Un cantautore americano appassionato di cinema ed un attore/presentatore italiano col pallino della musica. Prima o poi dovevano incontrarsi, Adam Green e Francesco Mandelli. E infatti eccoli, al Tender, con uno spettacolo musicale-teatrale intimo, ironico e carico di energia. Ebbene sì, stiamo parlando proprio di quel Francesco Mandelli, alias “Il nichilista”, “Ruggero De Ceglie”, “Il precario” e tutti gli altri, esilaranti, personaggi partoriti insieme a Fabrizio Biggio nella fortunata serie de “I soliti idioti” (Indie-oti?) su Mtv e al cinema.
Quel che non tutti sanno è che Mandelli è anche un ottimo cantante e chitarrista. Con la sua band, gli Orange” – i White Stripes allo zafferano? – ha pubblicato due dischi e suonato in Italia e all’estero, mentre da qualche tempo affianca gli Hot Gossip.
Da New York arriva invece Adam Green, capostipite della nuova generazione anti-folk americana. Qualcosa che va da Leonard Cohen a Richerd Hawley. Solo che il tutto sembra essere passato per le mani di Jack Black (l’attore di School Of Rock e Alta Fedeltà, suo accanito fan). Adam Green ha il gusto orchestrale di Randy Newman, le scelte melodiche di Johnatan Richman dei Modern Lovers e quell’approccio un po’ intellettuale di Joe Pernice.
La svolta nel 2007, quando insieme a Kimya Dawson – Moldy Peaches – raggiunge un successo globale grazie alla colonna sonora del film “Juno” vincitore del premio Oscar come miglior sceneggiatura.
In Europa è diventato un habitué delle classifiche grazie a successi come “Jessica”, “Emily” e “Morning after midnight”. Recentemente la sua creatività è esplosa proprio in un film, “The Wrong Ferarri”, dove Adam scrive, dirige, recita e produce allo stesso tempo, una commedia completamente filmata con un iPhone, insieme a Macaulay Culkin, Alia Shawkat, Devendra Banhart, Francesco Mandelli e Sky Ferreira oltre a mostre personali di dipinti a New York, Stoccolma, Roma e Basilea.
Tra le uscite recenti l’album a quattro mani “Adam Green & Binky Shapiro” mentre è in preparazione un progetto cinematografico su Aladino, di cui curerà anche la colonna sonora.
Della sua eclettica carriera Green dice: La gente cerca sempre una teoria unificante, io stavo cercando una teoria unificante dell’espressione artistica. Sto cercando di creare una sorta di fluidità tra la mia musica, arte e scrittura. Se ascolti le mie canzoni ti accorgi di quanto siano cartoonesche, cerco di scrivere le mie canzoni come i miei quadri. Mentre fare un film è più complesso che scrivere una canzone.