teatro Tor Bella Monaca
"Diario di un inadeguato"

La Pasqua al Teatro Tor Bella Monaca


La settimana di Pasqua il Teatro Tor Bella Monaca riserva al suo pubblico un buon intrattenimento. Dal 28 al 30 marzo i due spettacoli in programma promettono divertimento.

“Diario di un inadeguato  ovvero Mumble Mumble atto II, produzione AltraScena, apre l’ultima settimana di marzo. In scena da giovedì 28 a sabato 30 marzo lo spettacolo porta la firma di Emanuele Salce ed è diretto da Giuseppe Marini con la collaborazione di Andrea Pergolari. Lo stesso Salce è affiancato sul palco da Paolo Giommarelli. Un racconto in due tempi, dal tono tragicomico. Due attori in una scatola nera discutono di uno spettacolo da farsi. Un narratore ed un maieuta, che cercano di comporre una struttura da idee, fatti e personaggi tratti dalla propria esperienza. Con l’esigenza di esprimersi, di continuare a scavare nel proprio vissuto, da una parte; e dall’altra la voglia di mettersi in gioco, di scommettere con una posta alta. Al centro, l’ansia e la preoccupazione per un’opera seconda, spauracchio inesorabile, ostacolo inevitabile per chiunque abbia l’esigenza di esporre un’emozione artistica.
Da questa struttura al quadrato, che mette in scena uno spettacolo e il suo farsi, si estraggono due storie intime, due pagine dal diario privato, sofferto e sarcastico, di un uomo inadeguato all’amore e alla morte, e quindi alla vita. Ecco, quindi, il “Diario di un inadeguato”. Sul filo della memoria del protagonista, prendono vita sulla scena due storie, strettamente intrecciate in un impasto bizzarro di leggerezza e sentimento, umorismo e dolore, sotto il segno del grottesco. La prima è il racconto di una giornata pazza e irripetibile, che spalanca al renitente protagonista le porte dell’amore, così come non l’ha mai desiderato, praticato, vissuto. La seconda è l’esposizione, vibrata e ironica, di un desiderio di autoannientamento, il corteggiamento ostinato e certosinamente programmato alla più ineffabile delle figure femminili, la Morte. Eros e thanatos, come sempre, pulsioni di vita e pulsioni di morte: la morte dell’amore e l’amore per la morte. Fatti, idee e situazioni che si intrecciano e capovolgono gli esiti, in una rincorsa di dolore e sarcasmo, felicità e panico, sotto il segno di un umorismo sempre più acre e nero. Progressivamente prende corpo un ironico e paradossale romanzo di formazione, a cui l’ispirazione diaristica toglie il filtro dell’elaborazione e porta in primo piano le paure di ogni individuo senziente: quella di crescere, di confrontarsi, di essere o non essere all’altezza. Un gioco di specchi che scava nella profondità di un’anima, ne porta alla luce alcuni sentimenti ed emozioni universali e si conclude nel modo necessario alla commedia della vita: la consapevolezza di sé stessi. Musiche: Paolo Coletta; Costumi: Duma D’Andrea; Disegno luci: Giacomo Cursi; Assistente alla regia: Edoardo Frullini.

Francesco e Virginia Bellomo presentano FIORI D’ACCIAIO

Con “Fiori d’acciaio”, produzione Virginy e L’Isola Trovata – una commedia divertente e delicata che ha fatto la storia del cinema -, si va verso il fine settimana. La rappresentazione è in programma per venerdì 29 marzo. Di Robert Harling, il teso è adattato da Michela Andreozzi, la quale cura la regia insieme a Massimiliano Vado, e vede in scena Francesco Bellomo, Barbara De Rossi, Martina Colombari, Gabriella Silvestri, Alessandra Ferrara, Caterina Milicchio e Cristina Fondi. “Fiori d’acciaio” è per me l’occasione di costruire, con un cast così ricco e variegato, una banda di soliste, in grado di suonare insieme ma di battere in volata quando serve; disegnare personaggi anche estremi ma capaci di ascoltarsi, o di imparare strada facendo ad accogliersi senza snaturarsi. Solo da adulta ho scoperto che il film era una piece teatrale, ancora attualissima, sotto un superficiale strato di polvere fisiologico, e perfettamente rappresentativa di un microcosmo, quello del negozio di provincia, che è specchio di macrocosmi le cui dinamiche, perfino oggi, fanno fatica a cambiare. Per questo motivo si è deciso di lasciare l’ambientazione di fine anni ’80, perché permette di osservare un tempo appena trascorso e racconta che siamo già nel futuro. E forse anche perché l’immagine e lo stile di quel periodo, negli abiti, negli arredamenti, ma soprattutto nella musica, sono ormai identificativi di un momento storico diventato ormai glamour. Oltre al fatto che certe modalità, oggi, sarebbero condizionate dalla tecnologia. Un racconto di sentimenti e di ironia che qualche volta è crudele ma mai cinico, mai diventa sarcasmo. Se c’è una cosa che le donne sanno fare, è essere terribili, spietate e capaci di affrontarsi, insomma, dei fiori di acciaio, senza mai smettere di amare. Aiuto regia: Francesca Somma; Scene e costumi: Carlo De Marino; Musiche: Roberto Procaccini; Light design: Umile Manieri; Logistica: Giuseppe Castaldo; Organizzazione: Ylenia Manfredi.

Comunicato Stampa: Maresa Palmacci


Guarda anche...

Officina Pasolini

Officina Pasolini tanti ospiti per il mese di dicembre

Officina Pasolini, il Laboratorio di Alta formazione artistica e HUB culturale della Regione Lazio diretto da Tosca, chiude il 2024 …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *