Malala Teatro Lo Spazio Roma

“Malala” diritto allo studio e alla felicità in scena a Roma


Dopo il successo ottenuto al contest di corti teatrali Idee nello Spazio, Malala torna il 29 febbraio alle ore 21 al Teatro Lo Spazio di Roma, per parlare di diritto allo studio e alla felicità. Lo spettacolo, prodotto dalla compagnia pugliese Senza Confine è firmato nella regia e nell’adattamento da Teresa Cecere e Davide Marzi. In scena, ancora una volta, una giovanissima rivelazione, Annalisa Cervellera, che a soli 16 anni veste i panni di Malala Yousafzai, l’attivista pakistana nota per la sua lotta a tutela della libertà e dell’istruzione femminile.

Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. Giornata di esami, la scuola è finita. Malala e le sue compagne sono sul vecchio autobus che le riporterà a casa ma all’improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, tuttavia per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere. Nel 2014 è diventata la più giovane vincitrice di sempre del Nobel per la Pace.

Lo spettacolo è stato scelto dal CIAI (Centro Italiano di Aiuto all’Infanzia) come testimonial di progetti umanitari ed è stato tra gli eventi di punta del cartellone del Festival Tempeste, voci, suoni e immagini del Mediterraneo.

Malala è tra gli eventi del cartellone di Luoghi Comuni, un progetto promosso dall’associazione Oltre Le Parole e realizzato grazie al contributo dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri) per la promozione, attraverso la cultura, di azioni positive finalizzate al contrasto delle discriminazioni etnico-razziali, anche con riferimento alle discriminazioni multiple, in occasione della XIX Settimana di azione contro il razzismo.

NOTE DI REGIA

“Mettere in scena la figura di Malala Yousafzai, vuol dire scontrarsi con la visione collettiva di un’eroina. Quando ci si imbatte in personaggi così nobili, il rischio diventa quello di dimenticarsi della fallibilità che li contraddistingue. L’immagine romantica, quasi trascendente, della figura senza macchia, senza paura, difetti, contraddizioni, annienta la possibilità narrativa, il percorso, la direzione. Diventa tutto statico, mancante di conflitti e quindi di azione. Senza azione non esiste dramma. Malala è, prima di tutto, un’adolescente. Il suo mondo è pulsante, cioè soggetto a pulsioni primarie. L’amicizia. La famiglia. Il timore di sentirsi inadeguata. La difficoltà nel gestire ciò che le succede. Poche, ma fondanti certezze. Una su tutte: lo studio. Per la protagonista, la scuola è quasi un’ossessione. Il mezzo che le fornisce il diritto ad esistere. Se dovessimo dare un genere teatrale, al nostro spettacolo più che uno spettacolo di narrazione, o Teatro Civile, dovremmo dire che Malala è una storia d’amore. Mentre Romeo e Giulietta vincono la morte amandosi, lei confuta il violento fondamentalismo islamico talebano innamorandosi dei libri. Nessun amore, degno di essere chiamato tale, rimane scevro di ostacoli.

L’amore è litigioso, stordente, cangiante e ti obbliga a guardarti dentro, a correggerti, a lasciarti guardare. Sta qui, il punto. Malala, nel nostro allestimento deve lasciarsi guardare, soprattutto nelle sue fragilità. L’impianto scenico viene abitato da pagine, romanzi e appunti. Il ritmo della pièce è scandito da capitoli, ognuno riguardante una materia scolastica che racchiuda frammenti di vita o aspetti della società pakistana degli anni 2000. Nell’incedere della narrazione, vengono snocciolati calcoli matematici e chimici, illustrata l’epica afgana, sviscerata la geografia, tutto con un obiettivo preciso: costruire la propria opinione. Come per Malala lo studio diventa strumento di emancipazione umana e intellettuale, per lo spettatore diventa occasione ulteriore di scoprire quanta semplicità e trasparenza, accompagni una vita così straordinaria.”


I
NFO SPETTACOLO

Adattamento e regia di Teresa Cecere e Davide Marzi

Con Annalisa Cervellera

Produzione Senza Confine Teatro

Durata: 60 minuti

Biglietti: 10 euro (Vivaticket)

Per info:

Teatro Lo Spazio

via Locri 42/44 Roma

Tel. 0677076486 / 3397759351

info@teatrolospazio.it

Comunicato Stampa: Maresa Palmacci


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