sono inoltre previste per altri volontari, alunni e ragazzi “au pair” non comunitari, che potranno per la prima volta fare affidamento su una legge europea.
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