Federiga Bindi
Federiga Bindi

Franco Mandelli, “Ho sognato un mondo senza cancro”


Bruxelles, 16 gennaio 2013. “Trasformare le leucemie e i linfomi in malattie curabili. Nemici terribili ma che si possono finalmente sconfiggere. Un messaggio di speranza quello che il professor Mandelli comunica nel suo libro, di fiducia nella ricerca medica e soprattutto nella forza di persone, uomini, donne, ragazzi e bambini che lottano con tenacia contro la loro malattia”. Lo ha dichiarato l’europarlamentare Silvia Costa che, insieme all’eurodeputato Vittorio Prodi, ha presentato il libro di Franco Mandelli “Ho sognato un mondo senza cancro. La vita e le battaglie di un uomo che non si arrende” (Sperling & Kupfer), presso l´Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles, alla presenza dell’autore.

“Nel libro, i cui proventi sono devoluti interamente all´AIL, Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mielosa – ha aggiunto Silvia Costa – il professor Mandelli ripercorre la sua vita di medico e ricercatore, pioniere dell’ematologia in Italia e in ambito internazionale, infaticabile nella sua lotta per salvare vite e far progredire le terapie. Creatore inoltre, a Roma e in Italia, delle prime esperienze di assistenza domiciliare, di straordinarie iniziative di volontariato, come l’Ail e Ad Spem nel campo dei donatori di sangue, nonché della rete di banche di raccolta del cordone ombelicale e di associazioni di ricercatori nella rete GIMEMA. Una vita spesa a dare speranza e sostegno ai pazienti e alle loro famiglie, a unire pubblico e privato per garantire l’accesso e la gratuità delle cure, promuovendo la formazione e la passione di giovani medici e ricercatori, sempre mettendo al centro il malato e i suoi diritti”.

Un esempio per molti anche in Europa soprattutto in questo inizio del 2013, proclamato dal Consiglio e dal Parlamento Anno europeo dei cittadini.

“Con questa iniziativa vogliamo porre l’attenzione soprattutto su coloro che hanno maggior bisogno di tutela dei propri diritti come gli ammalati – ha precisato Silvia Costa – Ricordo a tale proposito la Carta internazionale dei diritti del paziente affetto da linfoma, promossa dal professor  Mandelli nel 2006. L’attuale Programma d’azione dell’UE nel settore della sanità pubblica, che implementa le politiche sanitarie nazionali e dovrà essere rafforzato nel nuovo programma di ricerca Horizon 2020, pone al centro soprattutto la persona e il suo diritto a cure appropriate e definisce la salute in senso olistico, come benessere fisico, psichico e sociale, incoraggiando sia la cura che il prendersi cura – ha concluso l’europarlamentare. “Proprio la filosofia che ha ispirato l’intera vita umana e professionale di Franco Mandelli”.

“Ringrazio sinceramente l’on. Costa per l’invito che mi ha rivolto – ha affermato il professor Mandelli – per avermi dato la possibilità di presentare il volume in una sede così prestigiosa e di raccontare la mia esperienza, il lavoro all’interno dell’AIL da oltre quaranta anni in tutta Italia, ma anche nell’ambito di reti scientifiche e del non profit europeo. Gli straordinari risultati conseguiti in questo campo negli ultimi anni sono stati possibili anche grazie alla cooperazione e allo scambio di studi ed esperienze europee e internazionali. Sotto questo profilo, è importante che l’Unione continui a tenere alta l’attenzione per la ricerca, sostenendola con risorse adeguate”.

Per Federiga Bindi, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles che ha ospitato l’evento, “la ricerca sulle leucemie e sul cancro va in ogni modo aiutata e promossa. Si tratta di un tema a cui tengo particolarmente, anche perché purtroppo uno dei migliori amici di mio figlio è affetto da leucemia. So cosa vuol dire per un genitore o per un familiare avere un proprio caro malato, specie un piccolo caro. Ed è anche per questo che sono grata al professor Mandelli per il suo lavoro grazie al quale migliaia di persone possono continuare a sperare di poter ritornare presto ad avere una vita normale. Il suo talento è una delle tantissime eccellenze italiane in questo settore, che noi vogliamo contribuire a far conoscere al di fuori del nostro Paese. La ricerca rappresenta una parte fondamentale della cultura italiana, da valorizzare in ogni modo”.

Molto toccanti le testimonianze di Daniela Ronconi e Rosalba Spalice, due donne che hanno affrontato e superato la malattia anche grazie al sostegno dell’AIL.

 


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