Lettera aperta ai partiti e candidati al Parlamento Europeo


Gli stabilimenti balneari italiani, nel corso di quasi due secoli di storia, hanno realizzato un sistema unico al mondo parte integrante e costitutivo del nostro ‘Made in Italy’.

Quali luoghi di incontri, discussioni e socializzazione hanno da tempo ereditato la funzione delle piazze cittadine simbolo dell’identità culturale, oltre che architettoniche, del nostro Paese che giustamente è stato definito l’Italia dei Comuni.

E’ un settore decisivo per la competitività del turismo italiano che è stato, ingiustamente, precarizzato e quindi depotenziato a seguito anche di un’errata interpretazione del diritto europeo.

Nel recente passato, infatti, anche a causa della Direttiva europea 2006/123/CE Bolkestein, si è affermata una visione parziale e sbagliata dell’Europa intesa esclusivamente come apertura dei mercati e sviluppo della concorrenza, anche in spregio della tutela degli interessi nazionali e dei diritti riconosciuti dalla Carta di Lisbona: dalla certezza del diritto e della buona fede di chi ha confidato nell’assetto normativo e amministrativo previgente, al diritto alla proprietà della propria azienda che non può essere leso senza un giusto indennizzo.

Vi è, pertanto, la necessità di recuperare una visione corretta dell’Europa intesa non solo come Mercato ma, anche e soprattutto, come Patria dei diritti.

La costruzione di una nuova Europa, da tutti avvertita, per gli imprenditori balneari può concretizzarsi attraverso il superamento della direttiva Bolkestein che in questi anni è stata fonte, non solo per questo settore economico, di precarizzazione e messa in pericolo del lavoro e di aziende costruite, in molti casi, con il sacrificio di diverse generazioni.

Dopo quindici anni dalla sua gestazione e tredici dal suo varo si deve costatare che questa direttiva non ha assicurato più crescita e occupazione, ma solo meno investimenti e meno certezze.

Ecco perché chiediamo, a tutti i candidati e a tutte le Forze politiche, un impegno chiaro affinché il nuovo Parlamento e la nuova Commissione europea abroghino questa direttiva frutto ed emblema di una politica e di una visione ingiusta e sbagliata.

Riteniamo che questo sia l’obiettivo di un’azione delle Istituzioni europee a concreta ed effettiva difesa della balneazione attrezzata italiana quale irrinunciabile fattore di qualità e di vantaggio competitivo nel mercato turistico internazionale del prodotto “mare”.

Antonio Capacchione

Presidente Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio

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