Santa Margaret
Santa Margaret

Santa Margaret: l’intervista per il disco d’esordio


È disponibile solo in vinile, in free digital download e su tutte le piattaforme streaming ‘Il suono analogico cova la sua vendetta Vol.1’ (Carosello Records), l’EP d’esordio dei SANTA MARGARET, band unica nel suo genere, capace di unire il sound tipico della canzone d’autore italiana degli Anni Sessanta al rock e blues.

Cinque brani più un b-side strumentale registrati interamente in analogico, su nastro a 24 tracce, usando solo strumenti vintage, nessun campionamento e nessuno strumento MIDI.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare la carismatica cantautrice Angelica Schiatti e il chitarrista Stefano Verderi dei SANTA MARGARET, che ci hanno raccontato del nuovo progetto e tante altre curiosità solo per Radio Web Italia.

Ciao ragazzi! Benvenuti sulle pagine di Radio Web Italia. Innanzitutto, come nascono i SANTA MARGARET?

Angelica: Ciao! Grazie dell’accoglienza! Questo progetto nasce dall’incontro musicale tra me e Stefano, con il quale ho cominciato a lavorare sulla produzione di miei vecchi brani. In seguito abbiamo deciso di metterci a scrivere insieme ed il risultato sono le canzoni de “Il suono analogico cova la sua vendetta”, Volume I e Volume II.
Una volta fatti i provini di questi brani ci siamo resi conto che necessitavano di un sound particolare, che solo una band può avere. Da lì, la “chiamata” a Ivo, Leo e Kuku, con i quali già suonavamo da anni e con i quali c’era già grande intimità.

Quali sono i musicisti che più ammirate e che maggiormente vi hanno ispirato?

Stefano: Amiamo molto il blues e tutte le sue più dirette derivazioni, come per esempio i Rolling Stones, i Led Zeppelin o i Pink Floyd. Dall’altro lato amiamo molto (essendo italiani) la melodia, sia quella anglofona come quella dei Beatles che quella italiana dei grandi cantautori, da Modugno a Battisti, a tutta la scuola genovese (Tenco, Lauzi, Paoli etc.)

“Il suono analogico cova la sua vendetta Vol.1” (Carosello Records) è il vostro EP d’esordio. C’è un filo conduttore che lega le canzoni?

Angelica: Sì! Questo disco è nato in un momento dove ho realizzato di essere ad un bivio: cercare di realizzare i miei sogni e di vivere la mia vita in musica, oppure…no. Nel disco si sente forte e chiara la difficoltà di questa scelta (che ovviamente è ricaduta sulla musica), la difficoltà che hanno oggi i giovani di scegliere il loro destino, la necessità di farsi il mazzo e sgomitare per riuscire a farsi ascoltare, la necessità di gridare per far sentire la propria voce… Ma allo stesso tempo anche la speranza di farcela, senza troppo lamentarsi perchè il lamento è sempre e solo una perdita di tempo. Nonostante dei momenti un po’ bui, il disco è positivo. C’è la delusione, ma c’è anche la rivincita.

Parliamo della particolarità del progetto: è stato registrato interamente in analogico, su nastro a 24 tracce. Ce ne volete parlare?

Stefano: L’idea mi è venuta una volta inquadrato bene il sound. Oltre ad essere chitarrista sono anche il produttore del disco. L’intento era quello di ottenere un suono più caldo e più vero; analogico viene da “analogo” cioè uguale al suono che l’orecchio umano percepisce. Questo spiega già tutto, ma è solo una questione di gusti e di scelta, dato che ne abbiamo avuto l’occasione. Registrare inoltre su 24 tracce in analogico, ti pone anche nella condizione mentale di fare buona la prima e di non riempire la canzone con sovraincisioni, spesso inutili.

Quali sono stati i momenti di maggior soddisfazione durante le sessioni di registrazione?

Stefano: Abbiamo registrato alle Officine Meccaniche di Milano che è uno studio storico; già questa è stata una grandissima soddisfazione. Inoltre la dentro ci sono davvero tanti strumenti vintage…è stato un po’ un parco giochi per noi che amiamo “le cose vecchie”. Sai non è male pensare di mettere mano sullo stesso pianoforte su cui hanno registrato gli Area, per esempio.

La copertina è disegnata da Shout, uno degli illustratori italiani più conosciuti all’estero. Come è nata la collaborazione?

Stefano: Shout, al secolo Alessandro Gottardo, è un mio amico. Non si era mai cimentato nel realizzare una cover per un disco, lui lavora quasi esclusivamente per giornali stranieri, soprattutto americani oppure realizza copertine di libri. Si è convinto a collaborare con noi dopo che ci ha sentito suonare dal vivo. Siamo molto soddisfatti di questa sinergia che si è creata con lui.

Il brano “Riderò” è stato da poco scelto per la colonna sonora e il trailer del nuovo film di Natale di Aldo, Giovanni e Giacomo. Una grande soddisfazione per voi. Come vi siete sentiti quando è arrivata la notizia?

Angelica: Ci siamo sentiti come ci sentiamo in questi mesi, sorpresi, grati e onorati. Aldo, Giovanni e Giacomo rappresentano per noi un cinema di alta qualità, danno sempre molta attenzione alle colonne sonore. Vedere le nostre note associate alle loro immagini fa un certo effetto!

Voi avete aperto i concerti di Deep Purple e Beth Hart. Come ricordate quel periodo?

Angelica: Essendo io la “piccolina” del gruppo, ero stata preparata al peggio dagli altri. Storicamente gli opening act sono sempre facili prede e mire per insulti, soprattutto più è grande l’artista a suonare dopo. Qui si sta parlando di leggende viventi! Eppure siamo stati accolti benissimo prima di entrambi gli artisti, sono state esperienze meravigliose.
Prima dei Deep Purple l’ansia era molta perchè per quanto mi riguarda, era la prima volta su un palco così grosso e davanti a così tanta gente; prima di Beth Hart idem, visto che ha una voce…anzi, ha LA voce. Da lei ho imparato moltissimo.

Cosa ne pensate della scena musicale attuale? Cosa salvereste e cosa cambiereste? 

Stefano: Mancano gli spazi, questo è fuori discussione; a nostro avviso il web non potrà mai sostituire al 100% quello che prima passava in tv. Anche la musica dal vivo soffre parecchio. E poi solo in Italia si ha questa distinzione netta e ghettizzante tra indie e mainstream e tra i vari generi. In Inghilterra vai ad un festival qualunque e trovi di tutto, dal rock più estremo all’elettronica al rap al pop, dal gruppo indie (che non è un genere, ma vuol dire indipendente ovvero autoprodotto o con una piccola etichetta alle spalle) al gruppo mainstream. Da noi abbiamo musicisti, cantanti e gruppi che potrebbero fare scuola nel mondo da quanto sono bravi…ma mancano gli spazi e una vera cultura musicale (da parte di chi la musica la gestisce).

Concludendo, quali saranno i vostri prossimi impegni?

Angelica: La nostra prerogativa ad oggi è suonare. Il nostro live è un viaggio, sia per noi che per il pubblico. Gran parte dei pezzi del disco sono riarrangiati appositamente per la dimensione dal vivo; un esempio è il lato B del disco, registrato interamente dal vivo senza sovraincisioni esattamente come lo riproponiamo dal vivo.

Grazie ai SANTA MARGARET per essere stati nostri ospiti. Vi aspettiamo con le prossime novità su Radio Web Italia!

Iscriviti alla Newsletter (16373)

 

[post-marguee] [flagallery gid=1175]

Guarda anche...

Santa Margaret

Santa Margaret: lunedì 8 giugno esce ‘Il suono analogico cova la sua vendetta’ Vol.1 e Vol.2

Lunedì 8 giugno esce “Il suono analogico cova la sua vendetta” Vol.1 e Vol.2 (Carosello …

5 commenti